TELETTRA - irripetibile genialità italiana

La tv digitale è nata in italia


DI 
Giuliano Marrucci - ScienzaIN ONDA DOMENICA 1 APRILE 2007









MILENA GABANELLI IN STUDIO
La buona notizia di oggi, si può vedere in 2 modi, uno bello, l'altro meno. Noi abbiamo deciso di guardarla da quello bello. Allora, siamo alla fine degli anni 80 e in tutto il mondo si stanno investendo un sacco di soldi nella tv ad alta definizione. I colossi spendono 1 miliardo di euro e non approdano a nulla. La Rai e Telettra investono in una ricerca piccolina, 50 milioni di euro. Bene, questa ricerca produce il sistema per far passare un cammello dalla cruna di un ago. La Tv digitale, come si vede oggi nel mondo, l'embrione è nato qui in casa nostra. Ce lo racconta Giuliano Marrucci  
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a seguire il testo trascritto dell'intervista all'ing.Vannucchi ed ad altri testimoni.
GIULIANO MARRUCCI FUORI CAMPO
Estate 1990. Tutto sembra andare per il meglio. Mentre sul campo Totò Schillaci fa tremare gli avversari, dietro le quinte un nutrito gruppo di ricercatori della RAI e di Telettra s.p.a. guidati dall'ingegner Vannucchi mostra al mondo di cosa è capace la nostra industria.

GUIDO VANNUCCHI- Ex Direttore Generale Telettra S.p.A.
Questo è l'apparato usato per le sperimentazioni. Si trovava nel centro di trasmissione e in ogni sede della RAI che riceveva.

GIULIANO MARRUCCI FUORI CAMPO
La sperimentazione consisteva nel trasmettere per la prima volta al mondo durante i mondiali di Italia '90 un segnale televisivo in alta definizione via satellite a tutte le sedi RAI. 

GUIDO VANNUCCHI- Ex Direttore Generale Telettra S.p.A.
Una trasmissione in tempo reale su grandissimo schermo che fece un grande effetto perché in tempo reale si vedevano la partita di calcio con magari qualcuno che diceva beh, ma l'alta definizione in fondo è come il cinema, ma è un cinema in diretta, e questo per l'epoca non era un particolare da poco.

GIULIANO MARRUCCI FUORI CAMPO
Tant'è che gli altri paesi europei per riuscire a fare la stessa cosa avevano investito fino ad allora ben 1 miliardo di euro, e senza risultati. Perché così com'è il segnale in alta definizione non si riesce a trasmettere, pesa troppo. Per trasmetterlo va alleggerito, o come si dice in gergo tecnico, compresso. E per comprimerlo la tecnologia analogica allora in voga non basta, ci vuole il digitale. E gli unici a capirlo, con un ventesimo dei quattrini spesi dagli altri, furono proprio i nostri ricercatori.

GUIDO VANNUCCHI- Ex Direttore Generale Telettra S.p.A.
Praticamente eravamo riusciti a far passare un cammello dalla cruna di un ago perché fondamentalmente un segnale di banda enorme si era riuscito non perdendo in qualità a introdurlo in bande abbastanza normali di trasmissione.

GIULIANO MARRUCCI FUORI CAMPO
E così quando il 3 luglio del 1990  un errore dal dischetto infrange il nostro sogno mondiale, lontano dai campi di calcio ci rimane una grande speranza.

GUIDO VANNUCCHI- Ex Direttore Generale Telettra S.p.A.
Io credo che in un anno poteva nascere il prodotto industriale. 

GIULIANO MARRUCCI
Il prodotto industriale in cosa sarebbe consistito?

GUIDO VANNUCCHI- Ex Direttore Generale Telettra S.p.A.
Nei primi codificatori per la compressione per il settore professionale.
Però sulla scia della telettra avrebbero potuto nascere in Italia aziende che avrebbero potuto sviluppare tutta una sua filiera di costruttori nazionali.

GIULIANO MARRUCCI FUORI CAMPO
Eh già, perché una volta risolto il problema dell'alta definizione, la soluzione può essere estesa per tutto ciò che è video digitale. Prima però bisogna sviluppare uno standard. E ancora una volta a pensarci è stato  un ricercatore italiano. 

LEONARDO CHIARIGLIONE -Ex Direttore Cselt
Uno standard è sostanzialmente mettersi d'accordo per fare una certa cosa in un dato modo invece di farlo in 10 modi diversi, 20 anni fa ebbi l'idea di dire le tecnologie di compressione dell'audio e del video sono mature dobbiamo avere degli standard perché così si fanno dei circuiti integrati e così si fanno degli apparati che costano pochissimo.

GIULIANO MARRUCCI FUORI CAMPO
Da questa specie di epoca d'oro della ricerca italiana nel campo delle telecomunicazioni ormai sono passati 17 anni. Sui campi di calcio quello che i rigori ci avevano tolto nel '90, nel 2006 ce l'hanno restituito con gli interessi. Totò Schillaci nel frattempo ha cambiato mestiere. Lo standard inventato da Chiariglione tra decoder per la tv digitale, dvd, divx e mp3 ha raggiunto centinaia e centinaia di milioni di consumatori. E sulla produzione dei circuiti integrati che si basano proprio su quello standard ha costruito il suo impero una delle più importanti realtà industriali del nostro paese, la ST Microelectronics. Del prototipo utilizzato per la trasmissione durante i mondiali di Italia 90 invece in RAI non c'è traccia, e l'azienda che ne aveva permesso la realizzazione sembra essere sparita nel niente.

GUIDO VANNUCCHI- Ex Direttore Generale Telettra S.p.A.
Telettra a quell'epoca era diventata al 100% FIAT, e, a seguito di un periodo difficile dell'auto, fu consentito da parte del governo italiano che la Telettra in blocco, che era una delle industrie più avanzate in un settore delle telecomunicazioni che era il settore della trasmissione, fosse venduta in toto all'Alcatel francese.

LEONARDO CHIARIGLIONE -Ex Direttore Cselt
Questo fu un crimine io ritengo perché l'Alcatel comperò questa azienda che era un gioiello e non sapeva assolutamente cosa farsene perché non capivano il disegno strategico che c'era dietro.

GUIDO VANNUCCHI- Ex Direttore Generale Telettra S.p.A.
Quello che la Telettra fu pagata, mise a posto i conti della Fiat che erano cattivi per un paio di anni, però fu una grande perdita per il paese. Io personalmente diedi le dimissioni perché ero stato abituato dall'ingegner Floriani a tutta una cultura, l'italianità, facciamo queste cose perché l'Italia deve andare avanti, perché l'Italia ha la capacità ecc& il pensare che dopo che ero andato a dire tante volte queste cose in Telecom ecc& io dovessi andare a fare la propaganda non italiana non me la son sentita, proprio psicologicamente non me la son sentita.

MILENA GABANELLI IN STUDIO
Questo per dire la risorsa più importante, ovvero la testa ce l'abbiamo, sono poi i manager che non la sanno sfruttare. Era una buona notizia mancata. Ma speriamo che serva da insegnamento. - See more at: http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-2c098f90-abe9-4422-b4b9-f741268d1391.html#sthash.hYcBNey1.dpuf

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