tag:blogger.com,1999:blog-71305006649687219552024-03-20T11:03:59.515+01:00 Appunti al volo (di Ermanno Peciarolo)Ermanno Peciarolohttp://www.blogger.com/profile/09259709846465285466noreply@blogger.comBlogger160125tag:blogger.com,1999:blog-7130500664968721955.post-60825993162610922412023-02-18T14:23:00.003+01:002023-06-10T12:09:11.866+02:00Giove e Venere a san Liberato (TR). Le ultime tre foto riguardano la cintura di Orione. Link per vedere e condividere la raccolta contenente foto notturne in alta risoluzione. https://photos.app.goo.gl/rVr2mRBzyxz9cQ5Z6Ermanno Peciarolohttp://www.blogger.com/profile/09259709846465285466noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7130500664968721955.post-84574573293440067962022-10-11T16:54:00.001+02:002022-10-11T17:00:55.738+02:00 Pioniere nell'attivismo ambientale e nei benefici per i dipendenti<div><br /><br /></div><div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEg00Efnm9hXfeg7NdLhsI7EL59MHFgjQAjSuw7kylmxAC5CIdY_38A--Z8efUaxTGepr18AzHqbbcsEEFbvvxSClUhTEv8S5Qq8cJ2nIDnq00KH-xAAsjaj7z7aF7mYhEcqhLLaWlTG7wGOHi1Jlve1daTHoZSRHdVM30JO8H_0-BKvDYmmK_d8tJKg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img data-original-height="419" data-original-width="620" height="432" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEg00Efnm9hXfeg7NdLhsI7EL59MHFgjQAjSuw7kylmxAC5CIdY_38A--Z8efUaxTGepr18AzHqbbcsEEFbvvxSClUhTEv8S5Qq8cJ2nIDnq00KH-xAAsjaj7z7aF7mYhEcqhLLaWlTG7wGOHi1Jlve1daTHoZSRHdVM30JO8H_0-BKvDYmmK_d8tJKg=w640-h432" width="640" /></a></div></div><div><br /></div>Il proprietario miliardario della Patagonia regala società per combattere la crisi climatica
Il fondatore Yvon Chouinard ha annunciato che tutti i profitti dell'azienda andranno a salvare il pianeta
"A partire da ora, la Terra è il nostro unico azionista", ha annunciato la società. <div>Dando un nuovo esempio nella leadership aziendale ambientale, il miliardario proprietario della Patagonia sta cedendo l'intera azienda per combattere la devastazione climatica della Terra, ha annunciato mercoledì. "TUTTI i profitti, in perpetuo, andranno alla nostra missione di 'salvare il nostro pianeta natale'."
Chouinard, 83 anni, ha lavorato con sua moglie e due figli, nonché squadre di avvocati aziendali per creare una struttura che consentirà a Patagonia di continuare a operare come società a scopo di lucro i cui proventi andranno a beneficio degli sforzi ambientali.
"Se abbiamo qualche speranza in un pianeta fiorente, tanto meno un business fiorente, tra 50 anni, ci vorranno tutti a fare ciò che possiamo con le risorse che abbiamo", ha affermato Chouinard in una dichiarazione. "Questo è un altro modo in cui abbiamo trovato di fare la nostra parte."
"Ero sulla
La famiglia di Chouinard ha donato il 2% di tutte le azioni e tutta l'autorità decisionale a un fondo, che supervisionerà la missione ei valori dell'azienda. Il restante 98% delle azioni della società andrà a un'organizzazione no-profit chiamata Holdfast Collective, che "utilizzerà ogni dollaro ricevuto per combattere la crisi ambientale, proteggere la natura e la biodiversità e sostenere le comunità fiorenti, il più rapidamente possibile", secondo alla dichiarazione.
Ogni anno, il denaro che Patagonia guadagna dopo aver reinvestito nell'attività verrà distribuito all'organizzazione no-profit per aiutare a combattere la crisi ambientale.
La struttura, si legge nella nota, è stata progettata per evitare di vendere l'azienda o di renderla pubblica, il che avrebbe potuto significare un cambiamento nei suoi valori.
"Invece di 'diventare pubblici', potresti dire che stiamo 'diventando uno scopo'", ha detto Chouinard. "Invece di estrarre valore dalla natura e trasformarlo in ricchezza per gli investitori, useremo la ricchezza creata da Patagonia per proteggere la fonte di tutta la ricchezza".
La nuova direzione della Patagonia è progettata per dare un esempio che confuta il vecchio assioma del capitalismo degli azionisti secondo cui obiettivi aziendali diversi dal profitto confonderanno solo gli investitori, ha scritto mercoledì il presidente del consiglio di amministrazione di Patagonia, Charles Conn, in un articolo di opinione sulla rivista Fortune.
"Invece di sfruttare le risorse naturali per realizzare rendimenti per gli azionisti, stiamo ribaltando il capitalismo degli azionisti facendo della Terra il nostro unico azionista", ha scritto.
Chouinard e Patagonia sono da tempo pioniere nell'attivismo ambientale e nei benefici per i dipendenti. Nei suoi quasi 50 anni di attività, l'azienda con sede a Ventura, in California, è nota per ampi vantaggi per i dipendenti, inclusi asili nido in loco e pomeriggi liberi nelle belle giornate di surf.
Negli anni '80, l'azienda ha iniziato a donare l'1% delle sue vendite a gruppi ambientalisti, un programma formalizzato nel 2001 come "1% per il Pianeta Scheme". Il programma ha portato a 140 milioni di dollari in donazioni per la conservazione e il ripristino dell'ambiente naturale, secondo l'azienda.
Patagonia è stata una delle prime aziende a diventare una b-Corp, presentandosi alla certificazione per soddisfare determinati standard ambientali e sociali, e recentemente ha cambiato la sua missione affermando: "Siamo in affari per salvare il nostro pianeta natale".
Chouinard, il famoso eccentrico imprenditore che ha iniziato la sua attività modellando chiodi da arrampicata in metallo (o punte da incastrare nelle fessure durante l'arrampicata su roccia) e ha vissuto fuori dal suo furgone nelle destinazioni di arrampicata per molti anni, è rimasto inorridito di essere considerato un miliardario, ha detto al New York Times.
"Ero sulla rivista Forbes elencato come miliardario, il che mi ha davvero, davvero incazzato", ha detto. “Non ho 1 miliardo di dollari in banca. Non guido Lexuse.
Secondo il New York Times , la famiglia Chouinard è in prima linea nelle donazioni di beneficenza, nella filantropia e negli esperti di fiducia .
"Questa famiglia è un modo anomalo se si considera che la maggior parte dei miliardari regala solo una piccola parte del proprio patrimonio netto ogni anno" , ha detto al giornale David Callahan, fondatore del sito web Inside Philanthropy .
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«Ogni sette anni saranno condonati tutti i debiti. Si procederà in questo modo: quando sarà proclamato, in onore del Signore, l’anno per il condono dei debiti chi avrà fatto un prestito ad un altro, non costringerà il suo prossimo, un suo connazionale, a rimborsagli il debito. Si potrà esigere da uno straniero il pagamento dei debiti, ma quelli che avete con un connazionale saranno condonati. Se ubbidirete al Signore, vostro Dio, mettendo in pratica questi comandi che oggi vi ordino, non ci sarà nessun povero tra di voi: il Signore vostro Dio vi colmerà di ogni bene sulla terra. Se ci sarà tra di voi qualche israelita povero non sarete di cuore duro e non chiuderete la mano davanti al fratello povero. Anzi siate generosi con lui e prestategli ciò di cui ha bisogno nel suo stato di necessità. Ci saranno sempre poveri nella vostra terra: perciò vi ordino di esser generosi con i vostri fratelli poveri e bisognosi» (Deuteromio 15, 1,3, 4,5, 11).<br /><br />Chi pronuncia queste parole è Dio in persona e quando Dio ordina, detta un comandamento: come non uccidere, non rubare, non desiderare la roba d’altri: il concetto è chiarissimo Dio nella sua infinita misericordia vuole che i suoi figli siano liberati dalla schiavitù della povertà e del bisogno, affrancandoli da quel fardello che aveva imposto nel Genesi quando disse ai progenitori: «Con fatica ne ricaverai cibo (dalla terra). Ti procurerai il pane con il sudore della fronte» (Genesi 3.17, 19). Il Signore si è reso conto che se l’uomo deve faticare e lavorare per ricavare il necessario per la sopravvivenza, se deve vivere nella perenne incertezza del dover sfamare se stesso ed i suoi figli, ha poco tempo e poca forza per lodarlo, benedirlo, adorarlo, glorificarlo. Come al solito viene loro in aiuto e fornisce questo Comandamento della Potenza che permetterà di poter avere la possibilità di essere affrancato dal bisogno e dall’incertezza quotidiana (1).<br /><br />E si badi bene il comandamento è per tutti, Dio non fa distinzione tra i suoi figli, sono tutti uguali: infatti quando i tempi furono maturi mandò suo figlio a cambiare la legge mosaica del prestare con quella del donare (2); non dimentichiamo questo concetto importantissimo. Se addirittura la liberazione dalla schiavitù del peccato e dalla morte è per tutti i popoli, anche i non israeliti, volete che l’affrancamento dalla schiavitù del bisogno sia riservato al solo popolo eletto?<br /><br />Dio fa di più, nel libro di Tobia c’è descritta la mamrè o memrà l’antesignana della nostra carta moneta, un pezzo di carta che spezzato in due viene conservato parte dal debitore e parte dal creditore e la cui emissione è affidata al grado di religiosità ed alla responsabilità dei singoli credenti e che aveva alla base la solidarietà creditizia che si allargava e coinvolgeva tutto il popolo di Dio. Era un debito che poteva circolare senza bisogno di girata diventando un vero e proprio strumento di carità.<br /><br />In pratica cosa accadeva: un israelita consegnava un documento in cui c’era scritto che era debitore di una somma e chi lo riceveva era sicuro che se lo avesse presentato per l’incasso ad un qualsiasi membro del popolo d’Israele, questi lo avrebbe onorato ed avrebbe a sua volta presentato il pezzo di carta a qualcun altro per farsi rimborsare: la cosa era talmente sicura, che il pezzo di carta non veniva più nemmeno presentato per l’incasso, ma trattenuto e dato come mezzo di pagamento, tanto era garantito il suo valore e la sua solvibilità. Era, quindi, più comodo di una somma di denaro in metallo prezioso, meno pericoloso da trasportare e garantitissimo.<br /><br />A questo punto risulta evidente che la mamrè e assolutamente identica alla nostra carta moneta e che il valore che essa acquista non è certo dato dal pezzo di carta e dall’inchiostro con cui è scritta sia la prima che la seconda, ma dalla convenzionalità cioè dalla volontà di chi la riceve di riconoscere quel valore intrinseco: il pezzo di carta ha il valore perché chi l’accetta glielo riconosce ed è sicuro di esso in quanto sempre cambiabile, allora in un pezzo di metallo prezioso, in una partita di merce, oggi nella sicurezza che può essere scambiata ed accettata, senza problemi, dalla collettività.<br /><br />Se queste cose sono vere allora la moneta è un simbolo che in sé ha forza contrattuale, quindi dotata di sinallagma funzionale: il sinallagma è quel vincolo che, in qualsiasi rapporto di natura contrattuale, unisce la prestazione alla controprestazione: ciò è innegabile ed è palese e se questo è vero, la moneta altro non è che una fattispecie giuridica che quindi ricade in toto nella disciplina delle figure contrattuali!<br /><br />Elementare dirà il lettore! Certo, ma tutto questo ragionamento è frutto di anni di studi e di ricerche compiute dal professor Giacinto Auriti, e nonostante tutto quanto esposto ancora oggi gli economisti negano questa natura contrattuale; figuriamoci se poi ci si azzardi a parlare di sacralità o di origine divina della moneta; si rischierebbe di passare per dei cretini bigotti e malati di allucinazioni, se non per dei farneticanti integralisti.<br /><br />Quando le monete erano di metallo prezioso, oro, argento, il valore della moneta stessa coincideva con quello dei metalli in cui erano coniate, quindi il valore delle stesse era intrinseco: la faccia del re garantiva solo la genuinità del metallo ed il suo peso, che ne determinava il valore.<br /><br />Nella carta moneta questo valore intrinseco non c’è più: il pezzo di carta e l’inchiostro di cui sono fatte le banconote circolanti sono molto al disotto del valore che è stampato sul foglietto. Quando la circolazione cartacea era garantita dalle riserve auree ed argentee, giacenti presso i caveau della banca emittente, quindi la Banca Centrale, il pezzo di carta era un certificato rappresentativo del controvalore in oro. Non per niente sulla moneta era stampigliata la formula Pagabile a vista al portatore; c’era indicato la data di emissione e c’era la firma del Governatore come avallo, da ultimo un numero di serie indicava la partita ed il numero del lotto di emissione (3). Questo significava che se un qualsiasi portatore si fosse presentato alla Banca Centrale richiedendo il controvalore della moneta, il cassiere era obbligato a ritiragli il biglietto e a fornirgli il pezzetto d’oro (o argento) equivalente. La quantità di circolante era proporzionata alla quantità d’oro depositata nei forzieri della Banca Centrale. Nessuno si presentava per richiedere il suo pezzetto di metallo in quanto era inutile, il foglietto era un certificato rappresentativo del controvalore in materiale prezioso: tutti sapevano che quello che avevano in mano era la stessa cosa e che il pezzetto di metallo prezioso era potenzialmente in loro possesso, ma che stava meglio custodito nei forzieri della Banca Centrale.<br /><br />Rimarchiamo che anche nella Mamrè il valore era determinato dal fatto che se quel pezzo di carta fosse stato presentato ad un qualsiasi esponente del popolo ebraico questi avrebbe fornito subito, al presentatore, il controvalore in moneta metallica e, come nel caso sopraddetto, nessuno alla fine avrebbe richiesto il pagamento in quanto il pezzo di carta era accettato da tutti in virtù di quella promessa sacra.<br /><br />Quindi la moneta aveva valore, perché erano le persone che, per convenzione, glielo attribuivano accettandola e passandosela di mano in mano. La prova di questa affermazione sta nel fatto che, quando fu tolta la possibilità materiale di ritirare il pezzetto di metallo prezioso presso la Banca di Emissione, nessuno si rifiutò di riconoscere al medesimo lo stesso valore, nessuno pretese che gli venisse fornito un altro simbolo diverso da quello che aveva prima: i noti accordi di Bretton Woods che incoronarono il dollaro come moneta di scambio a livello mondiale, legarono sì la moneta americana ad un quantitativo di oro fino (oncia troy), ma le transazioni di oro erano riservate solo alle Banche Centrali per scambi tra loro. Quando il presidente degli Stati Uniti Nixon, il 15 agosto 1971, abolì la convertibilità del dollaro in oro, disse che il valore della moneta americana era garantito dal potenziale economico industriale degli USA: quindi il vero valore della moneta era la potenza economica degli Stati Uniti medesimi. Il biglietto verde diventava sempre più un simbolo di valore intrinsecamente nullo! Molti intravidero in questa mossa la implicita dichiarazione di bancarotta fatta dal governo americano: di sicuro la dichiarazione di Nixon faceva venire meno il pilastro fondamentale degli accordi di Bretton Woods.<br /><br />Se per un attimo pensiamo, per assurdo, di mettere, da solo, un Governatore (4) di una qualsiasi Banca Centrale in un’isola deserta a stampare monete con i macchinari più sofisticati, tutto quanto stampato cosa vale? Un bel niente mancando la collettività che accetta la moneta come scambio di beni reali economici: controprova che il valore alla carta moneta è dato solo dalla convenzione che venga accettata da tutti coloro che fanno parte di un collettività: non ci sono teorie economiche, studi monetari sofisticati, sistemi di analisi che possano negare questa semplicissima e nuda verità!<br /><br />Del resto la stessa teoria è alla base della creazione dell’entità Stato: se va bene per quello, perché mai, in questo caso non dovrebbe valere?<br /><br />Come diceva il presidente Nixon il valore della moneta Dollaro era garantito dal potenziale economico degli Stati Uniti. In realtà non diceva una bugia: ogni anno qualsiasi nazione produce un quantitativo di beni e di servizi nuovi, che l’anno precedente non esistevano, quindi ogni anno uno Stato produce ricchezza dal niente, questa ricchezza è il frutto del lavoro, dello sforzo, del genio, della fantasia, della capacità tecnologica, del potenziale industriale, agricolo, artigianale di quella nazione. Tutto questo si chiama PIL, prodotto interno lordo. Ed ogni anno questa massa di ricchezza reale, tangibile, si rinnova, ma per essere scambiata essa ha bisogno di una congrua e reale quantità di moneta nuova: affermazione lapalissiana, ma qui cominciano le difficoltà, i freni, gli imbrogli!<br /><br />Chi deve decidere la quantità di nuova moneta da immettere sul mercato? <br /><br />Sicuramente lo Stato, a cui i cittadini hanno, delegando i loro diritti, affidato il compito di governare ed amministrare la collettività: questa è la base del contratto sociale, il fondamento del vivere civile e pacifico di un collettività!<br /><br />Allora, a rigor di logica, lo Stato dovrebbe stampare, attraverso una sua officina carte e valori questa quantità di moneta e la dovrebbe immettere sul mercato per rendere possibili quegli scambi di nuovi prodotti contro moneta (riscontriamo anche qui il sinallagma funzionale base del contratto giuridicamente normativizzato): non c’è bisogno di nessuna teoria economica, di nessuna elucubrazione, di nessun tipo di teoria monetaria per ritenere questo argomento valido. Ma materialmente lo Stato come dovrebbe immette sul mercato questa quantità nuova di moneta ed in quale quantità dovrebbe farlo? La risposta più semplice è: pagando i propri dipendenti, pagando i lavori pubblici necessari, acquistando tutto quello che serve per il suo funzionamento!<br /><br />La nuova massa monetaria arriverebbe al mercato direttamente senza alcun onere, senza che qualcuno si indebiti in maniera automatica; per una ragione di prudenza non tutto il controvalore in valuta dovrebbe essere messo sul mercato di colpo: ma diluito nel corso dell’anno e tenendo una quota a riserva per impedire che la eccessiva quantità di moneta crei fenomeni inflattivi e quindi svalutativi o speculativi. L’ente preposto a questo tipo di azione dovrebbe, naturalmente, essere il ministero dell’Economia attraverso la Tesoreria di Stato! Negli Stati Uniti questo è addirittura sancito dalla Costituzione.<br /><br />Tutto lineare mi pare, nessun tipo di controversia dovrebbe nascere, non ci sono arzigogoli da accampare, ripeto, teorie monetarie da rispettare, dottrine economiche da seguire, correnti di pensiero politico da accettare, o negare. Ed invece? Niente di tutto ciò avviene.<br /><br />Procediamo con ordine.<br /><br />Nella seconda metà del 1600 la situazione della finanza statale inglese era in condizioni estremamente precarie: le continue guerre, le elevate spese per il mantenimento dell’apparato statale, avevano prodotto un vero e proprio stato d’insolvenza e lo Stato rischiava la bancarotta. A quel punto il re chiamò alcuni esperti per risanare la finanza pubblica.<br /><br />Fu così creata la Banca d’Inghilterra, prototipo della Banca Centrale. Fu fondata nel 1694 da William Paterson, da Law e da alcuni loro associati, con un capitale iniziale di 1.200 000 lire sterline interamente versato dal mercato pubblico. All’origine, quindi, era sicuramente una banca privata obbligata, in forza del Tonnage Act del 1694, a prestare allo Stato la totalità del suo capitale, il che fruttava una remunerazione annuale di centomila sterline; la banca era autorizzata ad utilizzare, a suo piacimento, i benefici derivanti ed aveva anche ricevuto il privilegio di emettere moneta, beneficio per altro non in esclusiva, ma che le conferiva un carattere ufficiale. Paterson, in modo cinico, doveva riassumere, in questo modo, l’attività del suo istituto: «La banca ha ricavato benefici su tutto il denaro che essa stessa ha creato dal nulla».<br /><br />La Banca era costituita come società ed aveva assunto la denominazione sociale di The Governor and Company of the Bank of England.<br /><br />Il Robert Peel Act del 1884 gli concesse la gestione esclusiva del Tesoro ed il monopolio sui tassi d’interesse. Inoltre essa fungeva anche da riserva di credito per tutte le altre banche esistenti. Da allora la sua potenza divenne tale che poté permettersi di esercitare pressioni sulla linea politica generale del governo. Sempre nel 1884 il governo di Sua Maestà Britannica tentò, invano, di far modificare il privilegio concesso alla banca stessa. Già nel 1852, il Cancelliere dello Scacchiere (il ministro delle Finanze inglese) Gladstone, suo malgrado affermava che «Tutto si riduceva a questo: il governo stesso non doveva avere alcun potere reale in campo finanziario, ma doveva lasciare che la Potenza del Denaro fosse la sovrana indiscussa».<br /><br />La banca era amministrata dalla The Court o Consiglio dei Reggenti, composto da 24 membri scelti tra i rappresentanti delle grandi dinastie finanziarie: Barino, Grenfell, Schroeder, Hambro, Lazard, Rothschild i quali nominavano il Governatore aggiunto.<br /><br />Certamente, ormai, l’era in cui i sovrani, guarda caso inglesi, facevano fallire la più grossa banca continentale, la Peruzzi e Bardi di Firenze, era definitivamente alle spalle: ormai i politici si avviavano a diventare i camerieri dei banchieri e la politica stava tramutandosi in mera amministrazione. Jacques Bordiot, nel suo libro "Une main cachée... dirige" scriveva: «La Banca Centrale, nella maniera in cui è intesa dal Sistema, è un istituto a carattere ufficiale, ma con capitali e direzione privata con privilegi esclusivi, che permettono di ottenere il controllo assoluto delle finanze e dell’economia del Paese di riferimento. E questo è, in effetti, l’edificio che il Sistema presenta oggi davanti ai nostri occhi. In ogni nazione esso ha installato una Banca Centrale che fin dall’inizio ha cercato di prendere in mano pesantemente l’organizzazione governativa: provocando l’indebitamento dello Stato con tutti i mezzi; giocando la carta dei prestiti del Tesoro seguendo le linee di tendenza giorno per giorno; attraverso le azioni concertate dalle Banche Centrali sui cambi di valuta estera ed, alla fine, sull’attività economica del Paese con tutte le conseguenze sociali che da questa derivano» (5).<br /><br />Carrol Quigley autore illuminato di "Tragedy and Hope", professore di Storia alla prestigiosa Georgetown University negli anni settanta del secolo scorso, scriverà: «Niente altro che la creazione di un sistema mondiale di egemonia finanziaria concentrata nelle mani di alcune personalità capaci di dominare la politica di ogni Paese e l’intera economia mondiale».<br /><br />Il contagio della Banca Centrale, comunque, si diffuse in tutta Europa e le prime a farne le spese furono proprio le monarchie cattoliche. Bordiot nel libro citato aggiunge: «Napoleone, costituì ufficialmente con i crismi di legge previsti, la Banca di Francia il 28 nevoso dell’anno VIII (17 gennaio 1800); il 18 aprile 1800, firmando l’approvazione del suo Statuto, lui stesso ne divenne azionista insieme ai fratelli Giuseppe e Girolamo, al cognato Murat, alla cognata Ortensia di Beauharnais ed ai suoi aiutanti di campo Duroc, Clarke, Bourienne, presenti nell’elenco anche i nomi degli altri due Consoli Cambacérès e Lebrun. La legge del seguente 24 germinale anno XI, creando il franco oro, accordò alla Banca di Francia il privilegio di emissione della carta moneta».<br /><br />La Banca d’Italia viene istituita con la legge numero 449 del 10 agosto 1893, dalla fusione di quattro banche: la Banca Nazionale del Regno d’Italia (già Banca Nazionale degli Stati Sardi), la Banca Nazionale Toscana, la Banca Toscana di Credito per le Industrie e il Commercio d’Italia e dalla liquidazione della Banca Romana in seguito al cosiddetto scandalo della Banca Romana. Con una serie complessa di fusioni fra queste banche, si formava quella che sarebbe diventata l’attuale Banca d’Italia. Artefici dell’operazione furono alcune famiglie di banchieri, soci storici: Bombrini, Bastogi, Balduino.<br /><br />Nel 1926 la Banca d’Italia ottenne l’esclusiva sull’emissione della moneta (venne così abrogato il Regio Decreto del 28 aprile 1910, numero 204, che aveva confermato la prerogativa anche al Banco di Napoli ed al Banco di Sicilia). Nel 1928 la Banca veniva riorganizzata. Al direttore generale venne affiancato un Governatore, dotato di poteri maggiori. L’istituto di via Nazionale dal 1998 è parte integrante del sistema europeo delle Banche Centrali (SEBC). La sua quota di partecipazione alla BCE è del 12,47% e ciò le permette di spartirsi una quota pari alla sua partecipazione dell’utile residuo della BCE; l’utile va alla banca ed ai suoi soci, non allo Stato come si potrebbe credere. I soci di Bankitalia sono: Gruppo Intesa San Paolo IMI (Gruppo Intesa 27,2%; Gruppo San Paolo 17,23%) 44,43%; UNICREDIT Banca (Gruppo Capitalia 11,5%; Gruppo Unicredit 10,97%) 22,47% ; Assicurazioni Generali 6,33%; INPS 5%; Banca Carige 3,96%; BNL (Gruppo BNP Paribas) 2,83%; Monte dei Paschi di Siena 2,50%; Gruppo La Fondiaria Assicurazioni 2%; Gruppo Premafin 2%; Carifirenze 1,85%; RAS (Gruppo Allianz)1,33%; Altre Banche minori 5,20%(6).<br /><br />Salta subito agli occhi che le banche proprietarie sono allo stesso tempo controllanti e controllate e questo crea un palese conflitto d’interesse: quando il Banco Ambrosiano entrò in crisi, Bankitalia fu inflessibile e lo fece fallire; altrettanto non avvenne con il Banco di Napoli e di Sicilia che possedevano una discreta quota di partecipazione nella proprietà di Bankitalia: il Banco fu «assorbito dall’Istituto San Paolo IMI e non fallì», stranamente! Poteva la Banca Centrale far fallire uno dei suoi maggiori soci? Naturalmente il tutto fu fatto per salvare il più grande istituto bancario meridionale e salvaguardare i risparmiatori. Solare! Ed i soci ed i risparmiatori dell’Ambrosiano chi erano, figli di un dio minore? Altra cosa che è evidente: i gruppi proprietari di BNL e della Ras sono, rispettivamente la BNP Paribas francese ed il Gruppo assicurativo Allianz tedesco: forse dei gruppi italiani partecipano ai capitali di Banque de France o della Bundesbank? No, i loro soci sono solo nazionali, che diamine, ci mancherebbe altro! Noblesse oblige: questi signori ci hanno fatto l’onore di venirci a sottrarre gli utili, cospicui, della nostra Banca Centrale, che statene certi in Italia non resteranno di certo! Siamo in Europa e gli altri possono scorazzare nel nostro territorio a loro piacimento: azzardatevi a fare altrettanto a casa loro!<br /><br />Negli Stati Uniti Thomas Jefferson, terzo presidente della repubblica stellata, così scriveva al suo predecessore John Adams: «Credo sinceramente, come anche lei, che gli istituti bancari siano molto più pericolosi degli eserciti permanenti». Ancora Bordiot ci viene in aiuto: «Agli inizi del XIX secolo, un tentativo di creare una Bank of the United States fu brutalmente interrotto, siamo nel 1836, dal presidente Andrew Jackson, che ne decretò la scomparsa per frenare l’invadente preponderanza dei Rothschild sul sistema finanziario americano. Nel 1863, se da una parte il National Bank Act consentiva l’emissione di biglietti di banca senza interessi in contropartita di acquisto degli istituti di Buoni del Tesoro con interesse garantito, dall’altra il diritto di emissione poteva essere esercitato, in virtù di quanto detto prima, in uguale maniera da qualsiasi banca nazionale».<br /><br />Alla fine del 1910, con il pretesto della caccia alle anatre, il senatore Aldrich e Paul Warburg riunirono a Jekyl Island, in Georgia, Henry P.Davison (Banca Morgan), Benjamin Strong, presidente della Bankers Trust Co. (Morgan), Frank A. Vanderlip, presidente della National City Bank (Rockefeller) e A. Piatt Andrew, Segretario Aggiunto al Tesoro. Nel 1911, Aldrich depositò al Congresso contemporaneamente il rendiconto della sua missione in Europa (appositamente ritardato per essere in sintonia con le risoluzioni prese a Jekyl Island) ed il suo Aldrich Bill… che come era prevedibile, dopo un breve dibattito, fu respinto con una forte maggioranza parlamentare! Tutta questa bella manovra sotterranea si concluse con un grosso insuccesso per gli insider (iniziati). Ma cosa molto peggiore, il Congresso, le piccole banche e persino il grande pubblico si trovarono ad essere allertati sulle ormai manifeste intenzioni dei congiurati.<br /><br />Il 4 marzo 1913 Thomas Woodrow Wilson divenne il ventottesimo presidente degli Stati Uniti. Aveva appena finito di insediarsi alla Casa Bianca che il 22 dicembre 1913, il Federal Reserve Act, fu presentato, da Wilson al Congresso nella versione approvata da Paul Warburg; venne approvato con 298 voti favorevoli contro 60 contrari alla Camera dei Rappresentanti e con 43 voti a favore e 25 contrari al Senato. La costituzione degli USA riservava al Tesoro degli Stati Uniti la facoltà di emissione monetaria: i signori del denaro fecero un colpo di Stato espropriando il popolo americano dei suoi diritti ed in pratica impadronendosi del potere politico!<br /><br />Le leggi economiche e del mercato permettono simili obbrobri e tutti i poveri scemi devono solo «servire e tacer»? O esistono teorie più avanzate che giustifichino tutto questo?<br /><br />Vediamo adesso come la moneta viene posta sul mercato! La modalità era rimasta in sospeso.<br /><br />Il PIL annuo ha comunque bisogno di una quantità di moneta che permetta lo scambio di questa nuova ricchezza prodotta. Su questo sono d’accordo perfino i sacerdoti della Religione Bankitalia, come in un articolo su Repubblica di qualche anno fa li chiamava Giuseppe Turani. Il governo ordina alla Banca Centrale XY di stampare moneta relativa alla copertura della nuova quantità di ricchezza prodotta. La Banca Centrale non gliela fornisce; gliela presta come fa con qualsiasi altro soggetto bancario: vuole garanzie reali. Lo Stato a questo punto fornisce alla Sua Banca Centrale o certificati rappresentativi del debito dello Stato o immobili o qualsiasi altra garanzia: queste poste vanno ad aumentare un debito pubblico che non si potrà mai estinguere. Non è tutto, la Banca Centrale si arroga anche il diritto di decidere lei quando immettere la moneta sul mercato ed in quali quantità, essendo arbitra del metro monetario: quindi essa ha sottilmente creato una distinzione tra emissione di moneta ed immissione della medesima sul mercato, questo senza alcun supporto di legge: ergo in maniera del tutto arbitraria! Nel frattempo la massa monetaria che non viene immessa non si creda che resti nei forzieri della Banca Centrale; no, assolutamente, viene prestata ad altri soggetti nazionali o internazionali con operazioni a tassi over night, come pronti contro termine a livello internazionale, come polmone di liquidità per operazioni di prestiti in valuta, viene investita in fondi comuni o per operazione speculative. I titoli possono anche essere tenuti a maturare interessi che naturalmente restano al possessore dei medesimi. Se un soggetto di diritto qualsiasi, nella fattispecie pratica, una banca, si comporta in questa maniera è palese, lapalissiano, che lo possa fare, perché il denaro che adopera è di sua esclusiva pertinenza, è suo, di sua proprietà!<br /><br />E la ricchezza che i cittadini hanno prodotto come si scambia, come fanno le varie entità a poter avere quel respiro necessario a soddisfare gli scambi di nuove ricchezze reali prodotte? Beh, nella loro magnanimità lorsignori ogni tanto immettono nell mercato qualche quantità di denaro fresco, ma cum gramo salis; non si deve produrre il fenomeno inflattivo, meglio tenere il sistema a stecchetto (7). Che cosa avviene? Che la Banca Centrale rifornisce il mercato di quell’ossigeno indispensabile; come? Indebitandolo. La Banca Centrale fornisce alle banche ordinarie quantità di nuova moneta facendosi cedere titoli a scadenza certa e di sicura solvibilità e per il disturbo si trattiene una percentuale che chiama tasso di sconto o prime rate, cioè il tasso più basso che si possa chiedere, quel trattamento di favore riservato ai migliori clienti. È solare che le banche si basino su quel tasso per costruire il loro prime rate, cioè il tasso debitorio (creditore per l’istituto, ovviamente) più favorevole riservato ai migliori clienti, dopo aver ricaricato su quello di base (tasso di sconto) le loro spese ed il loro guadagno. Quindi il nuovo denaro comincia a circolare dopo essere stato gravato due volte da debito.<br /><br />I grandi soloni, i grandi scienziati dell’economia, i luminari della materia hanno mai, formulando le loro spesso farneticanti teorie, preso in considerazione che questo sistema è fasullo, ingiusto, truffaldino, sbagliato? Macché, fanno arzigogoli, formulano teorie le più complicate possibili, più complesse e sottili, ma il sistema resta sempre quello: intoccabile, inamovibile, irriformabile, non si può nemmeno prendere in considerazione l’idea di cambiarlo: l’economia ha le sue regole, si sostiene!!! Non si possono stravolgere! Crollerebbe il sistema!<br /><br />Se a tutto ciò aggiungiamo che il prezzo del biglietto di banca fatto dalla stamperia, ha un costo, reale, di qualche decina di centesimi di euro, chi s'incamera, o peggio si ruba la differenza tra costo vivo e valore nominale scritto sul biglietto? Facendo i classici conti della serva non è qualcosa che si chiama guadagno? E su questo utile si pagano le tasse dovute al governo dello Stato? Zero. E poi parlano di area di evasione fiscale… Ci mancherebbe altro: eppure questo tipo di operazione ha un nome che la dice lunga, si chiama signoraggio. E per quantificare facciamo delle cifre: il guadagno del signoraggio primario giornaliero di Bankitalia ammonta a circa 147 milioni di euro al giorno!!! Soldi che finiscono nelle tasche dei soci privati della nostra Banca Centrale. Allo Stato resta solo il signoraggio sulle monete metalliche che emette: e pensare che Tremonti avrebbe voluto fare anche il biglietto cartaceo da un euro: qualcuno deve avergli detto che avrebbe perso il signoraggio! Forse qualcuno deve avergli fatto quattro conti e fatto vedere quanto perdeva: ha smesso di parlarne, per fortuna nostra!<br /><br />Lo Stato riprenda quell’auctoritas che ha ceduto a queste sanguisughe, si faccia pagare quello che gli spetta e smetta di fare il cameriere di questi «giganti della malavita» come li chiamava il professor Auriti! Teorie economiche o no, utopie finanziarie, questa è l’amara realtà!<br /><br />Durante la grande crisi che si generò, meglio sarebbe dire che fu generata, nel 1929, intere nazioni si ritrovarono sul lastrico. Nessuno era in grado di escogitare qualcosa di nuovo e di efficace, tutti s’involvevano come un serpente oroborus che si morde la coda. In un paesino del Tirolo, Wörgel, tra l’agosto del 1932 e l’aprile del 1933, il borgomastro, Michael Unterguggenberger, ex sindacalista socialista ed ex macchinista delle Ferrovie austro-ungariche, pensò di creare una moneta alternativa garantita dal Comune, che aveva la prerogativa di scadere e che ogni mese doveva essere bollata pagando una piccola somma come interesse di convalida.<br /><br />Il Comune pagò con quella moneta, i Wörgel Schilling, i lavori di rifacimento del piazzale della stazione: la moneta cominciò a circolare e a passare di mano in mano velocemente: chi la voleva risparmiare lo poteva fare depositandola presso la Sparkasse, che gli garantiva due cose: un piccolo minimo interesse fisso e la validazione mensile! Il Comune immise sì e no un terzo della somma che aveva preventivato di adoperare! In pochi mesi, la cittadina conobbe un vero e proprio boom, le attività economiche rifiorirono, la disoccupazione cominciò a calare fortemente! Troppo bello, troppo semplice: ed ecco calare la scure della Banca Centrale Austriaca: verboten!<br /><br />Il professor Auriti ripropose l’esperimento a Guardiagrele, la sua città di origine: stesse condizioni, stesso effetto, stesso circolo virtuoso: questa volta quasi un centinaio di macchine della Guardia di Finanza, un numero imprecisato di camionette e gazzelle dei Carabinieri che a sirene spiegate circondano il paese e sequestrano il corpo del reato (di lesa maestà?): qualche chilogrammo di carta colorata, i SIMEC, simboli econometrici; nessuno fu frodato, nessuno ci perse: i commercianti ci guadagnarono finendo le scorte di materiali in pochissimi giorni.<br /><br />Il professor Auriti pagò con la perdita delle sue amate terre, un pezzo della sua vita e della storia della sua famiglia: su di lui subdola ed asettica si abbattè l’ira funesta della Banca d’Italia o meglio sarebbe chiamarla laBanda d’Italia, che attraverso le sue consorelle fece chiudere i rubinetti del credito al professore, imponendo il rientro immediato dei crediti!<br /><br />Ma nel mondo ci sono altri esempi di questo tipo di moneta locale: in Germania Schacht inventò le cambiali MEFO, Itaca, Williamatic, negli Stati Uniti si sono dotate di monete locali che la stessa Federal Reserve ha dovuto ammettere essere legittime, in Italia in alcune città circolano gli Chec sotto forma di buoni sconto: i risultati sono sempre gli stessi, ma su questo la coltre del silenzio è calata spessa e densa: ciò di cui non si parla non esiste! La cura per superare la crisi è per prima cosa rimuovere la causa basilare di essa, tagliare il circuito vizioso che alimenta la Grande Usura, prendere coscienza che la ricchezza di un popolo è la sua onestà ed il suo oro il suo lavoro!<br /><br />Una vecchia canzone cantava: «Il popolo vinca dell’oro i signor, il domani apparterrà a noi!». Svegliamoci dal sonno della vita che questi mistificatori ci fanno vivere come un incubo o un’allucinazione, mandiamo all’inferno le teorie economiche, i sapienti della scienza economica, i saccenti arroganti sacerdoti del dio denaro che, da cattivo padrone, ci fa suoi schiavi, facciamolo tornare quello che deve essere, un buon nostro servo e torniamo a riacquistare la dignità, riscopriamo di essere uomini, figli del Dio dell’amore e non più polli in batteria da allevamento.<br /><br />Sostituiamo alla legge mosaica del prestare quella cristiana del donare, rimpossessandoci della nostra sovranità monetaria, che questi servi dell'oscuro signore ci hanno subdolamente scippato e vediamo la moneta non più come sterco del demonio, ma come un dono che Dio, nella sua infinita bontà e misericordia, ha fatto ai suoi figli, perché, finalmente sollevati dalla incertezza, dalla indigenza, dalla preoccupazione, dalla fame lo possano lodare, benedire, ringraziare ed amare con tutto se stessi.<br /><br />NOTE<br />______________________________<wbr></wbr>__________<br /><br />1) Confronta Francesco Cianciarelli, "Le origini storiche della moneta e la sua influenza nelle vicende umane", Edigrafital Teramo, 1996, pagine 57, 58.<br />2) Il professor Giacinto Auriti in varie prolusioni e convegni adoperava questa importante asserzione foriera di un cambiamento rivoluzionario dell’Ordo mondialista.<br />3) Oggi nell’Euro tutto ciò è scomparso, il numero seriale non è relativo alla quantità di biglietti emessi, la lettera che lo precede è identificativa del Paese di emissione: se è l’Italia, non c’è la firma del Governatore, è completamente, a scanso di equivoci, scomparsa la dicitura pagabile a vista al portatore, la formula che la legge punisce lo spaccio di biglietti falsi è sparita, sostituita da un copyright: la moneta sarebbe un’opera dell’ingegno, sottoposta a brevetto!!!<br />4) Spesso la forma è sostanza; stiamo attenti ai simboli ed al vero significato delle parole: perché mai il responsabile di una Banca Centrale, a tutte le latitudini, viene chiamato Governatore? Il termine latino gubernator significa chi governa, anche su delega, chi rappresenta il potere e lo esercita. Quindi chi detiene il potere e l’auctoritas per esercitarlo. Pertanto gli altri, i politici, amministrano per conto di chi governa, che solo esercita l’auctoritas. Gli altri sono niente altro che eleganti camerieri, in livrea sì, ma al massimo amministrano, su delega.<br />5) Jacques Bordiot, "Une main cachée... dirige", Documents et Témognances, Paris, 1974.<br />6) È più chiaro chi siano i Poteri Forti in Italia e che tipo di influenza possano avere sulla politica, che tipo di autorità dettino a coloro che al massimo amministrano la cosa pubblica: i suonatori possono e devono cambiare, la musica (ed il direttore d’orchestra), però restano sempre gli stessi!<br />7) Se, per caso, andaste a controllare la stampigliatura dell’anno di emissione riportata sull’euro circolante, con sorpresa constatereste che non ci sono banconote successive al 2002: ma come, non si era detto che una quantità di moneta avrebbe dovuto, annualmente, essere immessa sul mercato per favorire gli scambi di nuova ricchezza? Sì, ma la BCE detiene il metro monetario e la emette quando vuole, arbitrio libidoque! L’inflazione però è bassa, ma la gente non ha materialmente la quantità di moneta necessaria per gli scambi: questa è l’amara realtà! Guardate se qualcuno di questi nostri dementi e piangenti amministratori pubblici alza la voce denunciando il fatto! La casta dei sacerdoti custodi dell’economia insorgerebbe bollando la persona come un folle ignorante: che ne sa di questioni economiche questo incommensurabile bifolco? Chi tocca la moneta muore diceva, giustamente, Maurizio Blondet qualche anno fa, in una conferenza: Lincoln e Kennedy docent.<br /><br /><div align="right">di Luciano Garofoli</div></font></div><br /><div style="margin: 20px; padding: 0px;"><br /></div><div style="margin: 20px; padding: 0px;"><p> <strong style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; letter-spacing: 0.2px;">La truffa del sistema bancario.</strong></p><i style="letter-spacing: 0.2px;"><span face="Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif"><span style="color: #b20009; font-size: 9px;">9/11/2011</span></span></i></div>Ermanno Peciarolohttp://www.blogger.com/profile/09259709846465285466noreply@blogger.com0Italia41.87194 12.5673813.561706163821157 -22.58887 70.182173836178848 47.72363tag:blogger.com,1999:blog-7130500664968721955.post-16365521135446871762022-08-04T11:53:00.004+02:002022-08-04T12:10:04.763+02:00Perché le grandi aziende scappano da Piazza Affari? <p><span face=""Google Sans", Roboto, Arial, sans-serif" style="background-color: #d9ead3; font-size: 27.5px; font-variant-ligatures: none; white-space: pre-wrap;">Da Tod’s alla Roma. E poi Atlantia, Cattolica, Autogrill, Exor e tutti gli altri. Appunti su un capitalismo disorientato e un paese ostile alla cultura del rischio</span></p><p><span style="background-color: #d9ead3;"> <span face="Roboto, Arial, sans-serif" style="font-size: 20px; font-variant-ligatures: none; letter-spacing: 0.125px; white-space: pre-wrap;">Ehi, ma che sta succedendo al capitalismo italiano? L’ultimo caso è stato quello di ieri e ha coinciso con una notizia importante per il mondo economico italiano. La storia forse la conoscete già: Diego Della Valle, con il suo socio francese Bernard Arnault, ha deciso di lanciare un’Offerta pubblica di acquisto sulle azioni Tod’s non in suo possesso per ritirare la sua azienda dal listino di Piazza Affari. In gergo, l’operazione si chiama “delisting” e quello di Della Valle, a capo di un’azienda che fattura circa 884 milioni di euro all’anno, è solo l’ultimo tassello di un mosaico più grande che riguarda la Borsa italiana. Da Piazza Affari andrà via, a settembre, un gigante come Atlantia. E la stessa strada hanno imboccato anche altre realtà importanti per il paese. Autogrill, che in virtù della fusione con Dufry resterà quotata in Svizzera. Un’importante società immobiliare di nome Coima Res. Una società specializzata in occhialeria di nome Fedon. Un’agenzia di rating di nome Cerved. Una famosa compagnia assicurativa come Cattolica. Una private bank specializzata nella gestione dei patrimoni famigliari di nome Banca Investis. Una squadra di calcio come la Roma. Un gigante dell’automotive come la Exor della famiglia Elkann, che ha deciso di dirottare la propria quotazione dalla Borsa di Milano a quella di Amsterdam (fisco più gentile, regole più semplici).</span></span></p><p><span style="background-color: #d9ead3;"><span face="Roboto, Arial, sans-serif" style="font-size: 20px; font-variant-ligatures: none; letter-spacing: 0.125px; white-space: pre-wrap;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi_1A9f5QoJv3Kyw3Q7q4AxoLuMG9sNqRGPtbcrbGZfawv_nA7U626xXcdb9ZkbeFp1tyWqtEmW13HUnTmkmC1KxiOYJOSjnDSS45zqtC8kiqMN8XtA-ok1bOf2kZ9dZ5Ml1WdRdQU_V28GUSXJ6i6ul9dvF-RLXkOXbTf9pP0fPX9SbUV_IHgnh6ld" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="background-color: #d9ead3; color: black;"><img alt="" data-original-height="275" data-original-width="492" height="179" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi_1A9f5QoJv3Kyw3Q7q4AxoLuMG9sNqRGPtbcrbGZfawv_nA7U626xXcdb9ZkbeFp1tyWqtEmW13HUnTmkmC1KxiOYJOSjnDSS45zqtC8kiqMN8XtA-ok1bOf2kZ9dZ5Ml1WdRdQU_V28GUSXJ6i6ul9dvF-RLXkOXbTf9pP0fPX9SbUV_IHgnh6ld" width="320" /></span></a></div><span style="background-color: #d9ead3;"><br /><br /></span><p></p><span style="background-color: #d9ead3;"><span face="Roboto, Arial, sans-serif" style="font-size: 20px; font-variant-ligatures: none; letter-spacing: 0.125px; white-space: pre-wrap;">Continua per gli abbonati su </span><a href="https://www.ilfoglio.it/economia/2022/08/04/news/la-grande-fuga-dalla-borsa-4297144/" rel="nofollow" style="font-family: Roboto, Arial, sans-serif; font-size: 20px; font-variant-ligatures: none; letter-spacing: 0.125px; pointer-events: none; white-space: pre-wrap;" target="_blank">https://www.ilfoglio.it/economia/2022/08/04/news/la-grande-fuga-dalla-borsa-4297144/</a></span>Ermanno Peciarolohttp://www.blogger.com/profile/09259709846465285466noreply@blogger.com0P.za degli Affari, 6, 20123 Milano MI, Italia45.4651396 9.183175717.154905763821155 -25.9730743 73.775373436178853 44.3394257tag:blogger.com,1999:blog-7130500664968721955.post-51357077338578605752022-06-21T23:30:00.013+02:002022-06-22T04:14:13.798+02:00Voto contrario del senatore De Falco sulle Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri Draghi<div><span id="docs-internal-guid-5d80e441-7fff-9675-2d6a-0b161356949f"><div style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: left;"><span style="font-family: Arial; font-size: 10pt; white-space: pre-wrap;">DE FALCO ( Gruppo Misto). Signor Presidente, onorevoli colleghi, Presidente del Consiglio, membri del Governo, in questi ultimi giorni ritengo di aver visto, insieme agli italiani, un pessimo spettacolo. Ritengo di aver visto uno spettacolo indecoroso, che ha mostrato come siano particolarmente sentiti i problemi e le questioni di carattere assolutamente personale: altro che questioni politiche e interessi generali, umanità! Tantissimi di voi, di noi, parlano di umanità in quest'Aula.</span></div><br /><p dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;"><span style="font-family: Arial; font-size: 10pt; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Abbiamo parlato, abbiamo abusato di questi termini oggi in quest'Aula, ma alla fine questa situazione si potrebbe chiamare semplicemente «Ricomincio da tre», per chi la vuol capire. Ricomincio da tre, Ministro degli affari esteri.</span></p><br /><p dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;"><span style="font-family: Arial; font-size: 10pt; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Questa è la vera storia, perché la proposta di risoluzione che alla fine avete così difficoltosamente composto, dopo ore e giorni di trattative in cui i Gruppi parlamentari sfiduciavano il Ministro degli affari esteri, espressione di quella stessa forza politica, dopo tutto questo cosa contiene di così innovativo? Leggiamo: si chiede l'immediata cessazione della guerra e questo va bene; dividiamo i due litiganti ed è facile. Si chiede di proseguire l'impegno a mediare tra le parti, e siamo sempre lì; di garantire sostegno e solidarietà al popolo ucraino e alle istituzioni ucraine; quindi, si deve continuare - e su questo sono d'accordo - nel sostenere l'aggredito e nel non legittimare violenze future da parte di novelli aggressori. Fin qui va bene, ma non è molto innovativo. Si chiede inoltre di continuare a garantire, secondo quanto precisato dal decreto-legge n. 14 del 2022, il necessario coinvolgimento delle Camere, ma è stata aggiunta anche la parola «ampio». Si parla cioè di ampio coinvolgimento delle Camere, secondo quanto previsto dalla legge e, quindi, è sempre lo stesso. Stiamo scherzando?</span></p><br /><p dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;"><span style="font-family: Arial; font-size: 10pt; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Nel frattempo il Gruppo parlamentare Movimento 5 Stelle si scinde, si spacca e 7, 8, 10 vanno da una parte. Quello che accade oggi e che è stato chiamato teatrino è in realtà una tragedia, perché noi stiamo dando una pessima notizia agli italiani che - come è stato ben detto - hanno anche tanti altri problemi.</span></p><br /><p dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;"><span style="font-family: Arial; font-size: 10pt; font-style: italic; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Noi siamo qui a parlare di umanità. Ieri era il 20 giugno - non è molto importante che oggi sia il solstizio d'estate - e cioè la giornata mondiale del rifugiato, ma 908 naufraghi sono rimasti a cuocere sulle barche, perché questa è la nostra umanità. Noi giustamente riceviamo, accogliamo gli ucraini, perché siamo dotati di spirito umanitario. Ma quello spirito umanitario ce lo dimentichiamo quando si tratta di altra gente che viene da altri Paesi del mondo. </span><span style="font-family: Arial; font-size: 10pt; font-style: italic; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; font-weight: 700; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">In questi giorni abbiamo accolto 130.000 persone ucraine e va benissimo. Ma allora mi chiedo che problema rappresentino per questa nostra umanità 29 persone su un'imbarcazione.</span></p><br /><p dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;"><span style="font-family: Arial; font-size: 10pt; font-style: italic; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Il problema allora è che i diritti fondamentali valgono per tutti o semplicemente non esistono. </span><span style="font-family: Arial; font-size: 10pt; font-style: italic; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; font-weight: 700; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">È immonda una umanità differenziata, come sarà erronea - quando tra pochi giorni la avrete - l'autonomia differenziata, che è un'altra legittimazione di differenze non ragionevoli e non giustificabili. Avremo differenziazioni sul territorio italiano anche formali davanti alle leggi delle varie Regioni. Questa è l'umanità.</span></p><br /><p dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;"><span style="font-family: Arial; font-size: 10pt; font-style: italic; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; font-weight: 700; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Annuncio pertanto che voterò contro la proposta di risoluzione n. 5. </span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjUX5hjj4YzVvMPjfBafWeTDAb0OFwzqXNZXVJXZshkZE2l7IdbTvDNESUbxFz8NrpeLellSKnI0f3p9vO7voGRkZuxV4Dvb-W90GY3ZCxpRBVgwo9mJOuALa2hv6FvwmmxsIFkHePu8_DfAhlFte8q4p3stM4dzFA21vN0N_YGTlXG_72TZZZ7MII9" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img alt="" data-original-height="240" data-original-width="180" height="282" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjUX5hjj4YzVvMPjfBafWeTDAb0OFwzqXNZXVJXZshkZE2l7IdbTvDNESUbxFz8NrpeLellSKnI0f3p9vO7voGRkZuxV4Dvb-W90GY3ZCxpRBVgwo9mJOuALa2hv6FvwmmxsIFkHePu8_DfAhlFte8q4p3stM4dzFA21vN0N_YGTlXG_72TZZZ7MII9=w211-h282" width="211" /></a><span style="font-family: Arial; font-size: 10pt; font-style: italic; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; font-weight: 700; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"></span></div><span style="font-family: Arial; font-size: 10pt; font-style: italic; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; font-weight: 700; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span><p></p><br /><p dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;"><a href="https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=hotresaula&part=doc_dc-ressten_rs" style="text-decoration-line: none;"><span style="color: #1155cc; font-family: Arial; font-size: 10pt; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; text-decoration-line: underline; text-decoration-skip-ink: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Legislatura 18ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 443 del 21/06/2022 (Bozze non corrette redatte in corso di seduta)</span></a></p><div><br /></div><div>#Draghi, #DeFalco, #Ucraina, #Migranti, #Autonomiadifferenziata, #Senato, #PalazzoMadama,</div></span></div><div><br /></div>Ermanno Peciarolohttp://www.blogger.com/profile/09259709846465285466noreply@blogger.com1Senato - Piazza Madama, 00186 Roma RM, Italia41.8993865 12.473857941.48961319736803 11.92454149375 42.309159802631967 13.02317430625tag:blogger.com,1999:blog-7130500664968721955.post-14815329926932260652022-01-11T01:26:00.004+01:002022-01-20T17:59:57.629+01:00Quarant’anni di delitti, ricatti e trame occulte: la P2 è morta, ma il piduismo vive<p><br /></p><div class="art-postheadericons art-metadata-icons" style="background-color: #d5d7d7; color: white; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 1px; padding: 1px;"><span class="art-postdateicon" style="display: inline-block; line-height: 1em;"><span class="date">Pubblicato</span> <span class="entry-date" title="10:26">13 Marzo 2021</span></span> | <span class="art-postauthoricon" style="display: inline-block; line-height: 1em;"><span class="author">Da</span> <span class="author vcard"><a class="url fn n" href="https://www.comitato-antimafia-lt.org/author/g0e9n2n0a0r8o0v6/" style="color: white; margin: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none;" title="Visualizza tutti gli articoli di g0e9n2n0a0r8o0v6">g0e9n2n0a0r8o0v6</a></span></span></div><div class="art-postcontent" style="background-color: #d5d7d7; text-align: justify; text-indent: 15px;"><p align="JUSTIFY" style="color: #404445; font-family: Arimo, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 15px; margin: 12px 0px; padding: 0px;"><span style="color: black;"><span face="Arial, sans-serif"><span style="font-size: medium;">L’Espresso </span></span></span><span face="Arial, sans-serif" style="color: black; font-size: medium;">11 MARZO 2021</span></p><p align="JUSTIFY" style="color: #404445; font-family: Arimo, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 15px; margin: 12px 0px; padding: 0px;"><strong><span style="color: black;"><span face="Arial, sans-serif"><span style="font-size: medium;">Quarant’anni di delitti, ricatti e trame occulte: la P2 è morta, ma il piduismo vive</span></span></span></strong></p><p align="JUSTIFY" style="color: #404445; font-family: Arimo, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 15px; margin: 12px 0px; padding: 0px;"><span style="color: black;"><span face="Arial, sans-serif"><span style="font-size: medium;">La loggia segreta di Licio Gelli, scoperta il 17 marzo 1981, era uno Stato nello Stato: 962 massoni infiltrati in tutte le istituzioni. Dal crack Ambrosiano alla strage di Bologna, da Tangentopoli a Berlusconi, l’eredità nera di sistema che sopravvive al suo creatore e condiziona ancora la democrazia</span></span></span></p><p align="JUSTIFY" style="color: #404445; font-family: Arimo, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 15px; margin: 12px 0px; padding: 0px;"><span style="color: black;"><span face="Arial, sans-serif"><span style="font-size: medium;">di Paolo Biondani</span></span></span></p><p align="JUSTIFY" style="color: #404445; font-family: Arimo, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 15px; margin: 12px 0px; padding: 0px;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiok7drbAbmGr1A2fSEcRKnZt1JVaIfWMODlaoZUPtGYRJ1NfW3ez__z-7RAFXwfXbHQP0zK424n2BEJh0BwKP13Z_1nrpOlZBQecxjHllSEDyuXGjygqadGDw4zB5h9jz4c5oZhYQouyQ/" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="577" data-original-width="1050" height="176" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiok7drbAbmGr1A2fSEcRKnZt1JVaIfWMODlaoZUPtGYRJ1NfW3ez__z-7RAFXwfXbHQP0zK424n2BEJh0BwKP13Z_1nrpOlZBQecxjHllSEDyuXGjygqadGDw4zB5h9jz4c5oZhYQouyQ/" width="320" /></a></div><br /><br /><p></p><p align="JUSTIFY" style="color: #404445; font-family: Arimo, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 15px; margin: 12px 0px; padding: 0px;"><span style="color: black;"><span face="Arial, sans-serif"><span style="font-size: medium;">La P2 sembra morta e sepolta, ma il piduismo vive ancora. Sono passati 40 anni dalla storica scoperta dell’elenco degli affiliati alla loggia massonica segreta di Licio Gelli. Un sistema di potere occulto che si era impadronito delle istituzioni. Lui, il grande burattinaio, non c’è più: è deceduto nel dicembre 2015 nella sua villa di Arezzo, libero da anni, nonostante svariate condanne per reati gravissimi. Con il marchio di organizzatore e principale beneficiario della rovinosa bancarotta dell’Ambrosiano. E di stratega dei depistaggi di Stato che hanno ostacolato le indagini sulla strage di Bologna, per favorire i neofascisti dei Nar. Oggi, certo, l’Italia è cambiata, non è più il paese del terrorismo e dei servizi deviati, della mafia padrona e delle banche criminali. Ma le reti di mutuo sostegno nate in quegli anni neri hanno continuato a condizionare la nostra democrazia. Con dinastie di piduisti rimasti in posizioni chiave, nella politica, nell’economia, nei media. Con strategie e parole d’ordine che restano le stesse di allora. Tra soldi spariti, complicità mai confessate, dossier e ricatti che funzionano ancora.</span></span></span></p><p style="color: #404445; font-family: Arimo, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 15px; margin: 12px 0px; padding: 0px;"><span style="color: black;"><span face="Arial, sans-serif"><span style="font-size: medium;"><br />Quarant’anni fa, il 17 marzo 1981, inizia il declino della P2, non la sua sconfitta. Quel giorno viene perquisita a sorpresa la Giovane Lebole (Giole), nota azienda d’abbigliamento con sede a Castiglion Fibocchi. L’ordine è firmato da due giudici istruttori di Milano, Giuliano Turone e Gherardo Colombo. Indagano su due misfatti che si rivelano collegati: l’omicidio di Giorgio Ambrosoli, il liquidatore delle banche private di Michele Sindona, e il finto sequestro dello stesso banchiere siciliano, incriminato per bancarotta fraudolenta in Italia e negli Usa. Questa genesi non va dimenticata: la loggia di Gelli viene smascherata dalle inchieste che portano alla condanna di Sindona, piduista, come mandante dell’omicidio dell’«eroe borghese» Ambrosoli. E che fanno emergere la complicità tra il banchiere e le famiglie italo-americane di Cosa Nostra, diventate ricchissime con il boom dei traffici di droga. Fuggito da New York nell’estate 1979, Sindona si rifugia in Sicilia, protetto dai boss palermitani. E per simulare di essere stato rapito da terroristi di sinistra, si fa sparare a una gamba da un medico massone. Che risulta in stretto contatto con Licio Gelli.</span></span></span></p><p align="JUSTIFY" style="color: #404445; font-family: Arimo, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 15px; margin: 12px 0px; padding: 0px;"><span style="color: black;"><span face="Arial, sans-serif"><span style="font-size: medium;">Turone e Colombo selezionano una squadra di finanziari incorruttibili e ordinano di perquisire, senza informare i superiori, quattro indirizzi. Nei tre ufficiali, compresa villa Wanda, non c’è niente d’importante. L’archivio segreto è nell’ufficio in uso a Gelli alla Giole. Nella cassaforte c’è una lista ordinata, con 962 nomi di affiliati alla misteriosa loggia massonica “Propaganda 2”. Ci sono quattro ministri, 44 parlamentari, tutti i capi dei servizi segreti, l’intero vertice della Guardia di finanza, decine di generali e colonnelli dei carabinieri, esercito, marina, aviazione. E poi prefetti, funzionari centrali e periferici, magistrati, banchieri, imprenditori, direttori di giornali. Una struttura segreta, con gradi e gerarchie, cementata dal vincolo massonico. Uno Stato nello Stato. Che obbedisce a Gelli.</span></span></span></p><p align="JUSTIFY" style="color: #404445; font-family: Arimo, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 15px; margin: 12px 0px; padding: 0px;"><span style="color: black;"><span face="Arial, sans-serif"><span style="font-size: medium;">I giudici milanesi si sentono in dovere di consegnare l’elenco al presidente del Consiglio, Arnaldo Forlani. A riceverli a Roma è il suo capo di gabinetto: piduista anche lui. Il 20 maggio il premier democristiano è costretto a pubblicare la lista. Lo scandalo scuote l’Italia. Una settimana dopo, Forlani si dimette. Nasce il primo governo laico, guidato dal repubblicano Giovanni Spadolini. Il parlamento vara una commissione parlamentare d’inchiesta, presieduta dall’ex partigiana bianca Tina Anselmi. Nel 1982 viene approvata una legge che vieta le associazioni segrete: mai più P2.</span></span></span></p><p style="color: #404445; font-family: Arimo, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 15px; margin: 12px 0px; padding: 0px;"><span style="color: black;"><span face="Arial, sans-serif"><span style="font-size: medium;">La commissione Anselmi, che ha poteri inquirenti, conclude la sua maxi-inchiesta stabilendo che la lista di Gelli è autentica e certifica vere affiliazioni, con riscontri oggettivi come i pagamenti delle quote d’iscrizione, versate su un deposito anonimo alla Banca Etruria. L’elenco però è incompleto: Gelli ha nascosto molte altre carte, centinaia di piduisti restano senza nome. Anche il livello superiore è oscuro. La relazione Anselmi usa la famosa metafora della clessidra: Gelli è al vertice della piramide visibile, ma è a sua volta controllato da strutture più potenti, rimaste occulte.</span></span></span></p><p align="JUSTIFY" style="color: #404445; font-family: Arimo, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 15px; margin: 12px 0px; padding: 0px;"><span style="color: black;"><span face="Arial, sans-serif"><span style="font-size: medium;">La svolta per la legalità, democrazia e trasparenza si esaurisce in pochi mesi. Già nell’estate 1981 la Cassazione strappa a Milano l’indagine giudiziaria sulla P2 e la trasferisce a Roma, dove viene insabbiata per tutto il decennio. I ministeri chiave avviano procedure amministrative che mettono in dubbio la lista sequestrata a Gelli, consentendo ai funzionari massoni di continuare a fare carriera. Caduto Spadolini, illustri piduisti tornano al potere. Il ministro del Bilancio del primo governo Craxi, ad esempio, è Pietro Longo (Psdi), passato alla storia come uno dei pochissimi politici italiani condannati per corruzione ancora prima di Tangentopoli.</span></span></span></p><p style="color: #404445; font-family: Arimo, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 15px; margin: 12px 0px; padding: 0px;"><span style="color: black;"><span face="Arial, sans-serif"><span style="font-size: medium;"><br />Lo scandalo ha effetti profondi nella finanza e nei media, ma solo per ragioni economiche e giudiziarie, non per iniziative politiche. Il Banco Ambrosiano, motore del sistema, fallisce con perdite record per 1.193 miliardi di lire. Le sentenze spiegano che la banca cattolica guidata da Roberto Calvi (ucciso nel 1982 a Londra) era diventata la tesoreria occulta dei capi della P2. Ma anche la cassaforte estera dei fondi neri dello Ior, la banca vaticana, guidata da un cardinale americano che ottiene l’immunità diplomatica. Gelli e il suo braccio destro, Umberto Ortolani, vengono dichiarati colpevoli, in tutti i gradi di giudizio, per aver rubato montagne di soldi, usati tra l’altro per impadronirsi del gruppo Rizzoli-Corsera. Dopo l’arresto in Svizzera, Gelli risarcisce 300 milioni di dollari, ormai sequestrati. Mentre lo Ior ne rimborsa altri 250 «senza ammissioni di colpa».</span></span></span></p><p align="JUSTIFY" style="color: #404445; font-family: Arimo, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 15px; margin: 12px 0px; padding: 0px;"><span style="color: black;"><span face="Arial, sans-serif"><span style="font-size: medium;">Una società simbolo del sistema P2 è una offshore anonima, denominata Bellatrix: custodisce il pacchetto di controllo del Corriere della Sera, ma nessuno la rivendica, per non auto-accusarsi della bancarotta. A liquidarla sono i giudici di Milano che liberano la Rizzoli dalla P2. Calvi e Sindona furono due pionieri della finanza offshore, che oggi è una patologia mondiale.</span></span></span></p><p style="color: #404445; font-family: Arimo, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 15px; margin: 12px 0px; padding: 0px;"><span style="color: black;"><span face="Arial, sans-serif"><span style="font-size: medium;"><br />Con lo scandalo P2 anche i vertici dei servizi segreti vengono spazzati via dalle indagini giudiziarie, quelle sul terrorismo di destra. Risultano piduisti, in particolare, tutti gli ufficiali condannati per aver depistato le inchieste sulle stragi nere, da Milano a Peteano, da Brescia a Bologna. Invece di contrastare il terrorismo, facevano scappare i ricercati con documenti falsi, distruggevano intercettazioni, nascondevano prove, pagavano i latitanti per farli tacere. Lo stesso Gelli è stato condannato come mandante del più spaventoso depistaggio di Stato: armi ed esplosivi nascosti dai militari piduisti del Sismi su un treno per Bologna.</span></span></span></p><p align="JUSTIFY" style="color: #404445; font-family: Arimo, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 15px; margin: 12px 0px; padding: 0px;"><span style="color: black;"><span face="Arial, sans-serif"><span style="font-size: medium;">La relazione Anselmi definisce la P2 «un’organizzazione criminale» con due fasi. La prima è «eversiva»: fino al 1974 Gelli arruola soprattutto militari di destra con tendenze golpiste. E ottiene coperture internazionali da un fronte anti-comunista che va dai servizi americani alla dittatura argentina. La linea cambia in coincidenza con la caduta di Nixon per lo scandalo Watergate. A partire dal 1976 nella P2 entrano imprenditori, politici, banchieri, funzionari, giornalisti. Ora l’obiettivo è conquistare il potere salvando le apparenze della democrazia, come nel «golpe bianco» progettato dal nobile piduista Edgardo Sogno.</span></span></span></p><p style="color: #404445; font-family: Arimo, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 15px; margin: 12px 0px; padding: 0px;"><span style="color: black;"><span face="Arial, sans-serif"><span style="font-size: medium;"><br />Fuori dal perimetro dei processi penali, la P2 rinasce dalle sue ceneri. La relazione Anselmi cita Silvio Berlusconi (tessera 1816) come esempio di imprenditore favorito dalle banche controllate da piduisti, come Montepaschi e Bnl, «al di là di ogni merito creditizio». Lui smentisce (sbugiardato dalle sentenze) e negli anni Ottanta crea il suo impero televisivo, che sembra realizzare lo slogan del «piano di rinascita nazionale» sequestrato alla figlia di Gelli: «Dissolvere il monopolio pubblico in nome della libertà d’antenna». Il gruppo Fininvest accoglie molti ex affiliati, tra cui spicca Maurizio Costanzo, l’intervistatore ufficiale del «signor P2». A fare concorrenza alle tv private dovrebbe pensare la Rai, dove diventa presidente il socialista Enrico Manca: nella lista di Gelli c’era anche il suo nome, ma non si può scrivere che fosse piduista. A escluderlo è una sentenza romana firmata da Filippo Verde, un giudice che incassava soldi in Svizzera, poi assolto o prescritto da tutte le accuse. E la «prova a discarico» che scagiona Manca è una testimonianza orale di Costanzo. Che intanto ammette la propria iscrizione alla loggia segreta. Ed è tuttora il grande vecchio della televisione italiana, pubblica e privata.</span></span></span></p><p align="JUSTIFY" style="color: #404445; font-family: Arimo, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 15px; margin: 12px 0px; padding: 0px;"><span style="color: black;"><span face="Arial, sans-serif"><span style="font-size: medium;">Della P2 si torna a parlare con Tangentopoli. A partire dal 1992 le indagini sulla corruzione svelano il ruolo cruciale di molti piduisti. Come Duilio Poggiolini, corrottissimo capo della commissione farmaci. La maxi-inchiesta Mani Pulite comprova anche lo scandalo del Conto Protezione, descritto in uno dei dossier ricattatori sequestrati nel 1981 alla Giole: una tangente di 7 milioni di dollari, versati da una società estera dell’Ambrosiano a Bettino Craxi e Claudio Martelli, su un conto svizzero prestato dal faccendiere amico Silvano Larini. Soldi chiesti da Gelli a Calvi, che in cambio ottiene prestiti dall’Eni, smistati da un dirigente socialista e piduista, Leonardo Di Donna.</span></span></span></p><p style="color: #404445; font-family: Arimo, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 15px; margin: 12px 0px; padding: 0px;"><span style="color: black;"><span face="Arial, sans-serif"><span style="font-size: medium;">Nel processo simbolo per la maxi-tangente Enimont, invece, trova spazio un altro affiliato, Luigi Bisignani, scoperto a riciclare soldi della Montedison attraverso lo lor: la stessa banca vaticana del crack Ambrosiano. E di tanti scandali successivi, fino alle grandi pulizie ordinate da papa Francesco con la prima riforma anti-riciclaggio.</span></span></span></p><p style="color: #404445; font-family: Arimo, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 15px; margin: 12px 0px; padding: 0px;"><span style="color: black;"><span face="Arial, sans-serif"><span style="font-size: medium;"><br />Nel 1994, con la nascita di Forza Italia e la vittoria di Berlusconi, Fini e Bossi, tornano al governo e in Parlamento schiere di reduci della P2: da Fabrizio Cicchitto ad Antonio Martino, Vito Napoli, Aventino Frau, Publio Fiori, Gustavo Selva. Mentre Massimo De Carolis (tessera 1815) diventa presidente del consiglio comunale di Milano, prima di dimettersi dopo una condanna per corruzione (tangenti sul depuratore, divise con altri ex piduisti).</span></span></span></p><p style="color: #404445; font-family: Arimo, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 15px; margin: 12px 0px; padding: 0px;"><span style="color: black;"><span face="Arial, sans-serif"><span style="font-size: medium;">Il ventennio berlusconiano è costellato di progetti di matrice piduista, di cui Gelli rivendica la paternità in un’intervista a Repubblica: leaderismo e presidenzialismo, riduzione del peso dei partiti, separazione delle carriere tra giudici e pm, attacchi ai magistrati «comunisti». Da allora, nei palazzi del potere, riemergono figure intramontabili: da Vittorio Emanuele di Savoia, riaccolto in Italia con una modifica della Costituzione, a Gian Carlo Elia Valori, il super dirigente pubblico che fu espulso dalla P2 perché faceva concorrenza a Gelli. Mentre Flavio Carboni, il faccendiere condannato per l’Ambrosiano, torna agli arresti con la cosiddetta P3 (tangenti sull’energia eolica, gestite da massoni sardi). E l’eterno Bisignani è tuttora sotto processo a Milano per corruzione, dopo essere stato intercettato con l’amico manager Paolo Scaroni mentre trattava affari con l’Eni in Nigeria e dispensava consigli a ministri.</span></span></span></p><p style="color: #404445; font-family: Arimo, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 15px; margin: 12px 0px; padding: 0px;"><span style="color: black;"><span face="Arial, sans-serif"><span style="font-size: medium;"><br />Per completare il quadro, si potrebbero citare le straordinarie posizioni di potere conquistate, anche in tempi recentissimi, dai figli ed eredi di numerosi piduisti, che però hanno diritto di non rispondere delle colpe dei padri. Per misurare la forza persistente dei legami di loggia, piuttosto, basta studiare le nuove indagini della procura generale di Bologna, che accusa Gelli e Ortolani di essere stati i «mandanti e finanziatori» dell’orrenda strage del 2 agosto 1980. Quarant’anni dopo, la ricerca di verità e giustizia continua a scontrarsi con reticenze di ex ufficiali dei servizi, documenti spariti, menzogne depistanti, mediatori che non ricordano a chi hanno consegnato valigie di soldi della P2, complicità inconfessabili.</span></span></span></p><p align="JUSTIFY" style="color: #404445; font-family: Arimo, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 15px; margin: 12px 0px; padding: 0px;"><span style="color: black;"><span face="Arial, sans-serif"><span style="font-size: medium;">Un caso esemplare è l’interrogatorio di un generale che ha comandato il centro Sid di Padova, una roccaforte della P2. I magistrati di Bologna gli contestano che, nel luglio 1980, aveva ricevuto «il preannuncio della strage» da un giudice anti-terrorismo, Giovanni Tamburino, allertato da un detenuto di destra (poi pestato a sangue). Il generale ha 90 anni, è malato. I magistrati gli mostrano le carte dell’epoca firmate da Tamburino, ma lui nega perfino l’evidenza dell’incontro. E piuttosto di parlare, sceglie di affrontare, poco prima di morire, un’accusa infamante di falsa testimonianza sulla strage. L’ombra della P2 si allunga su molti altri delitti politici irrisolti, dall’omicidio Pecorelli all’assassinio di Piersanti Mattarella. L’ex giudice Giuliano Turone, oggi, commenta: «La P2 fa ancora paura».</span></span></span></p><p align="JUSTIFY" style="color: #404445; font-family: Arimo, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 15px; margin: 12px 0px; padding: 0px;"><span style="color: black;"><span face="Arial, sans-serif"><span style="font-size: medium;">Fonte: </span></span></span><a href="https://www.comitato-antimafia-lt.org/quarantanni-di-delitti-ricatti-e-trame-occulte-la-p2-e-morta-ma-il-piduismo-vive/">Quarant’anni di delitti, ricatti e trame occulte: la P2 è morta, ma il piduismo vive - Antonino Caponnetto ODVAntonino Caponnetto ODV (comitato-antimafia-lt.org)</a></p><div class="article-single-header wide-screen cronaca" style="appearance: none; background-color: white; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-left: auto; margin-right: auto; margin-top: 30px; max-width: 100%; overflow: hidden; padding: 0px; position: relative; text-align: start; text-indent: 0px; width: 1050px;"><div class="article-single-header-details" style="appearance: none; border-bottom: none; box-sizing: border-box; display: flex; flex-flow: row wrap; justify-content: space-between; margin-bottom: 16px; margin-left: auto; margin-right: auto; max-width: 750px;"><a class="author" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/09/17/loggia-ungheria-ecco-i-verbali-del-caso-amara/6323460/#" rel="author" style="appearance: none; background-color: transparent; box-sizing: border-box; color: #766f6c; font-family: flama_semicondensed_semibolRg, sans-serif; font-size: 0.875rem; line-height: calc(18px); margin-top: 50px; text-decoration-line: none; text-transform: uppercase;">DI GIANNI BARBACETTO E ANTONIO MASSARI</a></div><div class="article-single-header-info" style="align-items: center; appearance: none; box-sizing: border-box; display: flex; flex-direction: row; justify-content: space-between; margin-left: auto; margin-right: auto; margin-top: 16px; max-width: 750px; min-height: 44px; overflow: hidden; padding-bottom: 7.5px; padding-top: 7.5px; position: relative;"><div class="date" style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: #766f6c; font-family: flama_semicondensed_basicRg, sans-serif; font-size: 1rem; line-height: calc(20px); text-transform: uppercase;">17 SETTEMBRE 2021</div><div class="social" style="appearance: none; box-sizing: border-box; display: flex; flex-direction: row; height: 24px; justify-content: center;"><a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/09/17/loggia-ungheria-ecco-i-verbali-del-caso-amara/6323460/" style="appearance: none; background-color: transparent; box-sizing: border-box; color: black; display: inline-block; height: 24px; margin-left: 12px; text-decoration-line: none; width: 24px;"><img alt="Comments" class="icon" src="https://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/themes/ifq-extra/img/icons/comments_b40.svg" style="appearance: none; border-style: none; box-sizing: border-box; display: inline-block; height: auto; margin: 0px; position: relative; top: -6px; vertical-align: middle; width: 24px;" /></a><div class="social-icon-share js-social-icon-share" data-share-description="" data-share-post-id="6323460" data-share-title="Loggia ungheria: ecco i verbali del caso Amara" data-share-url="https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/09/17/loggia-ungheria-ecco-i-verbali-del-caso-amara/6323460/" style="appearance: none; background-image: url("../img/icons/share_b40.svg"); background-position: 50% 50%; background-repeat: no-repeat; background-size: 22px; box-sizing: border-box; display: inline-block; height: 24px; position: relative; width: 24px;"></div></div></div></div><div class="entry-content article-single-content" style="appearance: none; background-color: white; box-sizing: border-box; margin-left: auto; margin-right: auto; max-width: 750px; padding-top: 16px; text-align: start; text-indent: 0px; width: 750px;"><section class="article-content access-status" data-content-edition="2021-09-17" data-required-user-level="0" style="appearance: none; box-sizing: border-box;"><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;">Pubblichiamo a partire da oggi alcuni stralci — selezionati per rilevanza dei ruoli pubblici — degli interrogatori resi davanti ai pm della Procura di Milano, Laura Pedio e Paolo Storari, da Piero Amara, ex legale esterno dell’Eni, già condannato per corruzione e ora indagato a Perugia per violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete.</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;"><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">6 dicembre 2019</span></p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;"><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Amara:</span> (…) Devo fare una premessa: io facevo parte di una loggia massonica coperta, formata da persone che io ho incontrato attraverso persone di origine messinese dove questa loggia è particolarmente forte. Mi ha introdotto <span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Gianni Tinebra</span>, magistrato con cui avevo ottimi rapporti. Attraverso questa loggia denominata “Ungheria” ho conosciuto <span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Michele Vietti</span> e tale<span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;"> Enrico Caratozzolo</span>, avvocato di Messina; il capo della cellula messinese per quanto mi dissero Tinebra, Vietti e Caratozzolo era <span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Giancarlo Elia Valori</span>. Della cellula “Ungheria” fa parte anche la dottoressa <span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Lucia Lotti</span> (magistrato a Roma, ndr).</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;">(…)</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;">Fu Vietti a mandarmi Saluzzo (Francesco, ndr) a Roma. Io già sapevo che faceva parte dell’associazione Ungheria e comunque tale circostanza mi fu confermata dal modo in cui mi salutò premendomi il dito indice tre volte sul polso mentre mi stringeva la mano. L’incontro fu organizzato a casa di un imprenditore, di cui non ricordo il nome, amico di <span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Antonio Serrao</span>, detto Tonino, all’epoca direttore generale del Consiglio di Stato e anch’egli partecipe di “Ungheria”. L’incontro avvenne un paio di mesi prima rispetto alla nomina di Saluzzo a Procuratore Generale di Torino, il colloquio fu estremamente chiaro: Saluzzo mi disse che aveva già parlato con <span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Cosimo Ferri</span> ottenendo la disponibilità di MI, mentre aveva dei problemi con la componente laica del Pd e gli serviva un intervento forte di <span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Luca Lotti</span>. Da parte mia io non chiesi nulla di particolare a Saluzzo, ma una sua messa a disposizione qualora ve ne fosse stato bisogno. Preciso che non ho mai chiesto nulla a Saluzzo tranne che in un’occasione: andai da lui per preannunciargli la visita della compagna di Bigotti, tale Barbara Bonino, la quale aveva un’udienza di separazione col suo ex marito. Questa signora poi effettivamente andò da Saluzzo e lui fu cordiale con lei. Naturalmente io rappresentai a Lotti il mio interesse per la nomina di Saluzzo nel corso di un colloquio intervenuto tra di noi vicino piazza di Spagna di fronte al Gregory Jazz Pub.</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;">(…)</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;">Premetto che in altri casi Vietti, in funzione di sue esigenze a me non note, mi chiese di far guadagnare denaro ad avvocati o professionisti a lui vicini e avvenne in quel periodo anche con l’avvocato Conte, oggi presidente del Consiglio, a cui facemmo conferire un incarico dalla società Acquamarcia S.p.A. di Roma, incarico che fu conferito a lui e al professor Alpa, grazie al mio intervento su Fabrizio Centofanti, che all’epoca era responsabile delle relazioni istituzionali di Acquamarcia. L’importo che fu corrisposto da Acquamarcia ad Alpa e Conte, era di 400 mila euro a Conte e di 1 milione di euro ad Alpa. Questo l’ho saputo da Centofanti che si arrabbiò molto perché il lavoro era sostanzialmente inutile, trattandosi della rivisitazione del contenzioso della società, attività che fu svolta da due ragazze in poche ore, e l’importo corrisposto fu particolarmente elevato.</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;">(…)</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;">Aggiungo che l’avvocato <span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Paola Severino</span> è nella lista delle persone appartenenti a “Ungheria”.</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;">(…)</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;"><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Domanda dei pm: </span>Le vicende che sono descritte nell’appunto cosiddetto “Keepwild” sono riconducibili ai suoi rapporti con l’associazione “Ungheria”?</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;"><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Amara:</span> Non tutte. Certamente sono legati a “Ungheria” Andrea Gemma (professore, avvocato, già nel cda Eni, ndr), Antonino Serrao e il Generale Toschi (Giorgio, ex comandante generale Gdf, ndr).</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;"><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Domanda dei pm: </span>Quali altre persone legate alla vicenda Eni fanno parte di “Ungheria”?</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;"><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Amara:</span> Ne fanno parte <span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Fabrizio Siggia</span>e ne faceva parte <span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Vincenzo Armanna</span> (ex dirigente Eni, ndr) fino a quando non è stato “posato”. Fu <span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Bisignani</span>, che fa parte anche lui di “Ungheria”, che chiese di ‘posare’ Armanna. Mi chiedete quando sia accaduto e lo colloco nel 2015. La vicenda Eni ha avuto una rilevanza, ma c’erano anche altre relazioni tra di loro che hanno avuto peso maggiore.</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;">(…)</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;"><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">De Ficchy </span>che era persona alla quale io potevo arrivare perché faceva parte dell’associazione “Ungheria”.</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;">(…)</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;"><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Domanda dei pm: </span>Che rapporti vi sono tra la circostanza di cui ha riferito ieri attinenti alla nomina del Procuratore di Milano e l’eventuale operatività di “Ungheria”?</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;"><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Amara:</span> Sì, nel senso che la rete relazionale di “Ungheria” fu utilizzata per condizionare la nomina del Procuratore di Milano. Come vi ho detto, si sollecitarono candidature di persone amiche o alle quali si poteva in qualche modo accedere, tra cui come ho detto tale Amato (Giuseppe, ndr), che però non fa parte dell’associazione. Amato fu invitato a presentare la candidatura da Ferri e Palamara. Ferri ricopre un incarico molto importante in Ungheria.</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;"><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Domanda dei pm: </span>Chi aderisce all’associazione “Ungheria”?</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;"><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Amara:</span> Magistrati, Forze dell’Ordine, alti dirigenti dello Stato e alcuni imprenditori. Conservo una lista di circa 40 persone.</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;"><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">14 dicembre 2019</span></p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;"><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Domanda dei pm: </span>Nel precedente interrogatorio del 06.12.2019 ha fatto riferimento a quella che Lei ha definito una loggia massonica coperta denominata “Ungheria” della quale Lei stesso fa parte insieme ad altri esponenti della magistratura, del mondo politico, dell’imprenditoria, delle forze dell’ordine, dell’avvocatura. Ci può spiegare in quale momento è entrato a far parte in questo gruppo, in che modo, tramite chi?</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;"><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Amara: </span>Per rispondere a questa domanda devo prima riferire il contesto nel quale è nata la mia partecipazione all’associazione. A partire dal 2005 ho frequentato con una certa assiduità l’O.P.C.O. (Osservatorio Permanente sulla Criminalità Organizzata) nel quale mi coinvolse Gianni Tinebra, all’epoca procuratore a Caltanissetta. Avevo conosciuto Tinebra attraverso Carola Parano (Direttrice dell’Opco) e Giuseppe Toscano (procuratore aggiunto di Siracusa).</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;">(…)</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;">Ho svolto la mia attività nell’ambito dell’Opco, dedicandomi all’organizzazione di convegni e di studi in materia di criminalità organizzata e sono stato particolarmente apprezzato da Gianni Tinebra il quale – a un certo punto – ritenne che avessi le caratteristiche per essere introdotto in un gruppo più ristretto di persone che condividevano gli ideali dello Stato liberale e che erano legati da un vincolo di solidarietà, amicizia e disponibilità, rappresentandomi che nel corso della mia vita questo mi sarebbe stato molto utile. Sottolineo la frase di “Stato liberale” perché questa mi fu più volte rimarcata in quanto il gruppo si proponeva di affermare i principi di uno Stato garantista contro quella che appariva già all’epoca una deriva giustizialista, quello che poi nel tempo mi fu rappresentato essere lo spirito della corrente della magistratura denominata “Magistratura Indipendente”, molti esponenti della quale fanno parte di Ungheria. Mi rendo conto che questa tuttavia era una foglia di fico, in quanto il gruppo si è risolto in un sostanziale scambio di favori. Per quello che io ho potuto vedere, questo gruppo ha rappresentato e rappresenta quello che definirei una sorta di contropotere, a volte anche più forte della politica. Con questa espressione intendo fare riferimento al fatto che il gruppo è in grado collocare persone di sua fiducia in posti chiave, soprattutto ai vertici delle forze dell’ordine e della magistratura, e che le nomine di queste persone vicine al gruppo vengono decise in luoghi diversi da quelli istituzionali. Ricordo, per esempio, che in occasione della nomina del procuratore di Firenze, a me fu fatto il nome di tale Leonida Primicerio da un generale della Guardia di finanza, tale Genzano. Presentai questo magistrato a Luca Lotti, indicandolo come magistrato a sua totale disposizione: vi riferisco come prove di questo che egli durante il mio colloquio con Lotti rimase appostato dietro una macchina in attesa di essere chiamato. Lotti aderì alla mia richiesta, ma tuttavia non riuscì a far nominare Primicerio in quanto Michele Vietti (aderente al gruppo Ungheria) impose la nomina di Creazzo. Tale circostanza, cioè dell’interesse e della volontà di nominare Creazzo, fu da me direttamente verificata con Vietti.</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;">(…)<br style="appearance: none; box-sizing: border-box;" />Tornando al mio ingresso in Ungheria, ricordo che Gianni Tinebra organizzò una cena di presentazione presso la sede di Opco, servita da un catering a Siracusa. Alla cena parteciparono oltre a me e Tinebra, Alessandro Centonze (sostituto procuratore della Dda di Catania), Sebastiano Ardita (sostituto procuratore a Catania), Giuseppe Toscano (procuratore aggiunto a Siracusa), il figlio Attilio Toscano (professore associato di Diritto amministrativo a Catania). Doveva partecipare alla cena anche Giuseppe Zafarana , all’epoca, mi pare, con il grado di colonnello della Guardia di finanza, che poi invece non venne. Ho poi saputo a proposito di Zafarana che era entrato in Ungheria presentato da Giuseppe Toscano. La cena si è svolta tra il 2006 e il 2007</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;">(…).<br style="appearance: none; box-sizing: border-box;" />Tinebra poi mi disse che aderivano alla associazione anche i magistrati Franco Cassata (Procuratore Generale a Messina), Fazio (presidente della Corte d’Appello di Messina) e Francesco Paolo Giordano (sostituto procuratore a Caltanissetta). Ricordo tra gli episodi nei quali un associato è stato obbligato a fare qualcosa che in condizione di libertà forse non avrebbe fatto, quanto mi riferì Alessandro Centonze. All’epoca Tinebra (procuratore a Caltanissetta) voleva che fosse richiesta l’archiviazione di un procedimento a carico di Silvio Berlusconi. Il Sostituto che aveva in carico quel fascicolo era Alessandro Centonze il quale non voleva chiedere l’archiviazione, ma fu costretto a farlo in virtù del vincolo associativo come lui stesso mi disse.</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;">(…)</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;">La gestione complessiva delle vicende processuali di Silvio Berlusconi a Caltanissetta portò Tinebra a essere nominato responsabile del Dap, come lui stesso mi disse.<br style="appearance: none; box-sizing: border-box;" />(…)</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;">Nel 2009 Tinebra mi presentò Michele Vietti. L’incontro avvenne in occasione di un convegno organizzato a Siracusa da una organizzazione culturale – che mi riservo di indicare sia quanto a nome che a date –. Vietti mi fu presentato nel corso di un incontro privato tra me, lui e Tinebra in corso Gelone a Siracusa (presso un bar), Tinebra volle presentare me a Vietti come persona di sua fiducia. In quella occasione mi dissero che i promotori dell’associazione erano – oltre a loro due – Enrico Caratozzolo e Giancarlo Elia Valori. Mi dissero che loro quattro, oltre che essere promotori di Ungheria, erano anche massoni e mi spiegarono che non c’era coincidenza necessaria tra l’appartenenza alla massoneria e all’associazione Ungheria, tuttavia circa l’80% degli aderenti alla massoneria. Quanto a Caratozzolo, mi dissero che egli nonostante la giovane età, era particolarmente importante, anche in ragione di un consolidato rapporto tra suo padre e Michele Vietti, entrambi massoni. Sempre in quella occasione, mi riferirono che Giancarlo Elia Valori era il capo di Ungheria.<br style="appearance: none; box-sizing: border-box;" />(…)</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;"><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Domanda dei pm:</span> Lei ha avuto rapporti diretti con la Severino che attestassero la partecipazione di quest’ultima a Ungheria?<br style="appearance: none; box-sizing: border-box;" /><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Amara:</span> No, non ho avuto rapporti diretti con lei su questo tema. Faccio però presente che Paola Severino è presente nella lista degli appartenenti a Ungheria e – come ho già detto – la sua partecipazione mi è stata riferita chiaramente da Michele Vietti. Ho avuto una sola interlocuzione con la Severino nell’ambito della mia attività di legale nominato dalla struttura commissariale dell’Ilva. In particolare abbiamo avuto una conference call di coordinamento in quanto la Severino seguiva le vicende Ilva milanesi. Questo è avvenuto nel 2016.<br style="appearance: none; box-sizing: border-box;" />(…)</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;"><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Domanda dei pm:</span> Ci descriva cosa è accaduto dopo che Lei si è manifestato con Verdini.<br style="appearance: none; box-sizing: border-box;" /><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Amara:</span> Il rapporto con Verdini, a differenza di quello con Vietti, è stato caratterizzato da grande confidenza e Verdini mi ha presentato diverse persone che appartengono all’associazione. Innanzitutto, Cosimo Ferri, che io già sapevo essere legato a Ungheria, perché me lo avevano detto sia Tinebra che Ardita. Oltre a Cosimo Ferri mi furono indicati come esponenti di Ungheria i magistrati Pontecorvo e Racanelli, entrambi hanno fatto parte del Csm. Ricordo in particolare un incontro avvenuto tra me, Ferri, Pontecorvo, Racanelli e Verdini all’interno della Galleria Alberto Sordi a Roma. In quell’incontro, io sapevo già che eravamo tutti legati a Ungheria e comunque il tenore della conversazione non lasciò equivoci sulla comune appartenenza. Da Verdini ho saputo dell’appartenenza alla associazione del generale Toschi della Guardia di Finanza, del generale Del Sette dei Carabinieri e del generale Saltalamacchia dei Carabinieri. (…) Da Verdini ho appreso anche che Luigi Bisignani è un appartenente di Ungheria e lo stesso mi disse Michele Vietti. Con Bisignani ho avuto anche rapporti diretti.</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;">(…)</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;">Sempre Verdini mi disse che Filippo Patroni Griffi, già presidente del Consiglio di Stato, era un appartenente. Patroni griffi mi fu presentato da Luigi Caruso (vicepresidente della Corte di Conti) anch’egli appartenente a Ungheria. Così come Pasquale Squitieri (già presidente della Corte dei Conti).</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;"><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">15 dicembre 2019</span></p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;">(…) A settembre 2014 si è insediato il nuovo Csm sul quale, come ho detto, l’associazione Ungheria-Magistratura Indipendente aveva un potere assoluto. Il potere di Ungheria sul Csm si sviluppava secondo il seguente schema: all’apice c’erano Cosimo Ferri e Michele Vietti. Il primo, leader assoluto di Magistratura Indipendente, e il secondo all’apice dell’associazione Ungheria. Cosimo Ferri controllava Luca Palamara, membro del Csm e leader di Unicost. All’interno del Csm il vicepresidente Giovanni Legnini era stato affiliato (nel nostro gergo l’espressione “fatto” o “sverginato”’) a Ungheria da Pasquale Dell’Aversana. Facevano parte ancora di Ungheria i seguenti membri del Consiglio Superiore della Magistratura: Lorenzo Pontecorvo, Antonio Leone, Giorgio Santacroce, Paola Balducci (…), Claudio Galoppi, Pasquale Paolo Maria Ciccolo, Vincenzo Carbone e Giovanni Canzio. Altri componenti del Csm, pur non essendo aderenti all’associazione Ungheria erano purtuttavia controllabili e in particolare Giuseppe Fanfani (direttamente da Lotti e Maria Elena Boschi), Maria Rosaria San Giorgio e Riccardo Fuzio (controllati da Luca Palamara), Luca Forteleoni (direttamente controllato da Ferri).<br style="appearance: none; box-sizing: border-box;" />Un ruolo molto importante nelle decisioni che assumeva il Csm lo aveva Angelantonio Racanelli, allora segretario di Magistratura Indipendente.</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;">(…).</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;"><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">16 dicembre 2019</span></p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;"><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Domanda dei pm:</span> Lei ha riferito di un suo coinvolgimento come associato di Ungheria nella nomina del Procuratore di Milano nel 2016: ci può riferire che attività ha svolto in questa vicenda?<br style="appearance: none; box-sizing: border-box;" /><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Amara:</span> La nomina del Procuratore di Milano è stata una delle vicende per le quali mi sono impegnato come associato di Ungheria nell’interesse di Eni. Il mio impegno in questa operazione è stato inteso in quanto l’Eni era fortemente interessata ad avere un procuratore di Milano controllabile e soprattutto che potesse “contenere” l’attività investigativa che De Pasquale da anni svolgeva nei confronti di Eni.<br style="appearance: none; box-sizing: border-box;" />La decisione di attivarmi per condizionare la nomina nacque nell’ambito di una interlocuzione continua che avevo con Claudio Granata. Come ho riferito in un precedente interrogatorio, quando il mio rapporto con Granata si è consolidato nel 2014, abbiamo cominciato a ragionare sulla possibilità di creare un certo consenso intorno all’Eni e in particolare di “sensibilizzare” uffici giudiziari, forze dell’ordine e in generale l’opinione pubblica sull’importanza delle attività svolte dall’Eni all’estero. L’obiettivo, poi, in verità, soprattutto nella vicenda milanese, è stato quello di prendere possesso della Procura.<br style="appearance: none; box-sizing: border-box;" />(…)<br style="appearance: none; box-sizing: border-box;" />La candidatura di Greco apparve da subito molto forte e difficile da superare. La scelta di Amato era funzionale allo scopo e cioè di avere un Procuratore gestibile. Amato accettò di presentare la domanda consapevole che – nel caso di nomina – avrebbe dovuto essere disponibile. I tempi furono piuttosto lunghi, per quello che ricordo, e il progetto non andò in portò. La ragione per cui non andò in porto è che la candidatura di Greco era oggettivamente difficile da superare e poi lo stesso Palamara non era interessato in via diretta alla Procura di Milano. Ciò, unitamente alle difficoltà che incontrava all’interno della sua corrente, determinò il fallimento del progetto.</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;"><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">11 gennaio 2020</span></p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;"><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Domanda dei pm:</span> Vi sono prelati appartenenti all’associazione Ungheria?<br style="appearance: none; box-sizing: border-box;" /><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Amara:</span> Ho letto nella lista di Caruso tre nomi: Vescovo (o monsignor) Adreatta, Monsignor Rocco Palmieri, Cardinale Parolin (Segretario di Stato di Sua Santità). Non conosco personalmente queste tre persone.<br style="appearance: none; box-sizing: border-box;" /><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Domanda dei pm:</span> Ci sono degli imprenditori appartenenti a Ungheria?<br style="appearance: none; box-sizing: border-box;" /><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Amara:</span> Bazoli, la mia fonte è la lista; Antonello Montante che io ho conosciuto circa nel 2007/2008 attraverso il Generale della Gdf Carmine Canonico. L’appartenenza di Montante a Ungheria mi è stata riferita direttamente da Gianni Tinebra e dallo stesso Montante. L’occasione fu quella in cui sia Tinebra che Montante cercarono di far desistere il pubblico ministero Musco dal coltivare iniziative processuali nei confronti di aziende facenti capo a Emma Mercegaglia. Fusillo è un imprenditore pugliese che ho conosciuto e che ho incontrato a Roma. Mi sono presentato a Fusillo con le modalità “Ungheria”, non ricordo chi me lo ha mandato; probabilmente un comune amico.<br style="appearance: none; box-sizing: border-box;" />Iacobini padre e figlio (entrambi coinvolti nell’attuale vicenda della Banca Popolare di Bari). Ho incontrato il figlio di Iacobini nel 2015 a Roma in un bar di via Barberini. Iacobini mi fu mandato da Filippo Paradiso, era Iacobini che sapeva che io partecipavo a Ungheria. Iacobini venne da me in quanto aveva necessità di un contatto con Luca Lotti per ottenere l’approvazione di un decreto legge che riguardava le banche popolari. Non conosco e né ricordo il contenuto di tale decreto. Ne parlai con Bacci e Lotti e organizzai poi un incontro con Bacci e Iacobini nello stesso bar di via Barberini. In quella occasione Bacci disse che il decreto poteva essere approvato, ma che doveva essere firmato un contratto di consulenza tra Iacobini e Bacci o società da lui indicate prima dell’approvazione del decreto e con pagamento dopo l’approvazione. So che il contratto è stato formalizzato, ma poi non ho più seguito la vicenda, Iacobini mi rappresentò che c’era un forte ritardo nell’approvazione del decreto.<br style="appearance: none; box-sizing: border-box;" />De Benedetti è un nome che ho letto nella lista di Caruso. “B.B.” è una sigla che era riportata nella lista e che secondo Caruso era riferibile a Silvio Berlusconi.</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;"><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Le reazioni dei personaggi citati</span></p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;"><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">L’Eni</span>, in merito ai verbali di Amara, precisa che “è oramai provato in numerosi atti e documenti a disposizione della magistratura e disponibili in molteplici sedi che Piero Amara, nelle iniziative intraprese a Trani e Siracusa, perseguisse interessi propri e di propri sodali ed ex-dirigenti di Eni a fini squisitamente economici e di potere interno. Mai e poi mai Piero Amara ha ricevuto da Eni “mandati occulti” di interferire con il corso della giustizia. E’ assolutamente falso (oltre che risibile) che Eni potesse essere interessata alla nomina di un Procuratore di Milano “controllabile” orientato a “contenere” l’attività investigativa del Dr De Pasquale: Eni rispetta e nutre fiducia nell’operato della magistratura con cui notoriamente collabora proattivamente in sede di indagine e, quando a giudizio, si difende nelle sedi opportune con la forze delle proprie ragioni e della correttezza del proprio agire (più volte riconosciute anche in via definitiva dai tribunali). Qualunque azione possa aver compiuto Piero Amara in questo senso è imputabile a lui ed ai suoi sodali. Ricordiamo che le indagini e il processo sulle vicende Eni-Nigeria sono durate anni, senza alcun contenimento, e che hanno portato a un’assoluzione di Eni e dei suoi manager perché il fatto non sussiste.</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;">“Sono false e prive di fondamento le dichiarazioni rese da Piero Amara sull’”interlocuzione continua” con Claudio Granata, che non si è mai verificata, così come l’accordo tra le due parti descritto da Amara, inesistente, che sarebbe stato volto a creare consenso sulle attività di Eni e a “prendere possesso della Procura”. “Piero Amara – prosegue l’Eni – è stato denunciato da anni (e ben prima che Amara rendesse le sue dichiarazioni di fine 2019/inizio 2020) da Eni e da suoi manager, compreso Claudio Granata, per le dichiarazioni calunniose rese in più ambiti di indagine. Eni ed i suoi manager attendono da tempo gli esiti delle indagini a carico di Amara e faranno valere nelle sedi di giurisdizione le proprie ragioni come parti offese. Nel frattempo, come noto, Eni ha promosso sin da luglio 2019 causa civile conto Piero Amara per i danni alla propria reputazione, causa che è tuttora in corso”.</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;"><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Paola Balducci, ex del Csm</span>: “In relazione alle dichiarazioni farneticanti rese dall’Avv. Amara e pubblicate da ieri sui quotidiani nazionali circa una mia presunta partecipazione ad una presunta loggia denominata Ungheria, ho già dato mandato ai miei legali al fine di presentare denuncia per calunnia”.</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;"><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">L’avvocato Carlo Taormina, difensore di Antonello Montante</span>, afferma invece: “Con riferimento alla notizia pubblicata dal <em style="appearance: none; box-sizing: border-box;">Fatto</em> secondo la quale dai verbali e interrogatorio dell’Avv. Piero Amara, risulterebbe che il dichiarante avrebbe indicato Antonello Montante, ex Presidente di Confindustria Sicilia e Vice Presidente di Confindustria Nazionale, come appartenente alla cosiddetta “Loggia Ungheria”, rappresento, in nome e per conto del predetto, che egli non ha mai avuto modo di conoscere l’Avvocato Amara, non sa di cosa si tratti quando si fa riferimento alla “Loggia Ungheria”, respinge ogni possibile insinuazione e chiede che della presente missiva sia dato conto nel giornale da Lei diretto”.</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;"><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Luca Lotti</span> afferma: “Ho già querelato l’Avv. Piero Amara con richiesta di risarcimento danni in sede civile per le dichiarazioni rilasciate in tv lo scorso 27 maggio 2021: fatto questo a suo tempo riportato da agenzie di stampa e da altri organi di informazione. Leggo sul vostro giornale altre affermazioni dell’Avv. Amara su di me totalmente inventate e prive di ogni fondamento che infangano il mio nome e il mio onore: motivo per cui stamattina ho depositato una seconda querela. Faccio inoltre notare che insieme ai fantasiosi contenuti dei verbali pubblicati oggi, per correttezza e completezza di informazione nei confronti dei lettori, sarebbe stato utile ricordare la mia precedente querela”.</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;"><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Giuseppe Amato, Procuratore della Repubblica di Bologna</span>, scrive: “Con riferimento alle notizie apparse sul <em style="appearance: none; box-sizing: border-box;">Fatto quotidiano</em> del 17 settembre 2021, in particolare alle dichiarazioni dell’avvocato Amara gravemente diffamatorie e grossolanamente calunniose, rendo noto di avere già dato mandato al mio difensore di fiducia di querelare l’avvocato Amara e di valutare ogni azione a tutela della mia reputazione, così gravemente ed ingiustificatamente lesa, in ogni sede di competenza, anche a carico di chi abbia contribuito a divulgare le suddette dichiarazioni”.</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;">Mentre secondo <span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">il generale Giuseppe Zafarana</span> “le dichiarazioni dell’Avv. Piero Amara riportate da alcuni organi di informazione circa una presunta appartenenza del sottoscritto e del mio predecessore, Generale Giorgio Toschi, alla cosiddetta “loggia Ungheria” sono prive di qualsiasi fondamento. Di fronte alle calunniose affermazioni rese dall’Avv. Piero Amara ai magistrati, divenute oggetto di ampia divulgazione, con profonda amarezza sono costretto a dover rendere una pubblica dichiarazione che mai avrei immaginato di dover fare nella mia vita. Non ho mai aderito ad associazioni di alcun genere, tantomeno di natura segreta. Non soltanto non ho mai aderito, ma neppure ho mai lontanamente pensato di poterlo fare, in quanto una tale iniziativa sarebbe del tutto estranea al mio stile di vita, ai valori in cui credo e alla mia etica di comportamento”.</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;">“Ho giurato fedeltà solamente una volta – prosegue il generale Zafarana – e l’ho fatto verso la Repubblica e la sua Costituzione! Non ho mai conosciuto l’avvocato Piero Amara, né il dott. Giuseppe Toscano; tantomeno ho mai avuto conoscenza dell’associazione OPCO. Ho appreso dell’esistenza dell’avvocato Amara solo nei primi mesi del 2017, allorquando, da Capo di Stato Maggiore del Comando Generale, fui interessato da parte della Procura della Repubblica di Roma e della competente linea gerarchica del reparto operante in ordine alle esigenze organizzative connesse alle investigazioni che lo riguardavano. Come sempre si è fatto per far fronte ai contesti investigativi più delicati nei quali la Guardia di Finanza è chiamata a dare il proprio contributo alle Procure della Repubblica sull’intero territorio nazionale, specie quelle maggiormente impegnate, anche in queste indagini il Corpo ha messo in campo le migliori risorse, ottenendo risultati di indubbia efficacia. Durante tutto il periodo in cui si sono protratti gli accertamenti che hanno riguardato i procedimenti penali nei quali è stato coinvolto l’avvocato Amara, ho adottato (o fatto adottare) – sia nelle vesti di Capo di Stato Maggiore, unitamente all’allora Comandante Generale, Generale Giorgio Toschi, sia allorquando ho assunto l’attuale incarico – talune decisioni volte a fornire il massimo supporto possibile all’Autorità giudiziaria procedente sulla base delle esigenze da questa prospettate. Ripongo la mia più assoluta fiducia nell’Autorità giudiziaria, che saprà sicuramente accertare la verità dei fatti onde tutelare l’onore e l’immagine dell’Istituzione Guardia di Finanza tutta. Ho già dato mandato ai miei legali di procedere in via giudiziaria per calunnia a protezione del buon nome del Corpo, oltre che della mia persona”.</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;">Anche le toghe citate si muovono: gli alti magistrati <span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Giovanni Canzio, primo presidente emerito della Corte di Cassazione e Pasquale Ciccolo, procuratore generale emerito sempre presso la Cassazione</span>, rendono noto di aver dato mandato al loro legale di fiducia di querelare l’avvocato Piero Amara. La querela è in ordine alle dichiarazioni “gravemente diffamatorie e grossolanamente calunniose” rese nei loro confronti e pubblicate ieri da Il Fatto Quotidiano”.</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;"><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">I legali di Luca Palamara</span> scrivono: “Gli atti più rilevanti dell’inchiesta nei confronti del dottor Palamara sono stati veicolati in anticipo, sin dall’inizio, dai mass media. Stupisce come si sia utilizzato il bisturi per selezionare dichiarazioni che hanno comportato la modifica dell’imputazione, poi nuovamente modificata, omettendo di depositare un atto completo reso, nei suoi contenuti sostanziali, già nel dicembre 2019”. Così, in una nota Benedetto Buratti, Roberto Rampioni e Mariano Buratti, difensori dell’ex consigliere del Csm Luca Palamara. “Atti – proseguono i difensori – non depositati anche se particolarmente rilevanti per la difesa nella delicata fase dell’udienza preliminare, atti in grado di chiarire le numerose incongruenze durante le indagini come la mancata iscrizione del presunto corruttore e la direzione delle stesse. Anche ora acquisiamo, non nel processo ma fuori dal processo, elementi fondamentali per la difesa del nostro assistito, privato, è il caso di dirlo, dei suoi diritti”, sottolineano i penalisti.</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;"><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Il generale Giorgio Toschi, già comandante generale della Guardia di Finanza</span>: “Sin dalla lettura, in data 5 maggio, di quanto pubblicato sulla testata giornalistica <em style="appearance: none; box-sizing: border-box;">La Verità</em>, che riportava una affermazione dell’Avv. Pietro Amara durante un interrogatorio reso alla Procura di Milano il 6 dicembre 2019, secondo cui ‘sicuramente sono legati a Ungheria….(omissis)…il Generale Toschì, al fine di tutelare la mia onorabilità ho sporto denunzia all’Autorità Giudiziaria smentendo categoricamente ogni mia appartenenza a qualsivoglia associazione ed in particolare alla presunta Loggia Ungheria e di conoscere l’Avv. Amara. Con ancor più sdegno e sorpresa leggo oggi su altre testate giornalistiche (<em style="appearance: none; box-sizing: border-box;">Il Riformista</em> e <em style="appearance: none; box-sizing: border-box;">Il Fatto quotidiano</em>) riportare le stesse calunniose dichiarazioni rese dal predetto professionista e ciò conferma la mia volontà di ottenere tutela del mio onore, della mia reputazione e della mia storia personale e professionale”.</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;"><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Tullio Del Sette, ex Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri</span>: “Ho letto, come tanti, su alcuni giornali, dichiarazioni che sarebbero state rilasciate alla Magistratura da un personaggio a me sconosciuto, il quale avrebbe affermato di una asserita mia partecipazione ad una associazione di cui ignoravo e ignoro l’esistenza. L’affermazione è gravemente calunniosa e diffamatoria della mia dignità di cittadino e di Ufficiale dell’Arma, che mi onoro di aver servito con fedeltà e disciplina lungo quasi mezzo secolo di vita. Ritengo mio dovere prima che mio diritto, perciò, presentare denuncia- querela all’Autorità Giudiziaria affinché siano penalmente perseguite queste indegne e fantasiose affermazioni”.</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;">“Non conosco Piero Amara nè Denis Verdini e non ho avuto alcun incontro con lui alla Galleria Alberto Sordi. I fatti riportati sono storicamente inesistenti”. Così <span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">l’ex consigliere togato del Csm e ora presidente di sezione al Tribunale civile di Roma Lorenzo Pontecorvo</span> dopo la pubblicazione sul <em style="appearance: none; box-sizing: border-box;">Fatto Quotidiano</em> dei verbali resi ai pm di Milano da Piero Amara. “Non faccio parte di nessuna presunta loggia – sottolinea – non ho idea di cosa si tratti. Conosco alcuni dei magistrati menzionati per via del mio lavoro ma non le altre persone citate. Mi riservo di formulare le dovute denunce per calunnia”.</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;">Sulla stessa linea <span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Giovanni Legnini. ex presidente del Csm</span>: “Apprendo da un articolo di stampa che sarei citato in un plico anonimo che legherebbe il mio nome alla cosiddetta Loggia Ungheria. A tal proposito è doveroso precisare che ho avuto notizia dell’esistenza di tale organizzazione dai giornali. Mai ho ricevuto da alcuno richieste di affiliazioni ad organizzazioni segrete o logge di alcuna specie; non ho mai conosciuto nè intrattenuto alcun rapporto con l’avvocato Amara, nei confronti del quale presenterò querela per calunnia. C’è da chiedersi a quali obiettivi corrisponda la diffusione di notizie incredibili e false”.</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;"><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Il Presidente del Consiglio di Stato, Filippo Patroni Griffi</span>: “Non ho mai fatto parte di nessuna loggia, tantomeno la cosiddetta Loggia Ungheria. Ho già presentato un esposto per calunnia a dicembre scorso in relazione a dichiarazioni rese dell’avvocato Amara. Mai avrei pensato nella mia vita di dovermi trovare a smentire dichiarazioni tanto calunniose quanto fantasiose”.</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;">“Loggia Ungheria? Mai saputo della sua esistenza, non ho mai fatto parte di alcuna loggia, non ho mai frequentato l’avvocato Amara”. Così il <span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">deputato Cosimo Maria Ferri</span> dopo la pubblicazione sul <em style="appearance: none; box-sizing: border-box;">Fatto Quotidiano</em> dei verbali resi ai pm di Milano da Piero Amara. “Le sue dichiarazioni sono farneticanti e destituite di ogni fondamento – sottolinea – la stessa autorità giudiziaria ne accerterà il contenuto calunnioso. Ho già dato mandato ai miei legali di presentare una denuncia querela. Chi c’è dietro queste dichiarazioni? Quale è l’obiettivo?”.</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;">“Non ho mai fatto parte di alcuna Loggia, nè sono a conoscenza dell’esistenza di una presunta loggia Ungheria. Escludo di aver mai incontrato Denis Verdini e Piero Amara. Ovviamente conosco di nome l’ex senatore Verdini trattandosi di personaggio politico noto”. A dirlo il <span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">procuratore aggiunto Angelatonio Racanelli</span>, sempre in merito ai verbali di Amara. “Di fronte alle dichiarazione di Amara non so se piangere o ridere. Piangere per il livello che ha assunto nel nostro Paese la lotta politica anche all’interno della magistratura o ridere per la palese infondatezza delle affermazioni dell’avvocato Amara. Aggiungo anche che personalmente – spiega – non conosco molte delle persone tirate in ballo dall’avvocato Amara come appartenenti a questa presunta Loggia”.</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;">“Quanto prima – annuncia il magistrato – procederò a presentare denuncia per calunnia nei confronti dell’avvocato Amara sempre che le dichiarazioni allo stesso attribuite così come pubblicate oggi sul <em style="appearance: none; box-sizing: border-box;">Fatto Quotidiano</em> corrispondano al contenuto degli interrogatori resi. Spero si faccia piena luce sulle vicende relative alla diffusione dei verbali di interrogatorio dell’avvocato Amara e alla loro circolazione anche all’interno di luoghi istituzionali: vi sono molti aspetti oscuri che meritano di essere chiariti. Mi pongo solo una domanda: chi c’è dietro l’avvocato Amara?”.</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;"><span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Il presidente del Consiglio di presidenza della Giustizia Tributaria ed ex consigliere laico del Csm Antonio Leone</span>: “E’ successo che qualche amico mi abbia chiesto se sono stato in Ungheria e io ho risposto che sono stato a Budapest. Per il resto quando ho letto il mio nome ho sorriso”.</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;">“Non ho mai avuto contatti di alcun tipo con l’avvocato Amara”. Lo afferma <span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">l’ingegnere Carlo De Benedetti</span>, che in una nota “smentisce categoricamente” quanto affermato dal <em style="appearance: none; box-sizing: border-box;">Fatto Quotidiano</em>.</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; color: black; font-family: Georgia, Times, "Times New Roman", serif; font-size: 25px; margin-top: 0px;">“Il 10 agosto chiedevo alla Procura di Perugia ai fini difensivi il rilascio di atti che ancora oggi non mi sono stati consegnati. Scopro con grande sconcerto che tali atti sono stati pubblicati oggi da un quotidiano”. Scrive <span style="appearance: none; box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">l’ex pm di Roma Stefano Rocco Fava</span>. “Mi domando: per quale motivo mi è stato impedito di avere accesso agli atti relativi alle dichiarazioni di Amara sugli appartenenti alla Loggia Hungaria indispensabili per la mia difesa?” conclude Fava.</p><p style="appearance: none; box-sizing: border-box; margin-top: 0px;"><span style="font-family: Georgia, Times, Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 25px;"><a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/09/17/loggia-ungheria-ecco-i-verbali-del-caso-amara/6323460/">https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/09/17/loggia-ungheria-ecco-i-verbali-del-caso-amara/6323460/</a></span></span></p></section></div><p align="JUSTIFY" style="color: #404445; font-family: Arimo, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 15px; margin: 12px 0px; padding: 0px;"><br /></p><p align="JUSTIFY" style="color: #404445; font-family: Arimo, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 15px; margin: 12px 0px; padding: 0px;"><span face="Roboto, Arial, sans-serif" style="background-color: #202124; color: #e8eaed; font-size: 16px; font-variant-ligatures: none; letter-spacing: 0.1px; text-align: start; text-indent: 0px; white-space: pre-wrap;">Luigi Bisignani </span>https://www.articolo21.org/2015/10/chi-e-lui-luigi-bisignani-giusto-per-tenere-viva-la-memoria/</p><p align="JUSTIFY" style="color: #404445; font-family: Arimo, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 15px; margin: 12px 0px; padding: 0px;"><br /></p></div>Ermanno Peciarolohttp://www.blogger.com/profile/09259709846465285466noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7130500664968721955.post-9701717054382297862021-11-16T21:23:00.000+01:002021-11-16T21:23:30.338+01:00Fascismo italiano: Tg2000 mostra in esclusiva foto strage Debre Libanos in Etiopia<i><b><span style="font-size: medium;">Il 21 maggio 1937 l'esercito italiano inizia il massacro di più di 2000 Etiopi.</span></b></i><h3 style="text-align: left;"><i><b><span face=""Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #050505; font-size: 14px;">La strage venne compiuta nel complesso monasteriale di Debra Libanos (Etiopia) , dove almeno 200 fra monaci , frati e diaconi ortodossi, vennero massacrati dalle mitragliatrici italiane insieme ad altri 2000 fedeli che in quel monastero erano andati solo a pregare.</span></b></i></h3><div><div> https://youtu.be/jFi3-r24xfQ</div><div>
<iframe frameborder="0" height="270" src="https://youtube.com/embed/jFi3-r24xfQ" width="480"></iframe></div></div><div><span style="background-color: #f9f9f9; color: #030303; font-family: Roboto, Arial, sans-serif; font-size: 14px; white-space: pre-wrap;"><i>E’ il più grande massacro di religiosi e fedeli cristiani avvenuto in Africa. Tra il 21 e il 29 maggio del 1937, monaci, preti e pellegrini ortodossi, radunati nel monastero di Debre Libanos per la festa dell’Arcangelo Mikael e di San Tekle Haymanot, vengono trucidati dalle truppe italiane, comandate dal generale Maletti, dietro un preciso ordine del Viceré Rodolfo Graziani. A 80 anni esatti dalla conquista italiana dell’Etiopia, attraverso un’ accurata ricostruzione storica, basata su testimonianze e documenti inediti, Tv2000 in un docu-film dal titolo ‘Debre Libanos’ di Antonello Carvigiani con la regia e fotografia di Andrea Tramontano, a cura di Dolores Gangi. Andato in onda il 21 maggio e il 22 maggio, racconta la storia di una barbarie pressoché sconosciuta in Italia. Secondo le ultime ricerche storiche, il numero delle vittime di questa strage sarebbe compreso tra 1.800 e 2.200, mentre il rapporto ufficiale stilato dal Viceré Rodolfo Graziani parla di “solo” 449 morti.
Il docu-film, girato tra Addis Abeba e Debre Libanos, ricostruisce i fatti storici grazie al contributo di Ian Campbell, il maggiore studioso della strage, al monaco di Debre Libanos, Abba Hbte Gyorgis e ad un testimone ultranovantenne di quei tragici avvenimenti, Ato Zewede Geberu. A questi, si aggiungono il Patriarca della chiesa ortodossa di Etiopia, Abuna Matthias I e l’ Arcivescovo di Addis Abeba, il cardinale Berhaneyesus Demerew Souraphiel.
Il massacro di Debre Libanos è l’ultima, tragica conseguenza di un attentato contro Graziani. Nel febbraio del 1937 due giovani eritrei, Abraham Debotch e Mogus Asghedom, nel cortile del palazzo del governo, lanciano alcune bombe contro il Viceré. Sette sono i morti. Graziani viene ferito. Gli italiani scatenano una feroce vendetta. Per tre giorni Addis Abeba viene messa a ferro e fuoco. E’ una strage. I due attentatori fuggono verso il Nord del Paese in direzione del monastero di Debre Libanos accompagnati da Simion Adefris un giovane intellettuale cattolico che lavora come tassista ad Addis Abeba, lo zio dell’attuale arcivescovo di Addis Abeba, il card. Berhaneyesus Demerew Souraphiel. Il giovane tassista viene arrestato e giustiziato nel carcere di San Giorgio.
“Mio zio è morto a soli 24 anni – ha raccontato il cardinale – e mia zia dovette pagare con l’oro i responsabili della prigione per avere il corpo del marito e dargli sepoltura nel cimitero cattolico”. Ma non basta. Graziani è convinto che i due giovani attentatori siano nascosti nel monastero di Debre Libanos, uno dei centri più importanti sia per la spiritualità e che per l’identità nazionale etiopica. E’ il pretesto per regolare definitivamente i conti con la Chiesa ortodossa, ritenuta ispiratrice e fiancheggiatrice della resistenza anti-italiana.
Il 18 maggio del 1937, il generale Maletti, dopo uno scambio di telegrammi con Graziani, mostrati per la prima volta nel docu-film di Tv2000, accerchia con il 45esimo battaglione la cittadella conventuale di Debre Libanos. L’eccidio avviene in un luogo isolato: Laga Welde. Lontano da testimoni. Nessuno deve vedere ciò che accade. Ma c’è qualcuno che sente. E’ Ato Zewede Geberu, oggi ultra 90enne: “All’epoca avevo 15 anni. Non ho visto il massacro. Ma l’ho sentito. Ho sentito i colpi della mitragliatrice. Abbiamo avuto paura siamo rimasti nascosti nel nostro villaggio. Dopo due-tre giorni sono andato a vedere. C’erano ancora i cadaveri, centinaia di morti, forse 600, 700. E gli animali cominciavano a mangiarli”. E’ la prima tappa della strage. La seconda avviene in un altro luogo isolato a Debre Berhan. Qui, qualche giorno dopo, su ordine esplicito di Graziani, vengono uccisi anche tutti i diaconi.
“Non si è trattato di un cosa buona – ha commentato il Patriarca della Chiesa ortodossa Tewahedo di Etiopia, Abuna Matthias I – E’ un fatto storico. Una situazione avvenuta 80 anni fa. Abbiamo perso tantissime persone, inclusi i monaci, il vescovo Abuna Petros. Adesso quasi tutto giustamente è stato dimenticato e perdonato. Posso dire che è bene così. Cosa si può fare? Cosa si può fare adesso?”.
Da un'idea di Lucio Brunelli. L’autore è Antonello Carvigiani. La regia e la fotografia sono di Andrea Tramontano; a cura di Dolores Gangi.</i></span></div>Ermanno Peciarolohttp://www.blogger.com/profile/09259709846465285466noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7130500664968721955.post-88369008475068367742021-05-03T14:15:00.005+02:002022-01-12T02:04:33.150+01:0040 anni dopo cosa resta della trama P2 e perché è necessario continuare ...<div><p style="box-sizing: border-box; color: #424242; font-family: "PT Serif", Georgia; font-size: 17px; letter-spacing: 0.1px; line-height: 28px; margin: 0px auto 20px; max-width: 730px; padding: 0px 0px 12px;">"In una mattina di quarant’anni fa esatti, 17 marzo 1981, a Castiglion Fibocchi, comune in provincia di Arezzo, negli uffici dell’allora sessantaduenne Licio Gelli, imprenditore con un passato da ex volontario franchista nella guerra di Spagna e quindi repubblichino di Salò, uomo legato all’Internazionale nera e ai regimi militari sudamericani, vengono scoperti dalla magistratura di Milano gli elenchi della loggia massonica segreta P2. Si tratta di 962 nomi che disegnano la geografia di un potere occulto incistato nel cuore delle istituzioni. Un network di potere che ha come suo programma quello di torcere, fino a modificarne forma e sostanza, l’architettura repubblicana figlia della Costituzione del 1948 e che tiene insieme uomini di vertice degli apparati di sicurezza, della classe politica, dell’establishment finanziario e dell’informazione, della magistratura e dell’avvocatura.</p><p style="box-sizing: border-box; color: #424242; font-family: "PT Serif", Georgia; font-size: 17px; letter-spacing: 0.1px; line-height: 28px; margin: 0px auto 20px; max-width: 730px; padding: 0px 0px 12px;">È lo scandalo più grave della storia della Repubblica, destinato a segnarne il corso. Non fosse altro perché a quelle della loggia P2 s’intrecciano, in quel decisivo passaggio della storia del nostro Paese, mille vicende oscure: dalla stagione delle stragi (nel 2020, Gelli verrà indicato come uno dei mandanti dell’eccidio di quella di Bologna), al sequestro e omicidio di Aldo Moro.<br style="box-sizing: border-box;">Licio Gelli, dopo periodi di detenzione in Svizzera e in Francia, ha continuato per oltre trent’anni a vivere a Villa Wanda, la sua residenza in provincia di Arezzo, dove si è spento il 15 dicembre del 2015. La sua storia e quella della P2, dei suoi 962 iscritti, non hanno mai smesso di fare da quinta al contesto della cosiddetta prima e seconda Repubblica. Il sistema di relazioni e la rete di ricatti scoperti in quel marzo 1981 hanno continuato a pesare nella vita pubblica del Paese, consegnandoci un’eredità tossica. Per questo, quarant’anni dopo, ne ripercorriamo la storia, provando a tracciare un bilancio di ciò che la loggia fu e, soprattutto, di ciò che del “sistema P2” resta nell’Italia di oggi". [da "<a href="https://rep.repubblica.it/pwa/longform/2021/03/17/news/p2_dalla_scoperta_degli_iscritti_ai_misteri_delle_stragi_la_loggia_di_licio_gelli_40_anni_dopo-292366653/" style="background-color: transparent; box-shadow: rgba(1, 160, 225, 0.8) 0px -3px 0px inset; box-sizing: border-box; color: #424242; text-decoration-line: none; transition: all 0.2s ease 0s;">C'era una volta la P2</a>" di Benedetta Tobagi, <em style="box-sizing: border-box;">La Repubblica</em>].</p><p style="box-sizing: border-box; color: #424242; font-family: "PT Serif", Georgia; font-size: 17px; letter-spacing: 0.1px; line-height: 28px; margin: 0px auto 20px; max-width: 730px; padding: 0px 0px 12px;">La storia della nostra Repubblica è anche la storia di un connubio spaventoso fra politica e criminalità che ha visto la saldatura fra apparati dello Stato, servizi segreti, logge massoniche, stragismo neofascista, finanza corrotta, mafia dove ministri, terroristi, giudici, agenti segreti, generali, giornalisti, potenze straniere hanno tramato contro le istituzioni democratiche e la Costituzione. Nemici della Repubblica, come scrive Corrado Stajano nella prefazione al libro di Giuliano Turone "Italia occulta", che hanno causato tanto sangue e tanto dolore.</p><p style="box-sizing: border-box; color: #424242; font-family: "PT Serif", Georgia; font-size: 17px; letter-spacing: 0.1px; line-height: 28px; margin: 0px auto 20px; max-width: 730px; padding: 0px 0px 12px;">Dal 1969 al 1992 l'Italia ha subito sette stragi terroristiche (Piazza Fontana a Milano, Gioia Tauro, Questura di Milano, piazza della Loggia a Brescia, treno Italicus, stazione di Bologna), stragi di mafia, tre tentativi di colpo di Stato (1964, 1970, 1974), terrorismo nero e terrorismo rosso, sono stati uccisi 24 magistrati, 7 giornalisti, il presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro, il presidente della Regione Sicilia, Piersanti Mattarella, un leader dell'opposizione Pio Latorre...</p><p style="box-sizing: border-box; color: #424242; font-family: "PT Serif", Georgia; font-size: 17px; letter-spacing: 0.1px; line-height: 28px; margin: 0px auto 20px; max-width: 730px; padding: 0px 0px 12px;">Dalla fine degli anni Sessanta ai primi anni '80 l'azione della P2 è centrale in quella strategia della guerra a bassa intensità, ben sintetizzata nella espressione "destabilizzare per stabilizzare", una "guerra non ortodossa" combattuta dall'Occidente contro il comunismo, in cui si passa da veri e propri piani golpisti, dalla collusione con la destra eversiva e dal terrorismo delle stragi all'occupazione a tutti i livelli delle istituzioni. Tra eversione, criminalità e corruzione nessun altro paese in Europa o nel cosiddetto primo mondo è stato attraversato da una simile esperienza, che ha visto un vero e proprio corpo a corpo all'interno delle istituzioni stesse, fra stragi, depistaggi, coperture istituzionali e ricerca di verità e giustizia da parte di magistrati, servitori dello Stato e società civile.</p><p style="box-sizing: border-box; color: #424242; font-family: "PT Serif", Georgia; font-size: 17px; letter-spacing: 0.1px; line-height: 28px; margin: 0px auto 20px; max-width: 730px; padding: 0px 0px 12px;">Oggi quella guerra è finita, ma ancora la verità sembra indicibile, come osserva Gianni Barbacetto ne "Il Grande Vecchio". "I processi - da piazza Fontana alla P2 - si chiudono, si riaprono senza quasi mai poter accertare in via definitiva i colpevoli. Due generazioni di magistrati si sono spesi a cercare questa verità. E sono sempre stati misteriosamente fermati poco prima di svelarla. Eppure, le loro sentenze hanno dimostrato che, senza l'ombra dei servizi e le coperture internazionali, non una delle stragi italiane sarebbe stata commessa e, se commessa, non sarebbe potuta rimanere impunita. E che solo guardandole tutte insieme se ne può capire il senso. Perché il Grande Vecchio altro non è che un network di poteri criminali che ha fortemente limitato la sovranità della nostra democrazia e che ha nutrito, al di là degli obiettivi iniziali, quella cultura della illegalità che, ancora oggi, detta legge in Italia".</p><p style="box-sizing: border-box; color: #424242; font-family: "PT Serif", Georgia; font-size: 17px; letter-spacing: 0.1px; line-height: 28px; margin: 0px auto 20px; max-width: 730px; padding: 0px 0px 12px;">"Ci avete sconfitti, ma sappiamo chi siete", dice il magistrato Libero Mancuso, pubblico ministero nel primo processo per la strage di Bologna, che si concluse con le condanne degli autori materiali (i neofascisti del Nucleo Rivoluzionario Armato Giusva Fioravanti, Francesca Mambro ) e degli uomini dei servizi segreti e della P2 che li protessero. "Le nostre inchieste sono state rallentate da continui depistaggi di apparati dello Stato e frenate da alcuni capi degli uffici giudiziari. Ma abbiamo proseguito a cercare la verità... Dopo tanta fatica, abbiamo acquisito una mole enorme di dati conoscitivi". Da qui l'importanza degli archivi, dei processi come oggetti storici e il ruolo della "verità storica" che non sempre coincide con la "verità processuale".</p><p style="box-sizing: border-box; color: #424242; font-family: "PT Serif", Georgia; font-size: 17px; letter-spacing: 0.1px; line-height: 28px; margin: 0px auto 20px; max-width: 730px; padding: 0px 0px 12px;">Abbiamo davvero fatto i conti con questo passato? Qual è l'eredità di quel connubio nefasto che ha segnato la nostra storia recente? La direttiva Renzi che prevede la declassificazione degli atti sulle stragi è boicottata, <a href="https://www.dire.it/16-01-2018/165076-stragi-carte-desecretate-la-direttiva-renzi-e-una-beffa/" style="background-color: transparent; box-shadow: rgba(1, 160, 225, 0.8) 0px -3px 0px inset; box-sizing: border-box; color: #424242; text-decoration-line: none; transition: all 0.2s ease 0s;">denunciano</a> i familiari delle vittime, da ministeri, prefetture e organizzazioni dello Stato. Ancora nel 2019 ci sono stati tentativi di depistaggio sulla <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/02/11/strage-di-bologna-chiusa-linchiesta-sui-mandanti-fu-organizzata-e-finanziata-dalla-p2-di-gelli-e-dal-prefetto-damato-bellini-tra-gli-esecutori-indagato-per-depistaggio-anche-un/5702723/" style="background-color: transparent; box-shadow: rgba(1, 160, 225, 0.8) 0px -3px 0px inset; box-sizing: border-box; color: #424242; text-decoration-line: none; transition: all 0.2s ease 0s;">strage di Bologna</a> (2 agosto 1980). Il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, proprio in questi giorni <a href="https://www.corrieredellacalabria.it/2021/04/25/gratteri-il-confine-tra-ndrangheta-e-massoneria-deviata-e-sempre-piu-promiscuo/" style="background-color: transparent; box-shadow: rgba(1, 160, 225, 0.8) 0px -3px 0px inset; box-sizing: border-box; color: #424242; text-decoration-line: none; transition: all 0.2s ease 0s;">denuncia</a> l'alleanza sempre più forte fra massoneria e 'ndrangheta. Nel 2014 Ferruccio De Bortoli <a href="https://www.corriere.it/editoriali/14_settembre_24/nemico-specchio-f3e6ce3e-43a8-11e4-bbc2-282fa2f68a02.shtml" style="background-color: transparent; box-shadow: rgba(1, 160, 225, 0.8) 0px -3px 0px inset; box-sizing: border-box; color: #424242; text-decoration-line: none; transition: all 0.2s ease 0s;">evocava</a> a proposito del Patto del Nazareno fra Renzi e Berlusconi (tessera P2 1816) "uno stantio odore di massoneria"... Ritornano in mente le parole di Gustavo Zagrebelsky che nel 2013 parlò di <a href="https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/10/17/nostri-archivi-per-far-luce-sui.html" style="background-color: transparent; box-shadow: rgba(1, 160, 225, 0.8) 0px -3px 0px inset; box-sizing: border-box; color: #424242; text-decoration-line: none; transition: all 0.2s ease 0s;">piduismo perenne</a> nel nostro paese.</p><p style="box-sizing: border-box; color: #424242; font-family: "PT Serif", Georgia; font-size: 17px; letter-spacing: 0.1px; line-height: 28px; margin: 0px auto 20px; max-width: 730px; padding: 0px 0px 12px;">«Oggi, certo, l’Italia è cambiata - <a href="https://espresso.repubblica.it/attualita/2021/03/11/news/quarant_anni_di_delitti_ricatti_e_trame_occulte_la_p2_e_morta_il_piduismo_vive-291795812/" style="background-color: transparent; box-shadow: rgba(1, 160, 225, 0.8) 0px -3px 0px inset; box-sizing: border-box; color: #424242; text-decoration-line: none; transition: all 0.2s ease 0s;">scrive</a> Paolo Biondani su <em style="box-sizing: border-box;">L'Espresso</em> - non è più il paese del terrorismo e dei servizi deviati, della mafia padrona e delle banche criminali. Ma le reti di mutuo sostegno nate in quegli anni neri hanno continuato a condizionare la nostra democrazia. Con dinastie di piduisti rimasti in posizioni chiave, nella politica, nell’economia, nei media. Con strategie e parole d’ordine che restano le stesse di allora. Tra soldi spariti, complicità mai confessate, dossier e ricatti che funzionano ancora». L'ombra della P2 non ha mai smesso di attraversare la nostra storia: tangentopoli, la nascita di Forza Italia e la vittoria di Berlusconi e prima ancora l'ascesa del suo impero televisivo, fino alle cosiddette P3 di <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/03/16/processo-p3-condannato-6-anni-e-6-mesi-flavio-carboni-un-anno-e-tre-mesi-verdini/4230667/" style="background-color: transparent; box-shadow: rgba(1, 160, 225, 0.8) 0px -3px 0px inset; box-sizing: border-box; color: #424242; text-decoration-line: none; transition: all 0.2s ease 0s;">Flavio Carboni</a> e P4 di <a href="https://www.fanpage.it/attualita/dalla-p2-alla-p4-la-storia-di-luigi-bisignani/" style="background-color: transparent; box-shadow: rgba(1, 160, 225, 0.8) 0px -3px 0px inset; box-sizing: border-box; color: #424242; text-decoration-line: none; transition: all 0.2s ease 0s;">Luigi Bisignani.</a><br style="box-sizing: border-box;">L’ex giudice Giuliano Turone, oggi, commenta: «La P2 fa ancora paura».</p><p style="box-sizing: border-box; color: #424242; font-family: "PT Serif", Georgia; font-size: 17px; letter-spacing: 0.1px; line-height: 28px; margin: 0px auto 20px; max-width: 730px; padding: 0px 0px 12px;">«La storia della P2 e del suo ineffabile "direttore generale" Licio Gelli parla ancora molto all'Italia di oggi - scrive la giornalista che visse in prima persona il periodo più nero della prima Repubblica, Sandra Bonsanti, nel libro "Colpevoli" - Sarebbe un grave errore considerarla uno spiacevole incidente, un fisiologico e momentaneo ripiegarsi del percorso democratico della vita pubblica: semmai è stato il segnale di una crisi, e la riflessione svolta in questi anni intorno alle note vicende non deve considerarsi esaurita... L'attualità degli eventi riguarda il drastico ridimensionamento della sfera pubblica dello Stato a vantaggio di gruppi privati, talvolta criminali e segreti. L'attualità della P2 riguarda il <a href="http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede/docnonleg/35457.htm" style="background-color: transparent; box-shadow: rgba(1, 160, 225, 0.8) 0px -3px 0px inset; box-sizing: border-box; color: #424242; text-decoration-line: none; transition: all 0.2s ease 0s;">proliferare di "obbedienze"</a> nei nostri territori che si pongono come crocevia di interessi, ponti fra mondi diversi, decisori pubblici».</p><p style="box-sizing: border-box; color: #424242; font-family: "PT Serif", Georgia; font-size: 17px; letter-spacing: 0.1px; line-height: 28px; margin: 0px auto 20px; max-width: 730px; padding: 0px 0px 12px;">Di questo parleremo con <span style="box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Benedetta Tobagi</span> - storica e scrittrice. Laureata in filosofia, Ph.D in storia presso l'Università di Bristol, continua a lavorare sulla storia dello stragismo con una borsa di ricerca all'Università di Pavia. È stata conduttrice radiofonica per la Rai e collabora con «la Repubblica». Dal 2012 al 2015 è stata membro del consiglio di amministrazione della Rai. Segue progetti didattici sulla storia del terrorismo con la <a href="https://www.memoria.san.beniculturali.it/web/memoria/home;jsessionid=8C3123479E8C5BF3BDF51B8D971FB0F8.sanmemoria_JBOSS_b" style="background-color: transparent; box-shadow: rgba(1, 160, 225, 0.8) 0px -3px 0px inset; box-sizing: border-box; color: #424242; text-decoration-line: none; transition: all 0.2s ease 0s;">Rete degli archivi per non dimenticare</a>. Per Einaudi ha pubblicato "Come mi batte forte il tuo cuore. Storia di mio padre" (2009 e 2011, con cui ha vinto diversi premi letterari), "Una stella incoronata di buio. Storia di una strage impunita" (2013 e 2019) e "Piazza Fontana. Il processo impossibile" (2019). Con Rizzoli ha pubblicato nel 2016 "La scuola salvata dai bambini. Viaggio nelle classi senza confine" - e <span style="box-sizing: border-box; font-weight: bolder;">Giuliano Turone</span> - giudice emerito della Corte di cassazione e già docente di Tecniche dell’investigazione all’Università Cattolica di Milano, è stato il giudice istruttore che, prima di occuparsi delle inchieste su Michele Sindona e sulla Loggia P2, ha indagato sulla presenza di Cosa nostra a Milano negli anni Settanta arrivando all’incriminazione del capomafia di allora, Luciano Liggio. Negli anni Novanta ha fatto parte del primo staff di magistrati della Procura nazionale antimafia. Ha collaborato con il Consiglio d’Europa, per la redazione della convenzione di Strasburgo del 1990 sul riciclaggio, e con le Nazioni Unite, svolgendo attività di pubblico ministero presso il Tribunale penale internazionale dell’Aja per l’ex Jugoslavia e contribuendo alla redazione dell’Oxford University Press Commentary sullo statuto della Corte penale internazionale (2002). Tra i libri che ha scritto: "Il caffè di Sindona" (con Gianni Simoni, Garzanti 2009), "Il caso Battisti: storia di una inchiesta" (Garzanti 2013), "Il delitto di associazione mafiosa" (Giuffré 2015), insieme con Antonella Beccaria, "Il boss. Luciano Liggio: da Corleone a Milano, una storia di mafia e complicità" (Castelvecchi 2018), e "Italia occulta - Dal delitto Moro alla strage di Bologna. Il triennio maledetto che sconvolse la Repubblica (1978-1980)" (2019).</p></div><div><div class="css-1dbjc4n" style="-webkit-box-align: stretch; -webkit-box-direction: normal; -webkit-box-orient: vertical; align-items: stretch; background-color: white; border: 0px solid black; box-sizing: border-box; display: flex; flex-basis: auto; flex-direction: column; flex-shrink: 0; font-size: 17px; margin: 0px; min-height: 0px; min-width: 0px; padding: 0px; position: relative; z-index: 0;"><div class="css-1dbjc4n r-rpnbwx" style="-webkit-box-align: stretch; -webkit-box-direction: normal; -webkit-box-orient: vertical; align-items: stretch; border: 0px solid black; box-sizing: border-box; display: flex; flex-basis: auto; flex-direction: column; flex-shrink: 0; margin: 13px 0px 0px; min-height: 0px; min-width: 0px; padding: 0px; position: relative; z-index: 0;"><div class="css-901oao r-18jsvk2 r-1qd0xha r-h1js2l r-16dba41 r-1c92x1x r-bcqeeo r-bnwqim r-qvutc0" dir="auto" id="tweet-text" lang="it" style="border: 0px solid black; box-sizing: border-box; color: #0f1419; display: inline; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 25px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 31px; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; position: relative; white-space: pre-wrap;"><div>------------------ <iframe width="854" height="480" src="https://www.youtube.com/embed/Xv1MGE25uNo" title="YouTube video player" frameborder="0" allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen=""></iframe> -----------------------</div></div><div class="css-901oao r-18jsvk2 r-1qd0xha r-h1js2l r-16dba41 r-1c92x1x r-bcqeeo r-bnwqim r-qvutc0" dir="auto" id="tweet-text" lang="it" style="border: 0px solid black; box-sizing: border-box; color: #0f1419; display: inline; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 25px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 31px; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; position: relative; white-space: pre-wrap;"><span class="css-901oao css-16my406 r-poiln3 r-bcqeeo r-qvutc0" color="inherit" style="border: 0px solid black; box-sizing: border-box; display: inline; font: inherit; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; white-space: inherit;"><span class="style-scope yt-formatted-string" dir="auto" face="Roboto, Arial, sans-serif" style="background: rgb(249, 249, 249); border: 0px; color: #030303; font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px;"><br></span></span></div><div class="css-901oao r-18jsvk2 r-1qd0xha r-h1js2l r-16dba41 r-1c92x1x r-bcqeeo r-bnwqim r-qvutc0" dir="auto" id="tweet-text" lang="it" style="border: 0px solid black; box-sizing: border-box; color: #0f1419; display: inline; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 25px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 31px; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; position: relative; white-space: pre-wrap;"><span class="css-901oao css-16my406 r-poiln3 r-bcqeeo r-qvutc0" color="inherit" style="border: 0px solid black; box-sizing: border-box; display: inline; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-stretch: inherit; font-size: inherit; line-height: inherit; font-family: inherit; margin: 0px; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; white-space: inherit;"><span class="style-scope yt-formatted-string" dir="auto" face="Roboto, Arial, sans-serif" style="background: rgb(249, 249, 249); border: 0px; color: rgb(3, 3, 3); font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px;"><div style=""><p style="background: rgb(255, 255, 255); border: 0px; box-sizing: inherit; color: rgba(0, 0, 0, 0.9); counter-reset: list-1 0 list-2 0 list-3 0 list-4 0 list-5 0 list-6 0 list-7 0 list-8 0 list-9 0; 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outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">#sindona</span><span style="font-weight: inherit;"> </span><span class="ql-hashtag" style="font-weight: 600; background: transparent; border: 0px; box-sizing: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">#RobertoCalvi</span><span style="font-weight: inherit;">, </span><span class="ql-hashtag" style="font-weight: 600; background: transparent; border: 0px; box-sizing: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">#Rizzoli</span><span class="ql-hashtag" style="background: transparent; border: 0px; box-sizing: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">, </span><span class="ql-hashtag" style="font-weight: 600; background: transparent; border: 0px; box-sizing: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">#corrieredellasera,</span><span style="font-weight: inherit;"> </span><span class="ql-hashtag" style="font-weight: 600; background: transparent; border: 0px; box-sizing: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">#massoneria</span><span style="font-weight: inherit;">, </span><span class="ql-hashtag" style="font-weight: 600; background: transparent; border: 0px; box-sizing: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">#IOR</span><span style="font-weight: inherit;">, </span><span class="ql-hashtag" style="font-weight: 600; background: transparent; border: 0px; box-sizing: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">#Vaticano, </span><span class="ql-hashtag" style="font-weight: 600; font-style: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-variant-caps: inherit; white-space: inherit; letter-spacing: 0.2px; background: transparent; border: 0px; box-sizing: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">P2</span><span style="font-weight: inherit; font-style: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-variant-caps: inherit; white-space: inherit; letter-spacing: 0.2px;">, </span><span class="ql-hashtag" style="font-weight: 600; font-style: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-variant-caps: inherit; white-space: inherit; letter-spacing: 0.2px; background: transparent; border: 0px; box-sizing: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Gelli</span><span style="font-weight: inherit; font-style: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-variant-caps: inherit; white-space: inherit; letter-spacing: 0.2px;">, S</span><span class="ql-hashtag" style="font-weight: 600; font-style: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-variant-caps: inherit; white-space: inherit; letter-spacing: 0.2px; background: transparent; border: 0px; box-sizing: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">indona,</span><span style="font-weight: inherit; font-style: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-variant-caps: inherit; white-space: inherit; letter-spacing: 0.2px;"> </span><span class="ql-hashtag" style="font-weight: 600; font-style: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-variant-caps: inherit; white-space: inherit; letter-spacing: 0.2px; background: transparent; border: 0px; box-sizing: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">RobertoCalvi</span><span style="font-weight: inherit; font-style: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-variant-caps: inherit; white-space: inherit; letter-spacing: 0.2px;">, </span><span class="ql-hashtag" style="font-weight: 600; font-style: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-variant-caps: inherit; white-space: inherit; letter-spacing: 0.2px; background: transparent; border: 0px; box-sizing: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Rizzoli,</span><span style="font-weight: inherit; font-style: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-variant-caps: inherit; white-space: inherit; letter-spacing: 0.2px;"> </span><span class="ql-hashtag" style="font-weight: 600; font-style: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-variant-caps: inherit; white-space: inherit; letter-spacing: 0.2px; background: transparent; border: 0px; box-sizing: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">corrieredellasera</span><span class="ql-hashtag" style="font-style: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-variant-caps: inherit; white-space: inherit; letter-spacing: 0.2px; background: transparent; border: 0px; box-sizing: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">, </span><span class="ql-hashtag" style="font-weight: 600; font-style: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-variant-caps: inherit; white-space: inherit; letter-spacing: 0.2px; background: transparent; border: 0px; box-sizing: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">massoneria</span><span style="font-weight: inherit; font-style: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-variant-caps: inherit; white-space: inherit; letter-spacing: 0.2px;">, </span><span class="ql-hashtag" style="font-weight: 600; font-style: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-variant-caps: inherit; white-space: inherit; letter-spacing: 0.2px; background: transparent; border: 0px; box-sizing: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">OR</span><span style="font-weight: inherit; font-style: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-variant-caps: inherit; white-space: inherit; letter-spacing: 0.2px;">, </span><span class="ql-hashtag" style="font-weight: 600; font-style: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-variant-caps: inherit; white-space: inherit; letter-spacing: 0.2px; background: transparent; border: 0px; box-sizing: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Vaticano,</span></p><div style="font-weight: inherit;"><br style="letter-spacing: 0.2px; color: black; font-family: "Times New Roman"; font-size: medium; white-space: normal;"></div></div><div style="font-weight: inherit;"><br style="color: black; font-family: "Times New Roman"; font-size: medium; white-space: normal;"></div></span></span></div></div></div><div class="css-1dbjc4n" style="-webkit-box-align: stretch; -webkit-box-direction: normal; -webkit-box-orient: vertical; align-items: stretch; background-color: white; border: 0px solid black; box-sizing: border-box; display: flex; flex-basis: auto; flex-direction: column; flex-shrink: 0; margin: 0px; min-height: 0px; min-width: 0px; padding: 0px; position: relative; z-index: 0;"><div aria-labelledby="quote-tweet-label tweet-card-label" class="css-1dbjc4n" id="tweet-rich-content-label" style="-webkit-box-align: stretch; -webkit-box-direction: normal; -webkit-box-orient: vertical; align-items: stretch; border: 0px solid black; box-sizing: border-box; display: flex; flex-basis: auto; flex-direction: column; flex-shrink: 0; margin: 0px; min-height: 0px; min-width: 0px; padding: 0px; position: relative; z-index: 0;"><div class="css-1dbjc4n r-rpnbwx" style="-webkit-box-align: stretch; -webkit-box-direction: normal; -webkit-box-orient: vertical; align-items: stretch; border: 0px solid black; box-sizing: border-box; display: flex; flex-basis: auto; flex-direction: column; flex-shrink: 0; margin: 13px 0px 0px; min-height: 0px; min-width: 0px; padding: 0px; position: relative; z-index: 0;"><div aria-labelledby="card-media-label card-detail-label" class="css-1dbjc4n r-1panhkp r-1bs4hfb r-1867qdf r-1phboty r-rs99b7 r-1ny4l3l r-1udh08x r-o7ynqc r-6416eg" data-testid="card.wrapper" id="tweet-card-label" style="-webkit-box-align: stretch; -webkit-box-direction: normal; -webkit-box-orient: vertical; align-items: stretch; background-color: rgba(0, 0, 0, 0.03); border-radius: 16px; border: 1px solid rgb(196, 207, 214); box-sizing: border-box; display: flex; flex-basis: auto; flex-direction: column; flex-shrink: 0; margin: 0px; min-height: 0px; min-width: 0px; outline-style: none; overflow: hidden; padding: 0px; position: relative; transition-duration: 0.2s; transition-property: background-color, box-shadow; z-index: 0;"><div class="css-1dbjc4n" id="card-detail-label" style="-webkit-box-align: stretch; -webkit-box-direction: normal; -webkit-box-orient: vertical; align-items: stretch; border: 0px solid black; box-sizing: border-box; display: flex; flex-basis: auto; flex-direction: column; flex-shrink: 0; margin: 0px; min-height: 0px; min-width: 0px; padding: 0px; position: relative; z-index: 0;"><span style="font-size: 17px;">Link del video su Youtube https://www.youtube.com/watch?v=Xv1MGE25uNo</span></div></div></div></div></div></div>Ermanno Peciarolohttp://www.blogger.com/profile/09259709846465285466noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7130500664968721955.post-79243691501745752132021-01-06T22:14:00.020+01:002021-01-07T01:32:59.802+01:00AGRICOLTURA SINERGICA<div><h3 class="post-title entry-title" style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; margin: 20px 0px 0px; position: relative;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0AOoKj-180W0hWMvgx107eWxfLssT3uwpTDxsqwbAzL-5ZA2uXvLanItPQZhIQGX6w5S2HFoOcgyB6h_LOCsl7TEzryL64xJnq6NPDVFxIa6Cb0UrsWxqz3pxVMSh2M2RzFjv4DLT-bc/s1600/ortosinergico.jpg" style="color: #f57e00; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="418" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0AOoKj-180W0hWMvgx107eWxfLssT3uwpTDxsqwbAzL-5ZA2uXvLanItPQZhIQGX6w5S2HFoOcgyB6h_LOCsl7TEzryL64xJnq6NPDVFxIa6Cb0UrsWxqz3pxVMSh2M2RzFjv4DLT-bc/w640-h418/ortosinergico.jpg" style="border: none; position: relative;" width="640" /></a><br /></span></h3><div class="post-body entry-content" style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; line-height: 1.4; position: relative; width: 560px;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div></div></div><div><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></div><div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; margin-left: 0pt; margin-right: 0pt; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">L'<a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Agricoltura_sinergica" style="color: #cb754d; text-decoration-line: none;">agricoltura sinergica</a> è un metodo di coltivazione che nasce dagli studi di <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Emilia_Hazelip" style="color: #cb754d; text-decoration-line: none;">Emilia Hazelip</a> (Barcellona, 1938 - 1 febbraio 2003), agronoma e naturalista spagnola trasferitasi in Provenza nei primi anni '60 (in una località arroccata sulle Alpi Marittime che sovrastano <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Cagnes-sur-Mer" style="color: #cb754d; text-decoration-line: none;">Cagnes-sur-Mer</a>). Traendo ispirazione dal lavoro del microbiologo giapponese <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Masanobu_Fukuoka" style="color: #cb754d; text-decoration-line: none;">Masanobu Fukuoka</a> (1913-2008) ed in particolare dopo aver letto il suo libro, <i><a href="https://books.google.it/books?id=FsxHPQAACAAJ&sitesec=buy&hl=it&source=gbs_vpt_buy" target="_blank">La rivoluzione del filo di paglia</a></i>, nel 1977, riuscì a trasformare gli insegnamenti di Fukuoka, adattandoli alla cultura ed alle condizioni climatiche occidentali.</span></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; margin-left: 0pt; margin-right: 0pt; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; margin-left: 0pt; margin-right: 0pt; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">Emilia concentrò la sua attenzione sull'ecosistema orto, mondo ricco di biodiversità in cui convivono in equilibrio, ortaggi, verdure erbe aromatiche, piante da siepe ed ornamentali, fiori, microorganismi del suolo, <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Micorriza" style="color: #cb754d; text-decoration-line: none;">funghi micorrizici</a>, insetti in tutti i loro stadi di sviluppo, avifauna e fauna locale. Per questo motivo si suole parlare di <b><a href="https://www.youtube.com/watch?v=Z9ROMCIWXQs" style="color: #cb754d; text-decoration-line: none;">giardino sinergico</a></b>.</span></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; margin-left: 0pt; margin-right: 0pt; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; margin-left: 0pt; margin-right: 0pt; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">Dove per <b>sinergia</b> si intende l'azione simultanea di elementi combinati, in cui le diverse componenti interagiscono per realizzare una funzione comune, il cui effetto finale risulta essere superiore alla somma di tutti i singoli elementi compresi.</span></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; margin-left: 0pt; margin-right: 0pt; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; margin-left: 0pt; margin-right: 0pt; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">Questo metodo di agricoltura viene anche definito <b>olistico</b> poiché considera e valorizza interazioni complesse che connettono tutti gli organismi presenti nell'Ecosistema.</span></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; margin-left: 0pt; margin-right: 0pt; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; margin-left: 0pt; margin-right: 0pt; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">E questo legame di reciproca interdipendenza avviene su tutto l'arco della piramide alimentare che collega il macrocosmo degli organismi superiori (tra cui anche l'uomo) con il microcosmo dei microrganismi unicellulari che popolano il suolo e proliferano vicino alle radici delle piante che li nutrono attraverso la produzione di specifici essudati radicali.</span></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; margin-left: 0pt; margin-right: 0pt; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; margin-left: 0pt; margin-right: 0pt; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">È quindi un approccio sinergico ed olistico multidimensionale e multifunzionale complesso che si presenta invece nella pratica in maniera semplice <b>così come il pianeta disvela con semplicità l'<i>autofertilità</i> del suo suolo agli occhi del contadino attento e sensibile</b>.</span></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; margin-left: 0pt; margin-right: 0pt; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">Ed alla base della piramide Alimentare c'è la <b>Pianta</b>, il <i>piccolo Alchimista</i>, <span style="text-decoration-line: underline;">il <i>Trasformatore</i> attraverso cui l'emanazione di Dio trasmuta in Vita sulla Terra. </span>Una Pianta è composta, infatti per il 75% di acqua: del 25% di materia secca che rimane, il 20% è costituito di composti del carbonio (sintetizzati con l'aiuto della luce del Sole) e gas, <b>solo il 5% della massa totale della composizione viene dal suolo</b>, e di questo 5% il 2,5% è azoto. Questo elemento può essere <b>liberamente</b> ottenuto dall'atmosfera in un modo continuo e simbiotico, associando la coltura desiderata con piante che fissano l'azoto atmosferico; il 2,5% che rimane è composto di minerali (provenienti dal substrato di roccia e presenti in forma solubile) che le piante prendono dal suolo. Il nostro Pianeta è una massa di minerali coperto da uno strato finissimo di suolo, costituito dai residui vivi e morti di piante, animali (microscopici e macroscopici) e funghi. Prima che avremo usato tutti i minerali a nostra disposizione, si sarà esaurito il processo di combustione del Sole.</span></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; margin-left: 0pt; margin-right: 0pt; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; margin-left: 0pt; margin-right: 0pt; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">Inoltre le piante sia sulla Terra che nell'acqua, essendo alla base della<b> piramide energetica </b> e sostenendo quasi tutte le altre forme di vita, sono perfettamente in grado di mantenere e sostenere la materia organica e le <b>comunità di vita </b>del suolo e quindi il <b>suolo</b> stesso.</span></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; text-align: justify;"><div style="color: black; text-align: left;"><div style="color: #585858; margin-left: 0pt; margin-right: 0pt; text-align: right; text-indent: 0pt;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="color: #585858; margin-left: 0pt; margin-right: 0pt; text-align: center; text-indent: 0pt;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="420" src="https://www.youtube.com/embed/wEdTdzt7Zws" width="560"></iframe><br /><br /></span></div></div></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; margin-left: 0pt; margin-right: 0pt; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><span><a name='more'></a></span>Negli ultimi cinquant'anni, diversi ricercatori si sono imbattuti per caso o per scelta nello studio della complessità delle interazioni che intercorrono tra gli esseri viventi che popolano il suolo e più in generale il Pianeta.</span></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; margin-left: 0pt; margin-right: 0pt; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; margin-left: 0pt; margin-right: 0pt; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">Si pensi che in un singolo cucchiaino di buona terra possono abitare fino a 600 milioni di microorganismi appartenenti ad un milione di specie differenti. <b>In una manciata di buona terra ci sono più forme di vita di quante persone esistano sulla faccia del pianeta</b>.</span></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; margin-left: 0pt; margin-right: 0pt; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; margin-left: 0pt; margin-right: 0pt; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">La mole di tale complessità induce oltre che ad un <b>reverenziale rispetto</b> anche ad una certa cautela, consapevoli di essere pionieri nella comprensione profonda dei reali meccanismi su cui l'<b>equilibrio della vita</b> presente sul Pianeta si basa.</span></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; margin-left: 0pt; margin-right: 0pt; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; margin-left: 0pt; margin-right: 0pt; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">Tuttavia gli studi trentennali ed i modelli di funzionamento del suolo elaborati da alcuni ricercatori, come il microbiologo australiano Alan M. Smith (<a href="http://www.annualreviews.org/doi/abs/10.1146/annurev.py.14.090176.000413?journalCode=phyto&" style="color: #cb754d; text-decoration-line: none;">ciclo dell'etilene e dell'ossigeno</a>) o dalla dottoressa <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Elaine_Ingham" style="color: #cb754d; text-decoration-line: none;">Elaine Ingham</a> professore associato dell'Oregon State University (studio sulla biomassa e l'attività correlata dei microorganismi del suolo) ci informano già di quanto piante, suolo e microorganismi siano parte di un insieme unico, indivisibile, come un grande organismo che sostiene la vita sul Pianeta. E come in questo unico organismo giochi un ruolo importantissimo la Biodiversità: <span style="font-weight: bold; text-decoration-line: underline;">le piante con i loro essudati radicali nutrono proprio quei microorganismi propizi alla loro stessa salute</span>, e bisogna avere un sacco di "piatti differenti, per differenti tipi di batteri e funghi. Qualcuno sarà sempre attivo, qualcuno sarà sempre pronto ad arraffare questi nutrimenti quando gli passano vicino. Si creerà quindi una rete nel terreno che aspetterà il passaggio dei nutrienti attraverso il suolo". (E. Ingham).</span></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; margin-left: 0pt; margin-right: 0pt; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">È grazie al generoso lavoro di questi studiosi, che nei corsi di agricoltura sinergica sono illustrati in modo dettagliato, che oggi si può affermare con certezza che <b>le interazioni microbiche nel suolo giocano un ruolo chiave nel controllo biologico delle patologie delle piante, nel turn over della materia organica, nella mobilitazione dell'ossigeno e nel riciclo delle sostanze nutritive essenziali alle piante in forma solubile</b>.</span></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; margin-left: 0pt; margin-right: 0pt; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; margin-left: 0pt; margin-right: 0pt; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><b><span style="font-family: times; font-size: medium;">In natura i suoli incolti lasciati a se stessi tendono ad aumentare in modo prodigioso la loro fertilità volgendo ad un equilibrio via via sempre più complesso e ricco di vita. In natura quindi il bilancio energetico è positivo ed il pianeta si è evoluto per sostenere la vita. In natura il terreno non viene mai rivoltato (arato) e rimane sempre coperto di pacciamatura verde o di fogliame secco in decomposizione.</span></b></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; margin-left: 0pt; margin-right: 0pt; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; margin-left: 0pt; margin-right: 0pt; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><b><span style="font-family: times; font-size: medium;">Il contadino osservatore ed in sintonia con il pianeta emula le strategie che sostengono il bilancio energetico positivo proprio dei suoli incolti, imparando dal pianeta stesso ed in questo modo ottiene degli splendidi ortaggi, un meraviglioso giardino che migliora di anno in anno senza bisogno di apporti di nessun fertilizzante o diserbante o pesticida: in quanto l'equilibrio dell'ecosistema orto rispettato manterrà in salute ed arricchirà sia le piante che il terreno e più in generale il pianeta stesso.</span></b></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; margin-left: 0pt; margin-right: 0pt; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><b><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></b></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; margin-left: 0pt; margin-right: 0pt; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><b><span style="font-family: times; font-size: medium;">Questo contadino oltre a poter contare su succulenti e gustosissimi ortaggi, si troverà a lavorare in uno splendido giardino in sintonia con le leggi che governano il pianeta e quindi in sintonia con se stesso, traendo un elevato nutrimento esserico.</span></b></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; margin-left: 0pt; margin-right: 0pt; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">Emilia Hazelip sulla base di tutte queste considerazioni ha elaborato un metodo pratico di coltivazione rispettoso della natura ed alternativo ai metodi tradizionali che invece hanno un impatto devastante sul suolo e non tengono conto in alcun modo delle ricerche eco-ambientali e podologiche del secolo scorso...</span></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; margin-left: 0pt; margin-right: 0pt; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">Nel suo metodo:</span></div><ul style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; line-height: 1.4; list-style-image: initial; list-style-position: initial; margin: 0.5em 0px; padding: 0px 2.5em;"><li style="margin: 0px 0pt 0.25em; padding: 0px; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><b><u>il terreno non viene concimato né arato</u></b> (tranne che all'impianto dell'orto);</span></li><li style="margin: 0px 0pt 0.25em; padding: 0px; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">all'impianto dell'orto vengono previste delle aiuole coltivabili perenni (detti <b>bancali</b>) e non calpestabili e delle zone di camminamento calpestabili;</span></li><li style="margin: 0px 0pt 0.25em; padding: 0px; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">su queste aiuole viene effettuata una <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Pacciamatura" style="color: #cb754d; text-decoration-line: none;">pacciamatura</a> con paglia e residui vegetali ottenuti dalla triturazione di tutto ciò che non si usa del raccolto (la pianta produce molta più materia organica di quanta noi ne adoperiamo);</span></li><li style="margin: 0px 0pt 0.25em; padding: 0px; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">gli apparati radicali non vanno mai estirpati (a parte le cipolle ed altri tuberi commestibili) in quanto apportano materia organica, attirano organismi viventi microscopici e macroscopici, scavano il terreno e lo lavorano mantenendolo soffice;</span></li><li style="margin: 0px 0pt 0.25em; padding: 0px; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">sul bancale si consociano famiglie e specie vegetali differenti in rapporto alle relazioni benefiche tra esse (esistono molti studi in proposito);</span></li><li style="margin: 0px 0pt 0.25em; padding: 0px; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">su ogni aiuola devono essere presenti piante della famiglia delle <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Fabaceae" style="color: #cb754d; text-decoration-line: none;">leguminose</a>, che sono <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Azotofissazione" style="color: #cb754d; text-decoration-line: none;">azotofissatrici</a> (dell'azoto atmosferico), piante della famiglia delle <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Liliaceae" style="color: #cb754d; text-decoration-line: none;">liliaceae</a> e piante <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Pianta_aromatica" style="color: #cb754d; text-decoration-line: none;">aromatiche</a> e fiori che emettono sostanze repellenti nei confronti di alcuni insetti dannosi;</span></li><li style="margin: 0px 0pt 0.25em; padding: 0px; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">le piante si consociano anche in funzione di un'ottimizzazione della copertura aerea e radicale fitta e costante, quindi piante a sviluppo aere alto con piante a sviluppo aereo basso, piante con radici che vanno in profondità ed altre con radici meno profonde, piante a ciclo breve, con piante a ciclo lungo, con piante perenni ecc.;</span></li><li style="margin: 0px 0pt 0.25em; padding: 0px; text-align: justify; text-indent: 0pt;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">i bancali saranno forniti alla messa in opera dell'orto di un impianto di <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Irrigazione_a_goccia" style="color: #cb754d; text-decoration-line: none;">irrigazione goccia a goccia</a> e di un sistema di tutori per le piante rampicanti o bisognose di sostegno (fagioli, cetrioli, pomodori ecc.), i tutori meglio se permanenti, per non smuovere più il terreno, con tondini di ferro ricurvi (altrimenti cannicciato e bambù).</span></li></ul><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><span style="text-indent: 0pt;"> </span><span style="text-indent: 0pt;">di </span><span style="text-align: right;">Leano Ruscetta </span></span></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; text-align: justify;"><br /></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; text-align: justify;"><span style="background-color: transparent; font-family: times; font-size: large; text-align: left; text-indent: 0pt;">Link per leggere il libro <a href="https://bit.ly/3s0lsqJ">https://bit.ly/3s0lsqJ</a> </span></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; text-align: justify;"><span style="background-color: transparent; font-family: times; font-size: large; text-align: left; text-indent: 0pt;">"La rivoluzione del filo di paglia"</span></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; text-align: justify;"><span style="background-color: transparent; font-family: times; font-size: large; text-align: left; text-indent: 0pt;"><br /></span></div><div style="background-color: #ddeaf4; color: #585858; text-align: justify;"><span style="background-color: transparent; font-family: times; font-size: large; text-align: left; text-indent: 0pt;">Estratto dal sito:</span></div></div><div><span style="font-family: times; font-size: medium;"><a href="https://22passi.blogspot.com/2013/11/introduzione-allagricoltura-sinergica.html">https://22passi.blogspot.com/2013/11/introduzione-allagricoltura-sinergica.html</a></span></div><div><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></div><div><span style="font-family: times; font-size: medium;"><br /></span></div><div><br /></div>Ermanno Peciarolohttp://www.blogger.com/profile/09259709846465285466noreply@blogger.com005035 Narni TR, Italia42.5176022 12.515629914.207368363821153 -22.6406201 70.827836036178837 47.6718799tag:blogger.com,1999:blog-7130500664968721955.post-65397142572457027022020-12-16T07:29:00.007+01:002021-01-09T00:02:27.464+01:00Tracce di Glifosato nella pasta italiana<header id="article-header"><div id="title-collapse"><div class="vertical-center-outer"><div class="vertical-center-inner"><h3 style="text-align: left;">Spaghetti, svelati i nuovi marchi con tracce di glifosato. </h3><h3 style="text-align: left;">La LISTA dei peggiori e dei migliori - greenMe</h3></div></div></div></header><div id="content"><img alt="pasta spaghetti" height="800" src="https://www.greenme.it/wp-content/uploads/2020/11/pasta_glifosato_spaghetti.jpg" srcset="https://www.greenme.it/wp-content/uploads/2020/11/pasta_glifosato_spaghetti.jpg 1200w, https://www.greenme.it/wp-content/uploads/2020/11/pasta_glifosato_spaghetti-300x200.jpg 300w, https://www.greenme.it/wp-content/uploads/2020/11/pasta_glifosato_spaghetti-1024x683.jpg 1024w, https://www.greenme.it/wp-content/uploads/2020/11/pasta_glifosato_spaghetti-768x512.jpg 768w" width="1200" /><div>Francesca Biagioli</div><div>27 Novembre 2020</div><img alt="Condividi su Facebook" height="40" src="https://www.greenme.it/wp-content/themes/greenme/imgs/share-facebook.png" width="40" /><img alt="Condividi su Twitter" height="40" src="https://www.greenme.it/wp-content/themes/greenme/imgs/share-twitter.png" width="40" /><img alt="Condividi su Whatsapp" height="40" src="https://www.greenme.it/wp-content/themes/greenme/imgs/share-whatsapp.png" width="40" /><img alt="Condividi su Linkedin" height="40" src="https://www.greenme.it/wp-content/themes/greenme/imgs/share-linkedin.png" width="40" /><img alt="Condividi via email" height="40" src="https://www.greenme.it/wp-content/themes/greenme/imgs/share-email.png" width="40" /><p dir="ltr">Tornano gli <a dir="ltr" href="https://www.greenme.it/consumare/sai-cosa-compri/spaghetti-glifosato-marche/">spaghetti al glifosato</a>. Le nuove analisi, condotte dalla rivista<em dir="ltr"> Il Salvagente</em>, confermano la presenza di tracce del tanto noto, quanto discusso, erbicida in 7 prodotti su 20, purtroppo.</p><p dir="ltr">Già nel 2018 e nel 2019 alcune analisi avevano dimostrato che, all’interno della pasta (non solo spaghetti) venduti nel nostro paese da diversi marchi, vi era la presenza di <a dir="ltr" href="https://www.greenme.it/informarsi/agricoltura/glifosato-erbicida-cancerogeno/#:~:text=ANCORA%20IL%20GLIFOSATO%3F-,COS'%20%C3%88%20IL%20GLIFOSATO,con%20cui%20viene%20a%20contatto.">glifosato</a>, una sostanza controversa che molti studi hanno collegato ad una serie di possibili disturbi per la salute umana (oltre ai danni ambientali) e che lo Iarc considera come un “probabile cancerogeno”.</p><p dir="ltr">Ebbene, nel 2020 la situazione della “pasta al glifosato” non solo non è migliorata, ma addirittura è peggiorata. Rispetto al precedente test condotto dalla stessa rivista nel 2018, l’erbicida è stato rinvenuto in più pacchi di pasta. <a dir="ltr" href="https://www.greenme.it/consumare/sai-cosa-compri/pasta-salvagente-penne/">Due anni fa solo le paste di Eurospin e Lidl</a> contenevano tracce di glifosato, ora invece sono 7 i marchi in cui è stato trovato.</p><p>La rivista tenta di spiegare come è possibile che invece di migliorare andiamo peggiorando. Il motivo potrebbe essere che, proprio tra il 2016 e il 2018, l’attenzione verso il glifosato era massima. Erano usciti diversi studi e si era cominciato a parlare dei pericoli di questa sostanza per salute. I consumatori dunque erano più attenti e orientavano in un certo modo i loro acquisti.</p><p>E ora? Forse si è un po’ troppo spenta l’attenzione sul glifosato e, non a caso, si prevede che le importazioni del grano canadese torneranno nel 2020 ai livelli massimi del 2016.</p><p dir="ltr">Il nuovo test effettuato da <em dir="ltr">Il Salvagente</em> ha preso in esame un totale di <strong dir="ltr">20 marche di spaghetti</strong> con l’obiettivo di trovare tracce non solo di glifosato, ma anche di altri pesticidi e sostanze controverse che entrano all’interno della pasta dalla materia prima con cui è realizzata: il grano.</p><p>Indice</p><h2>Gli spaghetti con tracce di glifosato</h2><p>Arriviamo subito al punto che ci interessa, gli spaghetti in cui sono state trovate tracce di glifosato (comunque entro i limiti di legge) sono i seguenti:<span></span></p><a name='more'></a><p></p><ul><li>Divella</li><li>Esselunga</li><li>Eurospin</li><li>Garofalo</li><li>Lidl</li><li>Rummo</li><li>Agnesi</li></ul><p>Divella, Esselunga, Eurospin, Garofalo, Lidl e Rummo producono spaghetti utilizzando anche grano straniero e, sottolinea la rivista, probabilmente questo proviene dal Canada. La certezza però non c’è dato che i produttori possono indicare in etichetta un generico provenienza “Ue” e/o “non Ue”.</p><h2><strong>Non si salva neanche la pasta 100% italiana</strong></h2><p dir="ltr">Starete pensando che, dato che la maggior parte di grano contaminato con glifosato arriva dal Canada, comprando spaghetti 100% italiani (dunque con grano proveniente dal nostro paese) potete stare sicuri di scongiurare il problema. Purtroppo il test dimostra che non è così, anche gli spaghetti Agnesi con grano 100% italiano presentano tracce di glifosato, anche se <strong dir="ltr">ben al di sotto dei limiti di legge</strong>, come del resto, va detto, anche per gli altri campioni. Stesso discorso vale per Rummo, che pur avendo annunciato di recente che avrebbe prodotto <a dir="ltr" href="https://www.greenme.it/mangiare/altri-alimenti/pasta-rummo-grano-italiano/">pasta solo con grano italiano</a>, è finita comunque all’interno della classifica.</p><p dir="ltr"><em dir="ltr">Il Salvagente</em> ricorda però che diversi studi hanno evidenziato come il <strong dir="ltr">glifosato possa essere pericoloso anche a dosi molto basse</strong>. Una delle ultime ricerche è quella condotta dall’Università di Turku in Finlandia che ha mostrato come questo erbicida sia in grado di<a dir="ltr" href="https://www.greenme.it/vivere/salute-e-benessere/glifosato-microbiota-intestinale-studio/"> influenzare il microbiota intestinale</a>, con effetti negativi sul 54% delle specie batteriche intestinali.</p><p dir="ltr">Ma non solo, altri studi hanno mostrato i <a dir="ltr" href="https://www.greenme.it/informarsi/agricoltura/glifosato-fegato/">danni del glifosato sul fegato</a> e sul <a dir="ltr" href="https://www.greenme.it/vivere/salute-e-benessere/glifosato-sistema-endocrino/#:~:text=Arriva%20un'ulteriore%20conferma%20che%20il%20glifosato%20altera%20il%20sistema%20endocrino.&text=Come%20sappiamo%2C%20gli%20EDC%20possono,cerebrali%20e%20del%20sistema%20immunitario.">sistema endocrino</a>, tanto per citarne alcuni.</p><h2>Gli spaghetti migliori</h2><p dir="ltr">Dall’analisi de <em dir="ltr">Il Salvagente</em> gli spaghetti migliori del test sono risultati essere:</p><ul><li>Molisana (10)</li><li>De Cecco (10)</li><li>Coop (9)</li><li>Alce Nero (9)</li></ul><p>Seguite da NaturaSì e Giromoloni. Escono bene dal test anche Barilla e Voiello che ottengono un 7.</p><h2>Micotossine pericolose per i bambini</h2><p dir="ltr">Il test ha trovato anche la presenza di <strong dir="ltr">micotossine</strong> in alcuni campioni di pasta. In particolare preoccupa la presenza di <strong dir="ltr">Deossinivalenolo </strong>(Don), pericoloso soprattutto per i bambini.</p><p dir="ltr">Anche in questo caso, <strong dir="ltr">tutti i campioni sono al di sotto del limite di legge</strong> (750 mcg/kg) ma si tratta di valori limite per gli adulti. Ci sono stati però 3 campioni di spaghetti, quelli a marchio <strong dir="ltr">Garofalo, Agnesi e Lidl</strong>, le cui concentrazioni sono superiori al limite previsto per i bambini sotto i tre anni (200 mcg/kg).</p><p>La rivista conclude che:</p><blockquote><p><em dir="ltr">“pur non essendo espressamente paste pediatriche, e quindi non costrette a rispettare quel limite più severo,<strong dir="ltr"> a nostro giudizio sarebbe meglio non condividerle con i più piccoli</strong>“.</em></p></blockquote><p dir="ltr">Diventa sempre più difficile acquistare una pasta “pulita” per noi e per i nostri bambini. Per quanto possibile, orientiamoci verso i <strong dir="ltr">prodotti 100% italiani e da agricoltura biologica</strong>. (Leggi anche: <a dir="ltr" href="https://www.greenme.it/approfondire/opinioni/pasta-biologica-glifosato/">Comprare pasta biologica ci mette al riparo da glifosato e pesticidi?</a>)</p><h2><strong>Che fare?</strong></h2><p dir="ltr">Ormai sembra chiaro che il grano non italiano sia il più “contaminato”, ma questo non ci pone comunque completamente al riparo, come rivela quest’analisi. Possiamo solo consigliare di alternare il consumo di varie marche, da scegliere tra le migliori, in modo da evitare l’eventuale accumulo di pesticidi e del cosiddetto effetto cocktail. Per approfondire il discorso di limiti del glifosato nella pasta e come scegliere leggi (<a dir="ltr" href="https://www.greenme.it/consumare/sai-cosa-compri/glifosato-pasta-scegliere/">Il glifosato nella pasta è un problema più grande di quanto pensiate. Cosa scegliere al supermercato</a>)</p><h2>La replica dei Pastai Italiani</h2><p>Riceviamo e pubblichiamo la replica del Settore Pasta di Unione Italiana Food:</p><blockquote><p>[Nell’articolo si lascia] intendere una situazione grave e pericolosa per la salute del consumatore di pasta. Si tratta di informazioni non corrette e prive di fondamento. In realtà la pasta prodotta dai pastai italiani è buona e sicura e l’industria italiana della pasta si è sempre ispirata al principio di precauzione quando si è trattato di tutelare la salute dei consumatori.</p><p>La presenza di tracce di glifosato (termine già di per sé eloquente) nella misura infinitesimale trovata dalle analisi di Test-Salvagente non è pericolosa per la salute umana. I residui sarebbero pericolosi qualora superassero i limiti appositamente imposti dalle autorità sanitarie. Ma qui parliamo di livelli di centinaia di volte più bassi. Anche considerando le quantità massime rilevate dalle analisi fino a ora fatte sulla pasta, non sarebbe possibile superare i limiti di sicurezza neppure mangiando 200 chili di pasta al giorno, per 365 giorni dell’anno.</p></blockquote><p>Estratto da: https://www.greenme.it/consumare/sai-cosa-compri/spaghetti-glifosato-test/ </p><p><br /></p></div>Ermanno Peciarolohttp://www.blogger.com/profile/09259709846465285466noreply@blogger.com005035 Narni TR, Italia42.5176022 12.515629914.207368363821153 -22.6406201 70.827836036178837 47.6718799tag:blogger.com,1999:blog-7130500664968721955.post-56734060676999356232020-11-21T17:48:00.012+01:002021-06-07T08:57:52.433+02:00La scuola di una volta<p><span face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="background-color: ghostwhite; color: #3333ff; font-size: 22px; font-weight: bold;">La morte di Lidia Secci: aveva insegnato alle elementari di Montoro e poi a Castelluccio.</span></p><div class="share_bar" style="font-family: "Lucida Grande", "Lucida Sans Unicode", "Lucida Sans", LucidaGrande, Geneva, Arial, Verdana, sans-serif; font-size: 12px; margin: 3px; padding: 5px 5px 5px 130px; text-align: left;"></div><span style="background-color: ghostwhite; font-family: times; font-size: large;"><div style="text-align: justify;"><div class="txt_medium" style="position: relative; font-size: 13px; margin-bottom: 15px; color: rgb(0, 0, 0); font-family: "Lucida Grande", "Lucida Sans Unicode", "Lucida Sans", LucidaGrande, Geneva, Arial, Verdana, sans-serif; letter-spacing: normal; text-align: start;"><a class="fancybox" rel="lbgallery18559" href="https://www.narnionline.com/images/news/9/18559/img1.jpg"></a>Lo scorso 24 marzo 2020 è morta Lidia Secci. Aveva novantasei anni. Era la mamma di Sergio, il 24enne che il 2 agosto del 1980 perse la vita nella strage della stazione di Bologna. Il capoluogo emiliano ha tributato alla signora Lidia un caloroso addio. Il sindaco ha deposto un mazzo di fiori nella sala d’attesa della ferrovia dove esplose la bomba, che ora si chiama sala "Torquato Secci", ovvero il marito di Lidia e papà di Sergio. A ricordarla è Giulio Cesare Proietti, ex sindaco di Narni. "Pochi sanno - scrive Giulio -, che Lidia, nel dopoguerra, per alcuni anni è stata la maestra della scuola elementare di Montoro. I suoi alunni, ora ultrasettantenni, ancora la ricordano. Per Natale uno di loro, Silvano Rinaldi, era andato a trovarlo e gli aveva portato una lettera di un’alunna che ricordava i tempi dell’infanzia. Gli aveva fatto un immenso piacere e Lidia mi aveva chiamato per propormi di scrivere qualcosa sulla sua esperienza di maestra nell’immediato dopo guerra. Torquato - ricorda Giulio Cesare Proietti -, era fratello di Emilio che fu anche senatore del Pci. Era un tecnico della Terni chimica e Sauro Laranci ricorda come il padre Aldo, che era insacchettatore di concimi, fosse suo amico e lo stimasse molto. Lidia mi fece i nomi di altri suoi scolari di Montoro: Narciso, Luciano, Maria, Francesca e altri. Torquato Secci, il fondatore insieme a Lidia della Associazione 'Familiari delle vittime di Bologna', ha amato molto la città di Narni. Ha scritto articoli fondamentali sulla navigabilità del Nera Tevere. Ha inoltre collezionato stampe di Narni, alcune delle quali sono raccolte in un volumetto da me curato".</div><div><br></div></div><div style="text-align: justify;"><span face=""Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; font-size: 18.75px; text-align: left; white-space: pre-wrap;"> </span><span style="font-family: inherit; font-size: 18.75px; text-align: left; white-space: pre-wrap;"></span></div></span><div class="txt_medium" style="background-color: ghostwhite; margin-bottom: 15px; position: relative;"><div dir="auto" style="font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; white-space: pre-wrap;"><span style="background-color: white;"><div class="separator" style="clear: both; font-size: 18.75px; text-align: center;"><a href="https://lh3.googleusercontent.com/-mwrvD0LXotY/X7l7nFFrnRI/AAAAAAAEP0s/dEu9_-u_PvcWPjXt9zbTEjZRYIkINiH-ACLcBGAsYHQ/image.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="479" data-original-width="649" height="461" src="https://lh3.googleusercontent.com/-mwrvD0LXotY/X7l7nFFrnRI/AAAAAAAEP0s/dEu9_-u_PvcWPjXt9zbTEjZRYIkINiH-ACLcBGAsYHQ/w624-h461/image.png" width="624"></a></div><span style="font-size: medium;"><div style="text-align: center;"><span style="font-family: times;">Estratto dal sito Narni News: </span><span style="background-color: ghostwhite; font-family: times;"><a class="oajrlxb2 g5ia77u1 qu0x051f esr5mh6w e9989ue4 r7d6kgcz rq0escxv nhd2j8a9 nc684nl6 p7hjln8o kvgmc6g5 cxmmr5t8 oygrvhab hcukyx3x jb3vyjys rz4wbd8a qt6c0cv9 a8nywdso i1ao9s8h esuyzwwr f1sip0of lzcic4wl py34i1dx gpro0wi8" href="https://bit.ly/3dI9uuJ?fbclid=IwAR150-W4NlN7yeu5GnOgJQgwTV4G7w4NGQWyodfpkO6OT_9Hg_EPn3GOqqg" rel="nofollow noopener" role="link" style="-webkit-tap-highlight-color: transparent; border-color: initial; border-style: initial; border-width: 0px; box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; font-family: inherit; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px; text-align: inherit; text-decoration-line: none; touch-action: manipulation;" tabindex="0" target="_blank">https://bit.ly/3dI9uuJ</a></span></div></span><span style="font-size: 18.75px;"><br></span></span></div><div dir="auto" style="font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 18.75px; white-space: pre-wrap;"><span style="background-color: white;"><h1 class="page-header" style="border-bottom: 1px solid rgb(238, 238, 238); box-sizing: border-box; color: #990000; font-family: "Century Gothic", "Trebuchet MS", "Arial Narrow", Arial, sans-serif; font-size: 24px; font-weight: normal; line-height: 1.1; margin: 40px 0px 20px; padding-bottom: 9px; text-transform: uppercase; white-space: normal;">TORQUATO E LIDIA SECCI</h1><img class="img-responsive img-thumbnail" src="https://www.stragi.it/archivio/lg/643.jpg" style="border-radius: 4px; border: 1px solid rgb(221, 221, 221); box-shadow: rgba(0, 0, 0, 0.075) 0px 1px 2px; box-sizing: border-box; color: #333333; display: inline-block; font-family: Arial; font-size: 14px; height: auto; line-height: 1.42857; max-width: 100%; padding: 4px; transition: all 0.2s ease-in-out 0s; vertical-align: middle; white-space: normal;"></span></div><div dir="auto" style="font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 18.75px; white-space: pre-wrap;"><span style="background-color: white;">Foto dal sito: https://www.stragi.it/torquato-e-lidia-secci</span></div><div dir="auto" style="font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 18.75px; white-space: pre-wrap;"><span style="background-color: white;"><br></span></div><div dir="auto" style="font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 18.75px; white-space: pre-wrap;"><span style="background-color: white;">Mio commento:</span></div><div dir="auto" style="font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; white-space: pre-wrap;"><span style="background-color: white;"><b><span style="font-size: medium;">I miei cugini Luciano e Narciso Maccaglia erano ancora presenti nei ricordi della loro maestra di novantasei anni!</span></b></span><span style="background-color: white; font-size: 18.75px;"> </span></div><div class="cat_news" style="font-family: "Lucida Grande", "Lucida Sans Unicode", "Lucida Sans", LucidaGrande, Geneva, Arial, Verdana, sans-serif; font-size: 12px;"><br></div></div><div class="txt_medium" style="background-color: ghostwhite; margin-bottom: 15px; position: relative;"><br></div>Ermanno Peciarolohttp://www.blogger.com/profile/09259709846465285466noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7130500664968721955.post-28144033679835727762020-10-07T12:00:00.036+02:002020-10-08T01:34:41.718+02:00Se i Carabinieri bussano alla porta (di Marilù) il lunedì <p><span style="background-color: white; color: #212121; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 18px;">Inizio la settimana con i Carabinieri alla porta.</span></p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #212121; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 18px; line-height: 1.4; margin: 0px 0px 16px; outline: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px;">Mi chiamano di buon’ora.</p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #212121; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 18px; line-height: 1.4; margin: 0px 0px 16px; outline: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px;">Mi devono notificare un decreto di citazione diretta a giudizio.</p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #212121; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 18px; line-height: 1.4; margin: 0px 0px 16px; outline: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px;">L’ennesimo. E sempre per fatti già archiviati, per cui ero stata già querelata, ma altre procure, altri pm e altri gip, hanno ritenuto essere rispondenti a verità.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://lh3.googleusercontent.com/-tkKiK8bEbVI/X35J-g-yS-I/AAAAAAAEL-o/h723tQTbKPweQSmWl_xPMF6UU4ujgQKEwCLcBGAsYHQ/image.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="453" data-original-width="679" height="326" src="https://lh3.googleusercontent.com/-tkKiK8bEbVI/X35J-g-yS-I/AAAAAAAEL-o/h723tQTbKPweQSmWl_xPMF6UU4ujgQKEwCLcBGAsYHQ/w448-h326/image.png" width="448" /></a></div><p></p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #212121; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 18px; line-height: 1.4; margin: 0px 0px 16px; outline: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px;">Sono inchieste giornalistiche investigative che da una parte utilizzano strumenti propri del giornalismo, cioè testimonianze riservate raccolte sul campo, riscontro di documenti pubblici o riservati, reportage fotografici, dall’altra incrociano atti giudiziari. <a href="https://www.iltaccoditalia.info/2019/07/31/archiviata-querela-giunta-di-casarano-fatti-veri-diritto-di-critica-salvo/" style="background-color: transparent;">Archiviata querela Giunta di Casarano: fatti veri, diritto di critica salvo</a></p><p></p><p></p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #212121; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 18px; line-height: 1.4; margin: 0px 0px 16px; outline: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-align: left;">Cerco sempre di allargare lo sguardo, unisco i puntini, cerco i collegamenti tra i fatti e gli scenari, esercito il mio diritto-dovere di critica e cronaca.</p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #212121; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 18px; line-height: 1.4; margin: 0px 0px 16px; outline: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-align: left;">Non guardo ai fatti e non leggo gli atti giudiziari con i paraocchi: so collegare tra le varie indagini degli inquirenti e i riscontri giudiziari che spesso per esigenze istruttorie possono apparire sconnessi, distanti, scollegati.</p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; line-height: 1.4; margin: 0px 0px 16px; outline: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px;"></p><div style="text-align: left;"><span face=""Open Sans", sans-serif" style="color: #212121; font-size: 18px;"><br /></span></div><span face=""Open Sans", sans-serif" style="color: #212121; font-size: 18px;"><a name='more'></a></span><p></p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #212121; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 18px; line-height: 1.4; margin: 0px 0px 16px; outline: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-align: left;">Ho memoria dei fatti e se scrivo di un’indagine, che ne so, faccio un esempio, dell’operazione “Diarchia”, che a Casarano ha “capitozzato” il clan Montedoro-Potenza, ne so tracciare le dinamiche, so disegnarne gli asset, so inserire l’evoluzione del clan in quella storica della sacra corona unita, ho memoria delle amicizie e delle alleanze tra i clan, so chi si è candidato con chi e so chi, incensurato, è definito amico dei boss: definizione assunta dalla cittadinanza prima e dai magistrati poi.</p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #212121; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 18px; line-height: 1.4; margin: 0px 0px 16px; outline: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-align: left;">Ho la mappa dei voti e so chi appoggia chi. </p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #212121; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 18px; line-height: 1.4; margin: 0px 0px 16px; outline: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-align: left;">Nel paese del tutti sanno e nessuno parla, io scrivo.</p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #212121; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 18px; line-height: 1.4; margin: 0px 0px 16px; outline: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-align: left;">So anche leggere e analizzare i bandi pubblici, (12 anni al Sole 24ore, ad analizzare i bandi europei del Sud Italia, saranno pur serviti a qualcosa), gli affidamenti diretti, so leggere e interpretare le determine e le delibere, le consulenze date agli amici degli amici e le assunzioni all’interno delle ditte che vincono gli appalti. Scopro che le assunzioni sono a volte garantite agli affiliati ai clan, a volte ai parenti degli amici dei boss.</p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #212121; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 18px; line-height: 1.4; margin: 0px 0px 16px; outline: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-align: left;"><strong style="box-sizing: border-box; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px;">Scopro un “sistema”</strong>.</p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #212121; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 18px; line-height: 1.4; margin: 0px 0px 16px; outline: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-align: left;">Se non facessi questo esercizio di lettura ai raggi X di ogni dinamica socio-economica connessa ai clan, non farei un lavoro pulito. </p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #212121; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 18px; line-height: 1.4; margin: 0px 0px 16px; outline: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-align: left;">Se non sollevassi i tappeti, non cercassi la sporcizia nascosta negli angoli, con una meticolosità tipica delle donne salentine quando puliscono casa, come mi ha insegnato mia madre, se non aprissi gli armadi della vergogna: farei un comodo racconto di quello che si vede. </p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #212121; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 18px; line-height: 1.4; margin: 0px 0px 16px; outline: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-align: left;">Ma quello che si vede dipende molto da come si guarda e da quello che si cerca.</p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #212121; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 18px; line-height: 1.4; margin: 0px 0px 16px; outline: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-align: left;">Si trova, nei fatti, quello che si è capaci di cercare.</p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #212121; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 18px; line-height: 1.4; margin: 0px 0px 16px; outline: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-align: left;">Io lo faccio, provo a farlo sempre.</p><blockquote class="wp-block-quote" style="background-color: white; border-left: none; box-sizing: border-box; color: #9daab9; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 16px; font-style: italic; line-height: 30px; margin: 2rem 0px; outline: 0px; padding: 0px 3rem; position: relative;"><p style="box-sizing: border-box; color: #212121; font-size: 18px; line-height: 1.4; margin: 0px; outline: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 1rem 0px 0px; text-align: left;">Questo dà fastidio a tutti. Questo è pericoloso e scomodo. Questo mi isola. Non sono una invitata ai party. Non sono “in quota” a nessuno. E non c’è la fila dietro la porta per propormi candidature.</p></blockquote><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; line-height: 1.4; margin: 0px 0px 16px; outline: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px;"></p><div style="text-align: left;"><span style="color: #212121; font-family: times;"><br /></span></div><span style="color: #212121; font-family: times;"><div style="text-align: left;"><span style="background-color: white; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 18px;">La settimana è iniziata con i Carabinieri alla porta, e si era conclusa con un’udienza dinanzi al gip: i soliti querelenti si erano opposti alla richiesta di archiviazione del pm (altro procedimento, altra querela, soliti fatti).</span></div></span><p></p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #212121; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 18px; line-height: 1.4; margin: 0px 0px 16px; outline: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-align: left;"><strong style="box-sizing: border-box; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px;">Uno stalking giudiziario che non ha eguali.</strong></p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #212121; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 18px; line-height: 1.4; margin: 0px 0px 16px; outline: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-align: left;">Ma che non mi piega. Le querele temerarie non mi spezzano la penna. La rallentano, certo. Mi tolgono l’ossigeno, il tempo, la vita. Se non dicessi che sono esausta, mentirei. Se non dicessi che sono tentata dal desistere, evitare di scrivere, girare lo sguardo altrove, non sarei onesta con voi. </p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #212121; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 18px; line-height: 1.4; margin: 0px 0px 16px; outline: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 0px; text-align: left;">Se non dicessi che psicologicamente sono provata e che questa persecuzione mi toglie il sonno, non sarei umana. <strong style="box-sizing: border-box; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px;">Ma ci sono cose che vanno fatte. </strong>E vado avanti. Per la giustizia e la verità. Faccio un mestiere di servizio e non di potere. Il Potere se ne faccia una ragione.</p><blockquote class="wp-block-quote" style="background-color: white; border-left: none; box-sizing: border-box; color: #9daab9; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 16px; font-style: italic; line-height: 30px; margin: 2rem 0px; outline: 0px; padding: 0px 3rem; position: relative;"><p style="box-sizing: border-box; color: #212121; font-size: 18px; line-height: 1.4; margin: 0px; outline: 0px; overflow-wrap: break-word; padding: 1rem 0px 0px; text-align: left;">“Certe cose non si fanno per coraggio, si fanno solo per guardare più serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei nostri figli” (cit. Carlo Alberto Dalla Chiesa)</p></blockquote><p style="text-align: left;"><span style="font-size: x-small;">Fonte: </span><span style="color: #0000ee; font-size: x-small;"><u>@lmastrogiovanni @ilTaccodItalia_</u></span></p><br /><div class="css-1dbjc4n r-xoduu5" style="-webkit-box-align: stretch; -webkit-box-direction: normal; -webkit-box-orient: vertical; align-items: stretch; background-color: #15202b; border: 0px solid black; box-sizing: border-box; color: #8899a6; display: inline-flex; flex-basis: auto; flex-direction: column; flex-shrink: 0; font-family: system-ui, -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Ubuntu, "Helvetica Neue", sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; min-height: 0px; min-width: 0px; padding: 0px; position: relative; white-space: pre-wrap; z-index: 0;"></div>Ermanno Peciarolohttp://www.blogger.com/profile/09259709846465285466noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7130500664968721955.post-44190195334841252422020-09-29T00:39:00.007+02:002020-09-29T01:22:56.932+02:00Storie di ordinario razzismo<div><div class="sc-data" style="border: 0px; float: left; font-family: "Lucida Sans Unicode", "Lucida Grande", Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; height: auto; line-height: inherit; margin: 0px 12px 0px 0px; outline: 0px; padding: 3px 0px; vertical-align: baseline; width: 40px;"><div class="field field--name-field-data field--type-datestamp field--label-hidden" style="border: 0px; font: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><div class="field__items" style="border: 0px; font: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><div class="field__item even" style="border: 0px; font: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><div class="data" style="border: 0px; font-family: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; height: auto; line-height: 1.1; margin: 0px auto; outline: 0px; padding: 0px 10px 0px 0px; text-align: center; vertical-align: baseline; width: 30px;"><span class="data_day" style="border: 0px; display: block; font-family: inherit; font-size: 20px; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">26</span><span class="data_month" style="border: 0px; display: block; font-family: inherit; font-size: 15px; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; letter-spacing: -0.5px; line-height: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">SET</span><span class="data_year" style="border: 0px; display: block; font-family: inherit; font-size: 10px; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; letter-spacing: -1px; line-height: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">2020</span></div></div></div></div><div class="tipo_evento dibattiti" style="background-image: url("/sites/all/themes/radioradicale_2014/images/icone_rev_0.png"); background-position: 3px -400px; background-repeat: no-repeat; border: 0px; font: inherit; height: 35px; margin: 5px 0px 0px -5px; outline: 0px; padding: 0px; text-indent: -9999px; vertical-align: baseline; width: 40px;">dibattiti</div></div><div class="area_titolo clearfix" style="border-bottom-color: initial; border-bottom-style: initial; border-image: initial; border-left-color: rgb(215, 215, 215); border-left-style: solid; border-right-color: initial; border-right-style: initial; border-top-color: initial; border-top-style: initial; border-width: 0px 0px 0px 1px; font-family: "Lucida Sans Unicode", "Lucida Grande", Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 0px 40px; outline: 0px; padding: 0px 0px 3px; vertical-align: baseline; zoom: 1;"><h1 class="titolo-scheda" style="border: 0px; font-family: "Lucida Sans", "Lucida Sans Unicode", "Lucida Grande", Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 22px; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 10px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">I dialoghi di Trani -Storie di ordinario razzismo <strong style="border: 0px; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><a datatype="" href="https://www.radioradicale.it/genere/dibattito" property="rdfs:label skos:prefLabel" style="border: 0px; color: #cd4731; font: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; vertical-align: baseline;" typeof="skos:Concept">DIBATTITO</a></strong><span style="font-size: inherit; font-style: inherit; font-variant-caps: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-weight: inherit;"> | Durata: 47 minuti</span></h1><div class="suffissi" style="border: 0px; float: left; font: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><div class="first_row clearfix" style="border: 0px; font: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline; zoom: 1;"><div class="secondo_suffisso operator" style="border: 0px; color: #575757; float: left; font-family: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: italic; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 0px 25px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: right; vertical-align: baseline; width: 390px;"><div class="field field--name-field-documentalisti field--type-entityreference field--label-hidden" style="border: 0px; font: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><div class="field__items" style="border: 0px; font: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"></div></div></div></div><div class="second_row" style="border: 0px; font: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><div class="terzo_suffisso" style="border: 0px; clear: both; font: inherit; margin: 10px 0px 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><div class="field field--name-field-organizzatori field--type-entityreference field--label-inline clearfix sc-block" style="border: 0px; clear: both; font: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline; zoom: 1;"><div class="field__label" style="border: 0px; float: left; font-family: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: italic; font-variant: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Organizzatori: </div><div class="field__items" style="border: 0px; float: left; font: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><a href="https://www.radioradicale.it/organizzatore/17848/associazione-culturale-la-maria-del-porto" style="border: 0px; color: #cd4731; font: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; vertical-align: baseline;">Associazione Culturale La Maria Del Porto</a>, <a href="https://www.radioradicale.it/organizzatore/17849/citta-di-trani" style="border: 0px; color: #cd4731; font: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; vertical-align: baseline;">Città di Trani</a>, <a href="https://www.radioradicale.it/organizzatore/413/regione-puglia" style="border: 0px; color: #cd4731; font: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; vertical-align: baseline;">Regione Puglia</a></div></div></div></div></div></div></div><div style="text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="355" src="//www.radioradicale.it/scheda/616714/iframe?p=0&s=2834&t=2834&f=0" width="560"></iframe></div><div style="text-align: center;"><span style="font-size: x-small;"><br /></span></div><div><div style="text-align: justify;"><br /></div><span style="font-family: inherit;"><span id="sommario_cut" style="border: 0px; display: inline; font-size: small; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: 1.4em; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><div style="text-align: justify;"><span id="sommario_cut" style="border: 0px; display: inline; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: 1.4em; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Evento organizzato da Associazione Culturale La Maria Del Porto e Città di Trani e Regione</span><span id="sommario_all" style="border: 0px; display: inline; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: 1.4em; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"> Puglia, </span>registrato a Trani sabato 26 settembre 2020.</div><div style="text-align: justify;">Con Simona Maggiorelli, Direttore responsabile del settimanale Left, e Gabriella Nobile, imprenditrice, che ha fondato l'associazione <a href="https://www.mammeperlapelle.it/sostenitori/" target="_blank">"Mamme per la pelle"</a>, </div></span><span face=""Lucida Sans Unicode", "Lucida Grande", Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif" id="sommario_all" style="border: 0px; display: inline; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: 1.4em; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><div style="text-align: justify;">Fonte: https://radioradicale.it/</div></span></span></div>Ermanno Peciarolohttp://www.blogger.com/profile/09259709846465285466noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7130500664968721955.post-78967450360463371722020-09-04T18:46:00.011+02:002020-09-07T11:42:01.188+02:00Gli astronomi individuano la più grande e strana collisione di un buco nero mai trovata.<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white; color: #373737; font-size: 14px; white-space: pre-wrap;">Più di sette miliardi di anni fa, due immensi buchi neri si circondarono l'un l'altro fino a quando non si scontrarono e si fusero, un cataclisma così intenso da inviare onde che si librarono attraverso il tessuto dello spazio-tempo. </span><span style="background-color: #f9f9f9; color: #030303; font-size: 14px; text-align: left; white-space: pre-wrap;">Quando si generò, non esisteva la Terra, non esisteva la Luna, non esisteva il Sole. </span><span style="background-color: white; color: #373737; font-size: 14px; white-space: pre-wrap;">Nelle prime ore del mattino del 21 maggio 2019, la Terra ha tremato per le vibrazioni emesse da questa lontana carneficina, facendo scoprire agli astronomi il più grande botto cosmico che avessero mai rilevato, botto che sfida le aspettative teoriche. </span></span></p><p style="text-align: center;"><span style="color: #373737;"><span style="background-color: white; font-size: 14px; white-space: pre-wrap;"> <iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="374" src="https://www.youtube.com/embed/lIORsBeRjSs" width="504"></iframe></span></span></p><p style="text-align: center;"><span style="color: #373737;"><span style="background-color: white; font-size: 14px; white-space: pre-wrap;">Infografica dell’evento da MEDIAINAFTV - Credit: Ligo/Virgo</span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #373737; font-family: inherit; font-size: 14px; white-space: pre-wrap;"><span style="background-color: #f9f9f9; color: #030303;">Sopra li vedete in una simulazione numerica del Max Planck mentre si avvicinano sempre più, fino a che i loro orizzonti degli eventi non entrano in contatto e non si fondono, dando origine a un’unica singolarità e generando, appunto, le onde gravitazionali rappresentate nel grafico nella parte inferiore del video. </span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #373737; font-family: inherit; font-size: 14px; white-space: pre-wrap;">Il segnale raccolto da due osservatori - LIGO negli Stati Uniti e VIRGO in Italia - è arrivato sotto forma di onde gravitazionali: interruzioni nello spazio-tempo che solamente massicci eventi cosmici possono mettere in moto. Questo segnale, denominato GW190521, proveniva da una collisione davvero mostruosa. I ricercatori stimano che due buchi neri, 66 e 85 volte più massicci del nostro sole, si siano messi a spirale l'uno nell'altro, unendosi per formare un buco nero 142 volte più massiccio del nostro sole. L'evento, annunciato oggi su Physical Review Letters, è di gran lunga il più grande mai rilevato tramite onde gravitazionali. In una frazione di secondo, i buchi neri che si fondono hanno rilasciato circa otto volte più energia di quella contenuta negli atomi del nostro sole, il tutto sotto forma di onde gravitazionali. Quella quantità di energia è come far esplodere più di un milione di miliardi di bombe atomiche ogni secondo per 13,8 miliardi di anni, l'era dell'universo osservabile. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #373737; font-family: inherit; font-size: 14px; white-space: pre-wrap;">L'astronomo del Caltech Matthew Graham, che non fa parte dei team LIGO o VIRGO, definisce l'evento "probabilmente la più grande esplosione che abbiamo mai conosciuto nell'universo". La fusione del buco nero sta causando molta eccitazione scientifica, per alcuni motivi. In primo luogo, il buco nero che lo ha prodotto colma una lacuna sconcertante nelle nostre osservazioni. Fino ad ora, i ricercatori avevano trovato buchi neri decine di volte più massicci del nostro Sole e buchi neri supermassicci da milioni a miliardi di volte più massicci del nostro Sole, ma non ne avevano mai confermato uno tra 100 e 100.000 masse solari. Con circa 142 masse solari, l'ultimo buco nero di GW190521 è il primo mai trovato in questo intervallo intermedio. "Ora possiamo chiudere il caso e dire che esistono buchi neri di massa intermedia", afferma Christopher Berry, membro del team di LIGO, fisico della Northwestern University. </span></p><p><span face="" style="background-color: white; color: #373737; font-size: 14px; white-space: pre-wrap;">Fonti: </span><span face="" style="color: #373737;"><span style="font-size: 14px; white-space: pre-wrap;"><a href="https://www.media.inaf.it/2020/09/02/gw-190521/">https://www.media.inaf.it/2020/09/02/gw-190521/</a> Testo tradotto da: </span></span><span face="" style="background-color: white; color: #373737; font-size: 14px; white-space: pre-wrap;"><a href="https://on.natgeo.com/2ZobOBV">https://on.natgeo.com/2ZobOBV</a></span></p>Ermanno Peciarolohttp://www.blogger.com/profile/09259709846465285466noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7130500664968721955.post-18107788881366701692020-08-25T00:35:00.002+02:002020-09-06T14:50:36.831+02:00Studio d'arte FRANCESCO SANTORI scultore <h4 style="text-align: left;"><span style="font-size: large;">MOSTRA ANTOLOGICA DI SCULTURE E DISEGNI <br /></span><span style="font-size: x-large;">"UNA VITA PER L'ARTE"</span></h4><div><span style="font-size: x-large;"><br /></span></div><div><span style="font-family: verdana;">Francesco Santori nasce a Grottammare il 5 aprile 1950. </span></div><div><span style="font-family: verdana;">Ancora ragazzo intraprende da autodidatta la via di scultore. </span></div><div><span style="font-family: verdana;">Il poeta Mario Rivosecchi, ex direttore dell'accademia di Belle Arti di Roma, lo "scopre" e inizia ad incoraggiare la sua formazione, facendogli conoscere le tecniche di vari artisti. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-ndeXKoEL-R0/XzKePlbRSDI/AAAAAAAEA2Q/Y7CkabPEROQXyOawz8IfaH2lKvQ-SOwZgCPcBGAsYHg/s4000/IMG_20200724_184116.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: verdana;"><img border="0" data-original-height="3000" data-original-width="4000" src="https://1.bp.blogspot.com/-ndeXKoEL-R0/XzKePlbRSDI/AAAAAAAEA2Q/Y7CkabPEROQXyOawz8IfaH2lKvQ-SOwZgCPcBGAsYHg/s640/IMG_20200724_184116.jpg" width="640" /></span></a></div><span style="font-family: verdana;"><br /><br /></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-TNzT3_KSom8/XzKePvs91fI/AAAAAAAEA2Q/csekiVuXqKgE20YRrGV_Pf9R1jwJW6kzQCPcBGAsYHg/s4000/IMG_20200724_183823.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: verdana;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="3000" height="640" src="https://1.bp.blogspot.com/-TNzT3_KSom8/XzKePvs91fI/AAAAAAAEA2Q/csekiVuXqKgE20YRrGV_Pf9R1jwJW6kzQCPcBGAsYHg/s640/IMG_20200724_183823.jpg" /></span></a></div><span style="font-family: verdana;"><br /></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-_G7FeADpkkE/XzKePtALOeI/AAAAAAAEA2Q/qA8-pG-OEEswelBiHrHKIF9xU33x-86uACPcBGAsYHg/s4000/IMG_20200724_183727.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3000" data-original-width="4000" src="https://1.bp.blogspot.com/-_G7FeADpkkE/XzKePtALOeI/AAAAAAAEA2Q/qA8-pG-OEEswelBiHrHKIF9xU33x-86uACPcBGAsYHg/s640/IMG_20200724_183727.jpg" width="640" /></a><a href="https://1.bp.blogspot.com/-VY41U5OJNZc/XzKePtlAxoI/AAAAAAAEA2Q/YPYOmcWyciYGdocYPFR0_Bv13csS0lC2QCPcBGAsYHg/s4000/IMG_20200724_183917.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="3000" height="640" src="https://1.bp.blogspot.com/-VY41U5OJNZc/XzKePtlAxoI/AAAAAAAEA2Q/YPYOmcWyciYGdocYPFR0_Bv13csS0lC2QCPcBGAsYHg/s640/IMG_20200724_183917.jpg" /></a></span></div><span style="font-family: verdana;"><br /></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-SBm6dJdKb6Q/XzKePhN6_UI/AAAAAAAEA2Q/zZl1H7pkSCY3cKAUN5KrNuMyWsRrJXAkwCPcBGAsYHg/s4000/IMG_20200724_183650.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: verdana;"><img border="0" data-original-height="3000" data-original-width="4000" src="https://1.bp.blogspot.com/-SBm6dJdKb6Q/XzKePhN6_UI/AAAAAAAEA2Q/zZl1H7pkSCY3cKAUN5KrNuMyWsRrJXAkwCPcBGAsYHg/s640/IMG_20200724_183650.jpg" width="640" /></span></a></div><span style="font-family: verdana;"><br /></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-_xdD1HezOYI/XzKePksZcZI/AAAAAAAEA2Q/9epQYBcDJrkOv3n9jrddVD_xbuUzytfZgCPcBGAsYHg/s4000/IMG_20200724_183602.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: verdana;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="3000" height="640" src="https://1.bp.blogspot.com/-_xdD1HezOYI/XzKePksZcZI/AAAAAAAEA2Q/9epQYBcDJrkOv3n9jrddVD_xbuUzytfZgCPcBGAsYHg/s640/IMG_20200724_183602.jpg" /></span></a></div><span style="font-family: verdana;"><br /></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><span style="font-family: verdana;"><br /></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-SDiv4kFN-gw/XzKePvc57NI/AAAAAAAEA2Q/tIgJR0K2ipI2nd16aHesTTK0mTYy1FwfgCPcBGAsYHg/s4000/IMG_20200724_183456.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: verdana;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="3000" height="640" src="https://1.bp.blogspot.com/-SDiv4kFN-gw/XzKePvc57NI/AAAAAAAEA2Q/tIgJR0K2ipI2nd16aHesTTK0mTYy1FwfgCPcBGAsYHg/s640/IMG_20200724_183456.jpg" /></span></a></div><span style="font-family: verdana;"><br /></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-8rwpIb9gQls/XzKePs6ZuKI/AAAAAAAEA2Q/9biPnfVT6WYh9blrWY2xrskT7x-Hv0yMACPcBGAsYHg/s4000/IMG_20200724_183410.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: verdana;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="3000" height="640" src="https://1.bp.blogspot.com/-8rwpIb9gQls/XzKePs6ZuKI/AAAAAAAEA2Q/9biPnfVT6WYh9blrWY2xrskT7x-Hv0yMACPcBGAsYHg/s640/IMG_20200724_183410.jpg" /></span></a></div><span style="font-family: verdana;"><br /></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-WQ-zZFYtl60/XzKePoLVPwI/AAAAAAAEA2Q/zoRkoEgRxVMYE7yRLFCvuB4lbnzVOWpgQCPcBGAsYHg/s4000/IMG_20200724_183348.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: verdana;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="3000" height="640" src="https://1.bp.blogspot.com/-WQ-zZFYtl60/XzKePoLVPwI/AAAAAAAEA2Q/zoRkoEgRxVMYE7yRLFCvuB4lbnzVOWpgQCPcBGAsYHg/s640/IMG_20200724_183348.jpg" /></span></a></div><span style="font-family: verdana;"><br /></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-LIQwhOkAhFY/XzKePtdyO5I/AAAAAAAEA2Q/Ljordvwc7mgssRCM0aSpZdm1gYdLOXNgACPcBGAsYHg/s4032/IMG_20200729_174858.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: verdana;"><img border="0" data-original-height="4032" data-original-width="3024" height="640" src="https://1.bp.blogspot.com/-LIQwhOkAhFY/XzKePtdyO5I/AAAAAAAEA2Q/Ljordvwc7mgssRCM0aSpZdm1gYdLOXNgACPcBGAsYHg/s640/IMG_20200729_174858.jpg" /></span></a></div><div><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div><span style="font-family: verdana;">Frequenta la scuola di Pericle Fazzini a Roma e a sedici anni espone le sue opere a San Benedetto del Tronto. Le sue mostre sono state proposte da diverse gallerie nazionali (Roma, Salsomaggiore, Milano, Ferrara, Firenze, La Spezia) e internazionali (Cannes, New York, Tokio, Parigi). </span></div><div><span style="font-family: verdana;">E' sempre rimasto a Grottammare, fuggendo da tutte le logiche del mercato culturale del grandi centri di promozione intellettuale.</span></div><div><span style="font-family: verdana;">Mie foto <a href="https://photos.app.goo.gl/ZmofhB9ZVL1LkEtM9">https://photos.app.goo.gl/ZmofhB9ZVL1LkEtM9</a></span></div><div><span style="font-family: verdana;">Il suo studio è situato su un colle, presso la Vedetta Picena, da dove si scorgono il mare e le colline: in questo luogo d'amore e di ispirazione sono esposte le opere più rappresentative, in grado di raccontare i cinquanta anni di attività di uno scultore umano, umile, rimasto gentile, giustamente definito lo scultore della Pace.</span></div><div><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div><span style="font-family: verdana;">Testo estratto dal sito http://www.comune.grottammare.ap.it/</span></div><div><br /></div>Ermanno Peciarolohttp://www.blogger.com/profile/09259709846465285466noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7130500664968721955.post-5089582986799121002020-04-22T17:33:00.004+02:002020-04-30T18:31:40.242+02:00La terza onda<br /><div><p style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #111111; font-family: vollkorn, serif; font-size: 17px; line-height: 28.9px; margin: 0px 0px 1.5em; padding: 0px;"><strong style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: border-box;">Lunedì 3 aprile 1967, California Cubberley High School di Palo Alto</strong></p><p style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #111111; font-family: vollkorn, serif; font-size: 17px; line-height: 28.9px; margin: 0px 0px 1.5em; padding: 0px; text-align: justify;">Questa storia ha come protagonista un insegnante di storia, una scuola, degli alunni adolescenti, e uno strano esperimento sociale della durata di una settimana teso a dimostrare la nascita di un regime totalitario. Ron Jones, è questo il nome del protagonista, è un insegnante che potremmo definire “sopra le righe”. Siamo negli anni ’60, e Ron è uno di quegli insegnanti, anarchici, un po’ ribelle, di quelli che protestano per la guerra in Vietnam, un insegnante che ben rappresenta il movimento culturale molto in fermento, tipico in quegli anni. La sua classe è di circa una trentina di ragazzi. Questi si trovano bene con Ron, forse perché abituati a trattarlo alla pari, lo chiamano per nome, si siedono dove vogliono, fanno domande quando vogliono, insomma non è proprio una classe con un alto rendimento.</p><p style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #111111; font-family: vollkorn, serif; font-size: 17px; line-height: 28.9px; margin: 0px 0px 1.5em; padding: 0px;"><img alt="la-banalit-del-male-4-638" class="wp-image-1664 aligncenter" data-attachment-id="1664" data-comments-opened="1" data-image-description="" data-image-meta="{"aperture":"0","credit":"","camera":"","caption":"","created_timestamp":"0","copyright":"","focal_length":"0","iso":"0","shutter_speed":"0","title":"","orientation":"0"}" data-image-title="la-banalit-del-male-4-638" data-large-file="https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/la-banalit-del-male-4-638.jpg?w=616" data-medium-file="https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/la-banalit-del-male-4-638.jpg?w=300" data-orig-file="https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/la-banalit-del-male-4-638.jpg" data-orig-size="638,479" data-permalink="https://rossellatirimacco.com/2019/05/26/esperimento-sociale-la-terza-onda/la-banalit-del-male-4-638/" height="356" sizes="(max-width: 474px) 100vw, 474px" src="https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/la-banalit-del-male-4-638.jpg?w=474&h=356" srcset="https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/la-banalit-del-male-4-638.jpg?w=474&h=356 474w, https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/la-banalit-del-male-4-638.jpg?w=150&h=113 150w, https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/la-banalit-del-male-4-638.jpg?w=300&h=225 300w, https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/la-banalit-del-male-4-638.jpg 638w" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; border: 0px; box-sizing: border-box; display: block; font-family: inherit; height: auto; line-height: 1; margin: 0px auto; max-width: 100%; padding: 0px;" width="474" /></p><p style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #111111; font-family: vollkorn, serif; font-size: 17px; line-height: 28.9px; margin: 0px 0px 1.5em; padding: 0px;"> <span style="text-align: justify;">Quel giorno, durante la lezione di storia che ha come tema il nazismo, Ron non riesce però a far capire ai ragazzi quel dato contesto storico. In particolare gli studenti si chiedono come mai milioni di individui abbiano potuto seguire Hitler, il nazismo e tutte le atrocità che ne conseguirono. Quella storia secondo i ragazzi non regge, non è possibile che milioni di individui fossero addormentati. Così Ron ha un’idea e decide di spiegare il nazismo agli studenti a modo suo. Via libri di testo, si passa alla pratica. </span></p><p style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #111111; font-family: vollkorn, serif; font-size: 17px; line-height: 28.9px; margin: 0px 0px 1.5em; padding: 0px; text-align: justify;"><span></span></p><a name='more'></a>Così, a quella classe solitamente “informale” e rumorosa, una classe dove gli studenti facevano ciò che volevano, Ron fa una proposta: per quella giornata, ognuno di loro avrebbe dovuto sedersi ad un posto ben preciso, seduti e immobili, a gambe unite e braccia conserte. I ragazzi dovranno entrare in classe in silenzio e prendere posto in 30 secondi di tempo. Per fare domande dovranno alzarsi in piedi e mettersi sull'attenti, e non potranno utilizzare più di tre parole per esporle. Cosa più importante: non potranno chiamarlo per nome. Per quel giorno, lui è mister Jones.<p></p><p style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #111111; font-family: vollkorn, serif; font-size: 17px; line-height: 28.9px; margin: 0px 0px 1.5em; padding: 0px; text-align: justify;">I ragazzi accettano.</p><p style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #111111; font-family: vollkorn, serif; font-size: 17px; line-height: 28.9px; margin: 0px 0px 1.5em; padding: 0px; text-align: justify;">Il primo giorno di esperimento tutto fila liscio. I ragazzi, si immedesimano perfettamente nel loro nuovo ruolo, tanto che persino mister Jones ne resta stupito, al punto che decide di portare ancora avanti l’esperimento. Il giorno successivo, gli studenti replicano alla perfezione il comportamento del giorno precedente. In trenta secondi entrano in classe, si siedono con la schiena dritta, le gambe unite e le braccia conserte.</p><figure aria-describedby="caption-attachment-1665" class="wp-caption aligncenter" data-shortcode="caption" id="attachment_1665" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: border-box; color: #111111; font-family: vollkorn, serif; font-size: 17px; margin-left: auto; margin-right: auto; max-width: 100%; width: 474px;"><img alt="ola1" class="wp-image-1665 aligncenter" data-attachment-id="1665" data-comments-opened="1" data-image-description="" data-image-meta="{"aperture":"0","credit":"","camera":"","caption":"","created_timestamp":"0","copyright":"","focal_length":"0","iso":"0","shutter_speed":"0","title":"","orientation":"1"}" data-image-title="ola1" data-large-file="https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/ola1.jpg?w=616" data-medium-file="https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/ola1.jpg?w=300" data-orig-file="https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/ola1.jpg" data-orig-size="1000,674" data-permalink="https://rossellatirimacco.com/2019/05/26/esperimento-sociale-la-terza-onda/ola1/" height="319" sizes="(max-width: 474px) 100vw, 474px" src="https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/ola1.jpg?w=474&h=319" srcset="https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/ola1.jpg?w=474&h=319 474w, https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/ola1.jpg?w=948&h=638 948w, https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/ola1.jpg?w=150&h=101 150w, https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/ola1.jpg?w=300&h=202 300w, https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/ola1.jpg?w=768&h=518 768w" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; border: 0px; box-sizing: border-box; display: block; font-family: inherit; height: auto; line-height: 1; margin: 0px auto; max-width: 100%; padding: 0px;" width="474" /><figcaption class="wp-caption-text" id="caption-attachment-1665" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: border-box; color: #444444; font-size: 0.9rem; font-weight: 700; line-height: 18.72px; margin: 12px 12px 0px; text-align: center;">Una scena del film “L’onda” del 2008 tratto dal romanzo di Todd Strasser, e basato sull’esperimento sociale della Cubberley High School</figcaption></figure><p style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #111111; font-family: vollkorn, serif; font-size: 17px; line-height: 28.9px; margin: 0px 0px 1.5em; padding: 0px;"> <span style="text-align: justify;">A quel punto le cose iniziano a farsi interessanti, da un lato, l’accettazione degli studenti e l’immedesimarsi in quel nuovo ruolo, può fornire molte risposte sul come intere popolazioni o comunità arrivino a perdere totalmente la propria identità individuale a favore di un’unica “mente di gruppo”. E questo, lo stava capendo anche mister Jones, il quale, da una “semplice lezione di storia” iniziava a realizzare un fenomeno molto più complesso. Ron decide di andare avanti con l’esperimento, così decide di “lusingare” i ragazzi dicendo loro che non erano dei semplici studenti della Cab High School di Palo Alto, ma che facevano parte di un movimento il cui nome è l’emblema di tutto l’esperimento: The third wave, la terza onda. Il nome “la terza onda” infatti, non è casuale, e prende spunto proprio dal movimento delle onde dell’oceano, queste quando arrivano in serie, la terza è quella più grande e più forte. E’ la terza onda quella che aspettano i surfisti, poiché è quella che li porterà più in alto. Un movimento che si rispetti, deve avere un motto e questo sarà “</span><em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: inherit; line-height: 1; margin: 0px; padding: 0px; text-align: left;">Forza attraverso la disciplina, forza attraverso l’unione, forza attraverso l’azione, forza attraverso l’orgoglio”.</em></p><figure aria-describedby="caption-attachment-1668" class="wp-caption aligncenter" data-shortcode="caption" id="attachment_1668" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: border-box; color: #111111; font-family: vollkorn, serif; font-size: 17px; margin-left: auto; margin-right: auto; max-width: 100%; width: 247px;"><img alt="Ron-Jones" class="size-full wp-image-1668 aligncenter" data-attachment-id="1668" data-comments-opened="1" data-image-description="" data-image-meta="{"aperture":"0","credit":"","camera":"","caption":"","created_timestamp":"0","copyright":"","focal_length":"0","iso":"0","shutter_speed":"0","title":"","orientation":"0"}" data-image-title="Ron-Jones" data-large-file="https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/ron-jones.png?w=247" data-medium-file="https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/ron-jones.png?w=247" data-orig-file="https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/ron-jones.png" data-orig-size="247,282" data-permalink="https://rossellatirimacco.com/2019/05/26/esperimento-sociale-la-terza-onda/ron-jones/" sizes="(max-width: 247px) 100vw, 247px" src="https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/ron-jones.png?w=616" srcset="https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/ron-jones.png 247w, https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/ron-jones.png?w=131 131w" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; border: 0px; box-sizing: border-box; display: block; font-family: inherit; height: auto; line-height: 1; margin: 0px auto; max-width: 100%; padding: 0px;" /><figcaption class="wp-caption-text" id="caption-attachment-1668" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: border-box; color: #444444; font-size: 0.9rem; font-weight: 700; line-height: 18.72px; margin: 12px 12px 0px; text-align: center;">Ron Jones</figcaption></figure><p style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #111111; font-family: vollkorn, serif; font-size: 17px; line-height: 28.9px; margin: 0px 0px 1.5em; padding: 0px; text-align: justify;">Così, i ragazzi della “terza onda” da quel momento in poi inizieranno ad entrare sempre più nel ruolo, adottando persino un’uniforme, niente di particolare, una semplice camicia bianca e dei jeans. Ma non basta, occorre anche un tesserino, una specie di pass che indichi il nome e il gruppo di appartenenza “la terza onda”. Dopo il tesserino, si passa al saluto. Così, tutti gli studenti interessati all’esperimento dovranno salutarsi con il braccio alzato, in un gesto che ricorda il saluto nazista. Pian piano, mister Jones stava ricreando le atmosfere di un regime. Le voci si diffondevano all’interno della scuola, gli studenti credevano davvero che esistesse un movimento dal nome “wave”, così altri di loro si presentavano in “uniforme” e salutavano con il braccio teso. Alla classe di Ron, si aggiunsero così altri studenti provenienti da altri corsi.</p><p style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #111111; font-family: vollkorn, serif; font-size: 17px; line-height: 28.9px; margin: 0px 0px 1.5em; padding: 0px;"><img alt="1981-Wave--movie" class="size-full wp-image-1669 aligncenter" data-attachment-id="1669" data-comments-opened="1" data-image-description="" data-image-meta="{"aperture":"0","credit":"","camera":"","caption":"","created_timestamp":"0","copyright":"","focal_length":"0","iso":"0","shutter_speed":"0","title":"","orientation":"1"}" data-image-title="1981-Wave–movie" data-large-file="https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/1981-wave-movie.jpg?w=400" data-medium-file="https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/1981-wave-movie.jpg?w=241" data-orig-file="https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/1981-wave-movie.jpg" data-orig-size="400,498" data-permalink="https://rossellatirimacco.com/2019/05/26/esperimento-sociale-la-terza-onda/1981-wave-movie/" sizes="(max-width: 400px) 100vw, 400px" src="https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/1981-wave-movie.jpg?w=616" srcset="https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/1981-wave-movie.jpg 400w, https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/1981-wave-movie.jpg?w=120 120w, https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/1981-wave-movie.jpg?w=241 241w" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; border: 0px; box-sizing: border-box; display: block; font-family: inherit; height: auto; line-height: 1; margin: 0px auto; max-width: 100%; padding: 0px;" /></p><p style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #111111; font-family: vollkorn, serif; font-size: 17px; line-height: 28.9px; margin: 0px 0px 1.5em; padding: 0px; text-align: justify;">Chi non fa parte delle “camice bianche” viene allontanato, sembra quasi si stia creando un “corpo d’elite”, dove per essere accettati occorre superare una selezione e un rito di iniziazione. L’esperimento iniziato con un numero di trenta alunni, al terzo giorno è diventato un fenomeno che supera i 200 alunni.</p><p style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #111111; font-family: vollkorn, serif; font-size: 17px; line-height: 28.9px; margin: 0px 0px 1.5em; padding: 0px; text-align: justify;">A quel punto intervengono gli altri insegnanti, duecento studenti presi e convinti di far parte di un vero movimento, non sono pochi. La situazione potrebbe sfuggire di mano, anche perché i ragazzi sono così entrati nel ruolo, che si sentono superiori rispetto agli altri. Chiedono punizioni se qualcuno di loro sgarra o non esegue gli ordini, ci sono tensioni con gli altri studenti che, di quel passo potrebbero sfociare in violenza.</p><figure aria-describedby="caption-attachment-1667" class="wp-caption aligncenter" data-shortcode="caption" id="attachment_1667" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: border-box; color: #111111; font-family: vollkorn, serif; font-size: 17px; margin-left: auto; margin-right: auto; max-width: 100%; width: 461px;"><img alt="l'onda" class="wp-image-1667 aligncenter" data-attachment-id="1667" data-comments-opened="1" data-image-description="" data-image-meta="{"aperture":"0","credit":"","camera":"","caption":"","created_timestamp":"0","copyright":"","focal_length":"0","iso":"0","shutter_speed":"0","title":"","orientation":"0"}" data-image-title="l’onda" data-large-file="https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/londa.jpg?w=616" data-medium-file="https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/londa.jpg?w=300" data-orig-file="https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/londa.jpg" data-orig-size="825,464" data-permalink="https://rossellatirimacco.com/2019/05/26/esperimento-sociale-la-terza-onda/londa/" height="259" sizes="(max-width: 461px) 100vw, 461px" src="https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/londa.jpg?w=461&h=259" srcset="https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/londa.jpg?w=461&h=259 461w, https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/londa.jpg?w=150&h=84 150w, https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/londa.jpg?w=300&h=169 300w, https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/londa.jpg?w=768&h=432 768w, https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/05/londa.jpg 825w" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; border: 0px; box-sizing: border-box; display: block; font-family: inherit; height: auto; line-height: 1; margin: 0px auto; max-width: 100%; padding: 0px;" width="461" /><figcaption class="wp-caption-text" id="caption-attachment-1667" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: border-box; color: #444444; font-size: 0.9rem; font-weight: 700; line-height: 18.72px; margin: 12px 12px 0px; text-align: center;">Todd Strasser (usando lo pseudonimo Morton Rhue) scrisse il romanzo Die Welle (L’onda), che in Germania è diventato un classico della lettura scolastica. (scena del film)</figcaption></figure><p style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #111111; font-family: vollkorn, serif; font-size: 17px; line-height: 28.9px; margin: 0px 0px 1.5em; padding: 0px; text-align: justify;">Così, mister Jones decide di intervenire, in pochi giorni, quei ragazzi si stavano davvero trasformando in “nazisti”. Le camice bianche vengono così convocate dal loro insegnante per una comunicazione molto importante. Jones si fa trovare davanti ad un televisore e dirà loro che il movimento Wave, esiste davvero e che da lì a poco il loro capo, avrebbe annunciato la sua candidatura come presidente degli Stati Uniti.</p><p style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #111111; font-family: vollkorn, serif; font-size: 17px; line-height: 28.9px; margin: 0px 0px 1.5em; padding: 0px; text-align: justify;">I ragazzi sono tesi, e forse pieni di aspettative, ma quando il televisore viene acceso, realizzeranno la “morte di un sogno” quando iniziano a vedere scorrere le immagini di un documentario sul nazismo.</p><p style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #111111; font-family: vollkorn, serif; font-size: 17px; line-height: 28.9px; margin: 0px 0px 1.5em; padding: 0px; text-align: justify;">Mister Jones spiegherà loro che la “lezione di storia” poteva dirsi conclusa. Gli studenti avevano replicato così bene la nascita di un regime totalitario, che non c’era da stupirsi di quanto avvenuto in passato.</p><p style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #111111; font-family: vollkorn, serif; font-size: 17px; line-height: 28.9px; margin: 0px 0px 1.5em; padding: 0px; text-align: justify;">La storia termina così, l’esperimento non verrà menzionato a livello accademico poiché non supportato da dati scientifici. Jones scriverà alcuni articoli in merito, mentre Holliwood farà dei film ispirati all’argomento.</p><p style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #111111; font-family: vollkorn, serif; font-size: 17px; line-height: 28.9px; margin: 0px 0px 1.5em; padding: 0px; text-align: justify;">Un esperimento, o una semplice lezione di storia? Chissà. Comunque la si voglia definire, di certo è una storia che merita di essere letta e raccontata.</p><p style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #111111; font-family: vollkorn, serif; font-size: 17px; line-height: 28.9px; margin: 0px 0px 1.5em; padding: 0px;"><span style="text-align: justify;">Su questo fenomeno si sono basati lo special TV The Wave del 1981, il libro del 1988 The Wave e vari adattamenti teatrali. Anche il film tedesco L’onda del 2008 è stato tratto da questo esperimento. Nel 2010 Jones ha messo in piedi uno spettacolo teatrale musicale chiamato The Wave, scritto con alcuni degli studenti del corso (fonte Wikipedia)</span></p><div class="jetpack-video-wrapper" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: border-box; color: #111111; font-family: vollkorn, serif; font-size: 17px; margin-bottom: 1.6em;"><span class="embed-youtube" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: border-box; display: block; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="true" class="youtube-player" data-height="347" data-ratio="0.5633116883116883" data-width="616" src="https://www.youtube.com/embed/hnNN1ASd0FE?version=3&rel=1&fs=1&autohide=2&showsearch=0&showinfo=1&iv_load_policy=1&wmode=transparent" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; border-style: initial; border-width: 0px; box-sizing: border-box; display: block; height: 309.258px; margin: 0px; max-width: 100%; width: 549px;" type="text/html"></iframe>Trailer Film</span><span class="embed-youtube" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: border-box; display: block; text-align: center;"><br /></span><span class="embed-youtube" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: border-box; display: block; text-align: center;"><span style="text-align: left;">Fonti: Rossella Tirimacco - State of mind </span><a href="https://www.stateofmind.it/2016/02/terza-onda-esperimenti-psicologia/" rel="noopener" style="border-bottom: 1px solid rgba(0, 0, 0, 0.2); box-sizing: border-box; color: #1e74ad; outline: none; text-align: left; text-decoration-line: none; transition: all 0.1s ease-in-out 0s;" target="_blank">I grandi esperimenti di psicologia</a></span></div></div>Ermanno Peciarolohttp://www.blogger.com/profile/09259709846465285466noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7130500664968721955.post-59471445828879644882020-04-11T21:26:00.033+02:002020-04-22T18:29:39.569+02:00Bolsonaro: licenza di uccidere indios e deforestare<div class="article-header" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #363636; font-family: Georgia, serif;"><div class="container" style="box-sizing: border-box; margin-left: auto; margin-right: auto; padding-left: 15px; padding-right: 15px;"><h1 class="entry-title main-title" itemprop="name" style="box-sizing: border-box; font-family: "Inter var", Inter; letter-spacing: -2px; line-height: 1.1; margin-bottom: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify; text-rendering: optimizelegibility;"><span style="box-sizing: border-box; font-family: Georgia, serif; font-size: 18px; font-style: italic; letter-spacing: normal;">Brasile. </span><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 18px; font-style: italic; font-weight: 400; letter-spacing: normal;">Villaggi Waiãpi saccheggiati da garimpeiros, i cercatori di oro e diamanti, ucciso il capo Emyra Waiãpi. E oltre mille chilometri quadrati di foresta andati perduti in un anno</span></h1></div></div><div class="article-image container fluid" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #363636; font-family: Georgia, serif; margin-left: auto; margin-right: auto; padding: 0px;"><figure style="box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1em;"><a class="img-gallery" data-gallery="" data-share="" href="https://static.ilmanifesto.it/2019/07/31est1-dal-web-deforestazione-amazzonia-1.jpg" style="box-sizing: border-box; color: #cc232a; font-size: 18px; outline: 0px; text-decoration-line: none;"><img alt="Il rettangolone deforestato, visibile dal satellite, di oltre mille chilometri quadrati nell'Amazzonia brasiliana dall'inizio dell'era Bolsonaro" class="lazy-load img-thumbnail" data-src="https://static.ilmanifesto.it/2019/07/31est1-dal-web-deforestazione-amazzonia-1.jpg" itemprop="image" src="https://static.ilmanifesto.it/2019/07/31est1-dal-web-deforestazione-amazzonia-1.jpg" style="border-bottom: 1px solid rgb(221, 221, 221); border-image: initial; border-left: none; border-radius: 0px; border-right: none; border-top: 1px solid rgb(221, 221, 221); box-sizing: border-box; display: inline-block; height: auto; line-height: 1.5; opacity: 1; padding: 4px 0px; transition: opacity 0.3s ease-in 0s; vertical-align: middle; width: 665.839px;" /></a><figcaption style="box-sizing: border-box; color: #8c8c8c; font-family: "Inter var", Inter; margin-top: 0.5em; padding: 0px 15px;"><font size="4"><i>Il rettangolone deforestato, visibile dal satellite, di oltre mille chilometri quadrati nell'Amazzonia brasiliana dall'inizio dell'era Bolsonaro</i></font></figcaption><figcaption style="box-sizing: border-box; color: #8c8c8c; font-family: "Inter var", Inter; font-size: 14px; margin-top: 0.5em; padding: 0px 15px;"><span style="color: #363636; font-family: Georgia, serif; font-size: 18px;"><br /></span></figcaption><figcaption style="box-sizing: border-box; color: #8c8c8c; font-family: "Inter var", Inter; font-size: 14px; margin-top: 0.5em; padding: 0px 15px;"><span style="color: #363636; font-family: Georgia, serif; font-size: 18px;">Sulla foresta amazzonica e sui popoli che la abitano l’effetto Bolsonaro non potrebbe essere più tragico. Gli ultimi a farne le spese sono stati gli indigeni Waiãpi, la cui riserva – un’area di 6.000 km quadrati all’interno dello Stato di Amapá – è stata invasa sabato scorso da circa 50 garimpeiros (i cercatori illegali d’oro e diamanti) armati perfino di mitragliatici, appena pochi giorni dopo l’assassinio di un leader comunitario di 68 anni, Emyra Waiãpi.</span></figcaption></figure></div><div class="article-content container" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #363636; font-family: Georgia, serif; font-size: 18px; margin-left: auto; margin-right: auto; padding-left: 15px; padding-right: 15px;"><div class="row" style="box-sizing: border-box; margin-left: -15px; margin-right: -15px;"><div class="entry-content" itemprop="articleBody" style="box-sizing: border-box; min-height: 1px; padding-left: 15px; padding-right: 15px; padding-top: 0px; position: relative;"><p style="box-sizing: border-box; line-height: 1.5; margin: 3px 0px 1em;">A darne notizia è stato il senatore Randolfe Rodrigues, dopo aver ricevuto richieste disperate di aiuto dal consigliere comunale e leader locale Jawaruwa Waiãpi. «Il rischio di un conflitto è altissimo», ha denunciato il senatore, evidenziando come gli indigeni si preparino, nel caso non vengano presi provvedimenti, a cacciare i garimpeiros dall’area. «Sparano in strada con fucili da caccia e armi pesanti, occupando di notte piccoli villaggi e aggredendo donne e bambini. Abbiamo molta paura», ha riferito il coordinatore dell’aldea invasa, Viceni Oiampi.<br style="box-sizing: border-box;" />E a dare risalto alla vicenda è stato anche il cantante Caetano Veloso, che, in un video registrato durante la sua tournée messicana, ha chiesto «alle autorità brasiliane, in nome della dignità del Brasile nel mondo, di ascoltare questo grido».</p><p style="box-sizing: border-box; line-height: 1.5; margin: 3px 0px 1em;">La massima autorità del Paese, tuttavia, resta completamente sorda. Al punto da mettere addirittura in discussione l’omicidio del leader indigeno: non c’è «alcun indizio forte» che sia stato assassinato – ha detto Bolsonaro – malgrado i segni di varie coltellate sul corpo del cacique 68enne, spiegando che esistono «varie possibilità» e che «la polizia federale è lì» per chiarire il caso e «cercare la verità».</p><p style="box-sizing: border-box; line-height: 1.5; margin: 3px 0px 1em;">Per i popoli originari e i loro numerosi alleati, del resto, è lo stesso presidente ad avere le mani sporche di sangue, incoraggiando invasioni e violenze non solo con commenti razzisti nei confronti degli indigeni – definiti «preistorici» -, ma anche con le insistenti critiche ai processi di demarcazione che, a suo avviso, sarebbero d’intralcio allo sviluppo economico, e con l’aperta difesa dello sfruttamento minerario in aree indigene, benché espressamente proibito dalla Costituzione. E di uno sfruttamento della biodiversità brasiliana «in partnership con il primo mondo», ha parlato proprio sabato scorso, giustificando in tale prospettiva il suo «avvicinamento agli Stati Uniti» e la sua necessità di «una persona di fiducia all’ambasciata brasiliana» a Washington, ossia suo figlio Eduardo, sulla cui indicazione deve però ancora pronunciarsi il Congresso.</p><p style="box-sizing: border-box; line-height: 1.5; margin: 3px 0px 1em;">Bolsonaro, il «peggior nemico» dei popoli indigeni secondo il Coiab, il coordinamento delle organizzazioni indigene dell’Amazzonia brasiliana, è accusato, insomma, di dare carta bianca agli invasori: «Quando in una regione c’è un conflitto» – spiega a nome del coordinamento, Kleber Karipuna – garimpeiros, madeireiros (industrie del legname) e ruralisti «leggono il suo discorso come un via libera a intervenire in ogni modo possibile per sfruttare il territorio, anche a uccidere, se necessario», ispirati come sono dalla ben nota passione presidenziale per le armi.</p><p style="box-sizing: border-box; line-height: 1.5; margin: 3px 0px 1em;">Esattamente ciò che sostiene il Cimi, il Consiglio indigenista missionario vincolato alla Conferenza dei vescovi, la cui difesa della foresta e dei suoi abitanti è non a caso motivo di grave preoccupazione per il governo in vista del Sinodo sull’Amazzonia del prossimo ottobre: «I discorsi aggressivi e pieni di odio di Bolsonaro e di altri rappresentanti del suo governo servono da combustibile per le invasioni, per il saccheggio territoriale e per le azioni violente contro i popoli originari».</p><p style="box-sizing: border-box; line-height: 1.5; margin: 3px 0px 1em;">E naturalmente, per la deforestazione, cresciuta nella prima metà di luglio, come denunciato dall’Inpe, l’Istituto nazionale di ricerca spaziale, addirittura del 68% rispetto all’intero mese di luglio 2018, con oltre mille chilometri quadrati di foresta andati perduti. Dati che il presidente ha aspramente contestato («sono convinto che siano falsi», ha detto), accusando il direttore del prestigioso organismo, Ricardo Magnus Osório Galvão, di lavorare «al servizio di qualche ong». <a class="fn" href="https://ilmanifesto.it/archivio/?fwp_author=Claudia%20Fanti" rel="author" style="box-sizing: border-box; color: #cc232a; font-family: Georgia, "Times New Roman", Times, serif; font-style: italic; outline: 0px; text-decoration-line: none;">Claudia Fanti</a></p><p style="box-sizing: border-box; line-height: 1.5; margin: 3px 0px 1em;">Fonte: <a href="https://ilmanifesto.it/bolsonaro-licenza-di-uccidere-indios-e-di-deforestazione-dellamazzonia-brasiliana/">https://ilmanifesto.it/bolsonaro-licenza-di-uccidere-indios-e-di-deforestazione-dellamazzonia-brasiliana/</a></p><br /></div></div></div>
Ermanno Peciarolohttp://www.blogger.com/profile/09259709846465285466noreply@blogger.com0Amapá, Brasile0.9019925 -52.0029565-27.408241336178847 -87.15920650000001 29.212226336178844 -16.846706500000003tag:blogger.com,1999:blog-7130500664968721955.post-5853659762885808312020-04-11T21:07:00.001+02:002020-04-11T21:17:15.513+02:00Le gnaccole della tradizione popolare dell'Umbria<table class="contentpaneopen" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #333333; font-family: Arial; font-size: 11px; margin: 0px; padding: 0px;"><tbody>
<tr><td colspan="2" valign="top"><div align="justify">
<span style="font-size: small;">Tutti noi conosciamo l’importanza del suono delle campane di Ruscio per la vita quotidiana della comunità, come scriveva anche Nicola Marchetti nel suo componimento</span></div>
<div align="center">
<em><span style="font-size: small;">Ci svegliano i rintocchi la mattina</span></em></div>
<em><span style="font-size: small;">e ci annunciano l’ora del lavoro,</span></em><em><span style="font-size: small;">della preghiera e quella del ristoro;</span></em><em><span style="font-size: small;">come la vita nostra si trascina,</span></em><em><span style="font-size: small;">così ogni sera, dopo aver cenato,</span></em><em><span style="font-size: small;">ci annuncia che il giorno è tramontato.</span></em><br>
<br>
<div align="justify">
<span style="font-size: small;">La tradizione vuole però che le campane restino in silenzio il Venerdì e il Sabato Santi, cioè nei giorni in cui si ricorda la morte di Gesù. Ed è proprio nella settimana di passione che sono “legate”, una parola che oggi ha un significato metaforico, ma che in passato rispondeva alla realtà perché venivano effettivamente legate con una corda, affinché non emettessero alcun suono, neanche qualora fosse il vento a farle oscillare. E venivano sciolte a Pasqua. Questo è il motivo per cui ancora oggi si usa dire che a Pasqua “si sciolgono le campane” per ricordare la risurrezione di Gesù.</span></div>
<div align="center">
<a href="https://picasaweb.google.com/lh/photo/GZXHsgkV5oCt-tThzrtJdtMTjNZETYmyPJy0liipFm0?feat=embedwebsite" style="color: #333333; text-decoration-line: none;"><img border="0" height="480" src="https://lh5.googleusercontent.com/-BDoEOxFw50w/U1qRc7PjAyI/AAAAAAAAIPI/JiR4vU9ut-8/s640/20140317_182254.jpg" width="640"></a></div>
<div align="justify">
<span style="font-size: small;">Delle numerose tradizioni della Pasqua rusciara probabilmente ormai sopravvive soltanto quella della colazione domenicale a base di pizze dolci, salumi e uova sode, ma quella che tutti i paesani ricordano con piacere se pensano alla loro infanzia è la gnaccola.</span></div>
<div align="justify">
<span style="font-size: small;">Era uno strumento popolare costituito da una tavoletta di legno provvista di un foro in basso che fungeva da maniglia dove poter infilare le dita della mano. Ai due lati opposti della tavoletta erano applicati due pezzi in metallo a mo’ di batacchio che, facendo girare la tavola su se stessa col semplice movimento di polso, percuotevano il legno producendo un forte e sordo rumore che sostituiva i rintocchi delle campane.<br>L’uso di questi strumenti in legno fa parte della tradizione di molte località del territorio nazionale e molti sono i termini dialettali con i quali sono identificati, dividendoli in idiofoni a battenti metallici ("tricche tracche" , "bbattemàrra”, "traccagliòla", "tavèlla") e idiofoni a ruote dentate ("raganèlla", "chirrecàrra", "rachenóne", " calascióne", ecc.)</span></div>
<div align="justify">
<span style="font-size: small;">La nostra gnaccola era un idiofono a battenti metallici.</span></div>
<div align="justify">
<span style="font-size: small;">A Ruscio era usata, appunto, durante tutta la Quaresima quando Don Sestilio l’ affidava ai bardascetti che giravano per i vicoli del paese e agitando a gran forza lo strumento annunciavano la funzione serale delle cinque e la S. Messa domenicale: “Suona la prima volta, suona la seconda, suona la terza volta…”. Considerando che si annuncia la celebrazione liturgica 1/2 ora prima dell’inizio suonando le campane per tre volte, immaginate un po’ questo sciabordare di ragazzini per il paese.</span></div>
<div align="justify">
<span style="font-size: small;">A turno si contendevano la gnaccola e in coro richiamavano i fedeli.</span></div>
<div align="justify">
<span style="font-size: small;">Per i bambini era il momento del rumoroso gracchiare e i bambini, si sa, buttano tutto poi al gioco per cui si faceva a gara per l’assegnazione del ruolo e ci si sfidava a chi più fortemente facesse rumore.</span></div>
<div align="justify">
<span style="font-size: small;">La stessa gnaccola, poi, era usata anche durante la celebrazione al momento dell'ostensione del pane-corpo di Cristo, segnalata solitamente dal suono di un campanello.<br>Lo strumento esiste ancora, seppur dimenticato, in disuso, nel ripostiglio della Chiesa.</span></div>
<div align="justify">
<span style="font-size: small;">Il mio personale GRAZIE a Fabio Agabiti che, con il suo racconto, contribuisce a non far morire le tradizioni del nostro piccolo paese e a farle conoscere a chi minimamente sospetta abitudini di un tempo rusciaro neanche tanto remoto.</span></div>
<table class="contentpaneopen" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #333333; font-size: 11px; margin: 0px; padding: 0px;"><tbody>
<tr><td></td></tr>
<tr><td align="left" colspan="2" valign="top" width="70%"><span class="small" style="color: #ababab; font-size: small; line-height: 0.7;">Scritto da Valeria Reali </span><span style="font-size: small;"> sul giornalino La Barrozza - Pasqua 2014 - anno XXIII n. 1</span><br><span style="font-size: small;"><br><a href="http://www.proruscio.it/index.php?option=com_content&task=view&id=2334&Itemid=22">http://www.proruscio.it/index.php?option=com_content&task=view&id=2334&Itemid=22</a></span></td></tr>
</tbody></table>
</td></tr>
</tbody></table>
Ermanno Peciarolohttp://www.blogger.com/profile/09259709846465285466noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7130500664968721955.post-45006894844018687752020-03-17T17:49:00.004+01:002020-09-06T15:10:36.075+02:00Riflessioni di Luca Lafauci sul Coronavirus 1<div class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Mi sto chiedendo, in questi giorni, cosa ci sia dietro al fatto che alcuni soggetti, anche giovani, si ammalino nonostante sembrino godere di un buono stato di salute e perché, invece, sembra esserci un numero altissimo di soggetti che non manifestano alcun sintomo. </span><br />
<span style="background-color: white; font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Un paese trasformato in un case-study, con tamponi a tappeto su tutti i 3mila abitanti: oggi arrivano i risultati sulla ricerca condotta a </span><span style="border: 0px; box-sizing: inherit; font-family: "times" , "times new roman" , serif; font-stretch: inherit; font-variant: inherit; font-weight: 700; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Vo’ Euganeo</span><span style="background-color: white; font-family: "times" , "times new roman" , serif;">, raccolti in una lettera firmata da </span><span style="border: 0px; box-sizing: inherit; font-family: "times" , "times new roman" , serif; font-stretch: inherit; font-variant: inherit; font-weight: 700; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Sergio Romagnani</span><span style="background-color: white; font-family: "times" , "times new roman" , serif;">, professore ordinario di Immunologia clinica dell’Università di Firenze, e indirizzata ai vertici della Regione Toscana. </span><br />
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Lo studio, scrive il professor Romagnoni dimostra che “la grande maggioranza delle persone che si infetta, <span style="border: 0px; box-sizing: inherit; font-stretch: inherit; font-variant: inherit; font-weight: 700; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">tra il 50 e il 75%</span>, è completamente asintomatica, ma rappresenta comunque una <span style="border: 0px; box-sizing: inherit; font-stretch: inherit; font-variant: inherit; font-weight: 700; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">formidabile fonte di contagio</span>“. </span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Dato che conferma l’importanza dell’isolamento e del distanziamento sociale: “Con l’isolamento dei soggetti infettati il numero totale dei malati è sceso da <span style="border: 0px; box-sizing: inherit; font-stretch: inherit; font-variant: inherit; font-weight: 700; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">88 a 7</span> (almeno 10 volte meno) nel giro di 7-10 giorni”. </span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Questi dati, prosegue la lettera, forniscono due informazioni importantissime: “La percentuale delle persone infette, anche se asintomatiche, nella popolazione è altissima e rappresenta la maggioranza dei casi soprattutto, ma non solo, <span style="border: 0px; box-sizing: inherit; font-stretch: inherit; font-variant: inherit; font-weight: 700; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">tra i giovani</span>“. </span><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">In secondo luogo, “l’isolamento degli asintomatici è essenziale per riuscire a controllare la diffusione del virus e la gravità della malattia”. </span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"> </span><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Fonte: sezione</span><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"> SCIENZA de "Il Fatto Quotidiano"</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="background-color: white; font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="background-color: white; font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Una parziale (ma significativa) risposta l’ho trovata in questo articolo:</span></div>
</div>
<blockquote style="text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
<i style="color: #105cb6; font-family: times, "times new roman", serif;"><a href="https://neurobioblog.com/2020/03/16/enzo-soresi-le-mie-considerazioni-sullepidemia-da-coronavirus/" rel="bookmark" style="background-color: white; border-bottom: 1px solid rgb(117, 171, 234); color: #105cb6;" title="Enzo Soresi: “Le mie considerazioni sull’epidemia da coronavirus”">Enzo Soresi: “Le mie considerazioni sull’epidemia da coronavirus”</a> </i><span style="background-color: white; font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="border-width: 1px;"><i><img alt="Enzo_SORESI_coronavirus" class=" wp-image-6346 alignleft" data-attachment-id="6346" data-comments-opened="1" data-image-description="" data-image-meta="{"aperture":"0","credit":"","camera":"","caption":"","created_timestamp":"0","copyright":"","focal_length":"0","iso":"0","shutter_speed":"0","title":"","orientation":"0"}" data-image-title="Enzo_SORESI_coronavirus" data-large-file="https://bioneuroblog.files.wordpress.com/2020/03/enzo_soresi_coronavirus.jpg?w=300" data-medium-file="https://bioneuroblog.files.wordpress.com/2020/03/enzo_soresi_coronavirus.jpg?w=236" data-orig-file="https://bioneuroblog.files.wordpress.com/2020/03/enzo_soresi_coronavirus.jpg" data-orig-size="300,381" data-permalink="https://neurobioblog.com/2020/03/16/enzo-soresi-le-mie-considerazioni-sullepidemia-da-coronavirus/enzo_soresi_coronavirus/" height="310" sizes="(max-width: 244px) 100vw, 244px" src="https://bioneuroblog.files.wordpress.com/2020/03/enzo_soresi_coronavirus.jpg?w=244&h=310" srcset="https://bioneuroblog.files.wordpress.com/2020/03/enzo_soresi_coronavirus.jpg?w=244&h=310 244w, https://bioneuroblog.files.wordpress.com/2020/03/enzo_soresi_coronavirus.jpg?w=118&h=150 118w, https://bioneuroblog.files.wordpress.com/2020/03/enzo_soresi_coronavirus.jpg?w=236&h=300 236w, https://bioneuroblog.files.wordpress.com/2020/03/enzo_soresi_coronavirus.jpg 300w" style="border: 1px solid rgb(221, 221, 221); float: left; margin: 5px 10px 0px 0px; padding: 4px; text-align: left;" width="244" /></i></span></span><i><i><span style="background-color: white; font-family: "times" , "times new roman" , serif;"></span></i></i></div>
</blockquote>
<br />
<blockquote style="text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
<i><i><span style="background-color: white; font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Enzo </span></i></i><i><i><span style="background-color: white; font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Soresi, primario emerito di pneumologia dell’Ospedale Ca’ Granda - Niguarda di Milano, superati gli 80 anni e tuttora in attività, ne ha davverro viste tante nella sua lunga e intensa vita di medico. Ne ha raccontato a più riprese anche nei suoi libri. Gli abbiamo chiesto di dirci la sua sull’epidemia da coronovirus.</span></i></i></div>
<br /></blockquote>
<br />
<blockquote style="text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
<i><i><span style="background-color: white; font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Ecco la sua testimonianza.</span></i></i></div>
</blockquote>
<br />
<br />
<br />
<a name='more'></a><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: arimo, sans-serif;">Nel 1968 ho affrontato, come assistente in anatomia patologica presso l’Ospedale di Niguarda l’epidemia della influenza denominata “Hong Kong” che fece circa 20.000 morti. Eravamo in tre assistenti ed il carico di autopsie era di circa 15 ogni giorno. Le morti erano indotte, in prevalenza, da polmoniti batteriche che colpivano pazienti anziani, affetti da bronco pneumopatie croniche ostruttive (Bpco ) tipiche dei fumatori, da diabete, cardiopatie o semplicemente in età avanzata. In quegli anni l’ospedale contava circa 2.500 letti e quindi in linea di massima si riuscì a sostenere l’impatto dei ricoveri anche se evidentemente con difficoltà si salvavano i pazienti. Il virus influenzale infatti induce una severa immunodepressione che favorisce in un secondo tempo la complicanza batterica polmonare con germi spesso resistenti agli antibiotici.</span><br />
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: arimo, sans-serif; padding: 10px 0px 0px; text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
Quell’esperienza portò le case farmaceutiche ad investire sulla ricerca di nuove classi di antibiotici commercializzate poi negli anni successivi. Pur essendo, allora molto giovane, non ricordo un impatto sociale cosi devastante come sta avvenendo in questi giorni. La morte dei propri cari, in quell’anno, comunque ricoverati e curati, diventava ineluttabile ed accettata senza remore sulla efficienza della sanità pubblica</div>
</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: arimo, sans-serif; padding: 10px 0px 0px; text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
Perché oggi è tutto così diverso? La pandemia in corso indotta da questo virus ha caratteristiche molto particolari che si possono così riassumere :</div>
</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: arimo, sans-serif; padding: 10px 0px 0px; text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
a ) elevata contagiosità al punto che si parla in Inghilterra di favorire l’immunità di gregge sacrificando una parte della popolazione. È il principio secondo cui la catena dell’infezione può essere interrotta quando un adeguato numero di persone avrà contratto il virus. Nel caso del coronavirus si ipotizza il 66% della popolazione.</div>
</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: arimo, sans-serif; padding: 10px 0px 0px; text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
b ) insorgenza di polmoniti interstiziali ossia complicanze polmonari sostenute da una liberazione di citochine flogogene (alcuni tipi di interleuchine ed in particolare la IL6) nell’interstizio polmonare che il coronavirus induce. Quindi nessuna polmonite batterica da immunodepressione ma una polmonite interstiziale che raramente viene indotta dai virus influenzali stagionali e che invece in questo caso presenta una relativa alta incidenza. Questo tipo di polmonite, che non risponde a terapie antibiotiche di nessun tipo, porta ad una progressiva insufficienza respiratoria che, se non supportata da adeguata ventilazione polmonare in area di rianimazione, porta all’exitus.</div>
</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: arimo, sans-serif; padding: 10px 0px 0px; text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
Ecco quindi l’impatto sociale completamente diverso rispetto al ’68</div>
</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: arimo, sans-serif; padding: 10px 0px 0px; text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
Il numero insufficiente dei letti di rianimazione sta portando ad una apparente morte per inadeguata assistenza sanitaria e quindi emotivamente, si suppone, che un nostro congiunto che poteva essere salvato muore per colpa di una mancata assistenza per mancanza di letti in unità intensive respiratorie.</div>
</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: arimo, sans-serif; padding: 10px 0px 0px; text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
Quindi di fronte ad una pandemia dove la quota di malati è relativamente bassa, si parla dell’1% dei contagiati, vi è un’elevata incidenza di morti per inadeguata assistenza? Dal Corriere del 15 marzo si riporta che su 156.000 casi positivi nel mondo ci sono a tutt’oggi 5.614 morti. Ma quanti di questi potevano essere salvati ? Difficile rispondere ma sicuramente un elevato numero di questi deceduti era affetto da patologie multiple che non hanno consentito il recupero del paziente. Ci tengo a precisare, inoltre, che, come pneumologo, in 50 anni di professione, le poche polmoniti interstiziali sostenute da un virus influenzale che mi sono capitate, nonostante il tempestivo ricovero in unità intensiva sono tutte decedute e non si trattava in tutti i casi di pazienti anziani o defedati. Se ne deduce che la polmonite interstiziale di natura virale non è semplice da guarire.</div>
</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: arimo, sans-serif; padding: 10px 0px 0px; text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
<strong>Quali riflessioni?</strong></div>
</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: arimo, sans-serif; padding: 10px 0px 0px; text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
Che se, con il senno di poi, i letti della rianimazione fossero stati adeguati, la morte, comunque ineluttabile, sarebbe stata accettata con più rassegnazione così come avvenne nel ’68 .</div>
</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: arimo, sans-serif; padding: 10px 0px 0px; text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
<strong>Quali speranze? </strong></div>
</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: arimo, sans-serif; padding: 10px 0px 0px; text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
Una novità di questi giorni apre qualche speranza di possibile controllo della polmonite interstiziale e cioè un anticorpo monoclonale da anni somministrato, sottocute, ai pazienti affetti da artrite reumatoide, malattia autoimmune scatenata dalla interleuchina 6 (IL6), una delle citochine flogogene più aggressive. Poiché nei pazienti che finiscono in rianimazione è proprio questa IL6 che porta alla insufficienza respiratoria un uso tempestivo di questo anticorpo, noto con il nome di Tocilizumab, potrebbe essere di possibile aiuto. Le sperimentazioni sono in corso e sembrano promettere bene. La casa farmaceutica Roche si è resa disponibile a fornire il farmaco gratuitamente. Se questo trattamento risulterà efficace come è già avvenuto, in qualche raro caso, in Cina ed a Napoli, potrà in prospettiva ridurre il numero dei morti.</div>
</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: arimo, sans-serif; padding: 10px 0px 0px; text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
<strong>L’infiammazione</strong></div>
</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: arimo, sans-serif; padding: 10px 0px 0px; text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
Nel mio ultimo libro, scritto con il coblogger Pierangelo Garzia e una squadra di specialisti, “Come ringiovanire invecchiando”, affrontiamo il capitolo della infiammazione come premessa di tutte le malattie e racconto di un singolare caso clinico di una giovane paziente depressa in terapia con 4 farmaci antidepressivi per un tentato suicidio. Fra gli esami ematologici, da me richiesti per valutare la sua condizione infiammatoria, c’erano la IL6 e la proteina c reattiva, entrambi risultati a valori molto elevati. Usando l’anticorpo monoclonale Tocilizumab che neutralizza l’IL6, avrei potuto curare la sua depressione? Ma se questa donna di 56 anni contraesse il coronavirus partendo da una condizione infiammatoria così elevata sarebbe più esposta al rischio di una polmonite interstiziale ? Sicuramente sì ed ecco quindi come si potrebbero spiegare alcune morti in pazienti relativamente giovani e senza fattori apparenti di rischio.</div>
</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: arimo, sans-serif; padding: 10px 0px 0px; text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
<strong>Come ridurre l’infiammazione?</strong></div>
</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: arimo, sans-serif; padding: 10px 0px 0px; text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
In primis alimentazione povera di carboidrati, per assurdo la dieta chetogenica, tanto demonizzata sta diventando la dieta di maggiore prevenzione contro le malattie .</div>
</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: arimo, sans-serif; padding: 10px 0px 0px; text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
Digiuno intermittente cioè fare passare da 14 a 16 ore fra un pasto e l’altro almeno un paio di volte alla settimana questo ridà vita al sistema immunitario ed elimina i mitocondri danneggiati.</div>
</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: arimo, sans-serif; padding: 10px 0px 0px; text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
Attività fisica moderata, se non potete uscire organizzatevi in casa oppure fate 2 piani di scale (in salita) 4 volte al giorno, equivalgono a circa 8.000 passi.</div>
</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: arimo, sans-serif; padding: 10px 0px 0px; text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
Come integratori vit. C meglio da masticare 500 mgr due volte al giorno, glutatione, coenzima Q10, probiotici ed infine il mitico Kaloba, fitofarmaco che attiva il macrofago cioè la cellula dell’immunità innata in grado di neutralizzare virus e batteri.</div>
</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: arimo, sans-serif; padding: 10px 0px 0px; text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
<strong>Ma l’inquinamento gioca qualche ruolo nella diffusione di questo virus?</strong></div>
</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: arimo, sans-serif; padding: 10px 0px 0px; text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
A questa domanda mi risponde Roberto Boffi, amico e collega dell’Istituto dei Tumori che da anni lotta contro vari tipi di inquinamento oltre che quello da fumo di sigarette: “Caro Enzo, secondo i risultati dei campionamenti effettuati a Wuhan dai nostri colleghi ed amici cinesi ed americani, il virus si aggrega ai PM (poveri sottili) e più ce ne sono più diventano carriers di SARS – CoV-2 . In teoria, se non ci fosse inquinamento dovrebbe diminuire sicuramente pure la trasmissione. Importante è però considerare che non sappiamo ancora per quanto tempo rimane attivo il virus nel PM”. Va inoltre tenuto presente, aggiungo io, che l’inquinamento induce infiammazione cronica nelle mucose delle vie respiratorie e rappresenta quindi un fattore di rischio aumentato per le complicanze polmonari indotte dal virus.</div>
</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: arimo, sans-serif; padding: 10px 0px 0px; text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
Concludo con una metafora calzante appena letta sul sito di Brain Circle e scritta da Massimiliano Sassoli de’ Bianchi, docente presso il Center Leo Apostel for Interdisciplinary Studies (CLEA) della Vrije Universiteit di Bruxelles: “il coronavirus è un hacker creato dalla natura per mostrare la vulnerabilità del nostro sistema prima che collassi completamente”.</div>
</div>
Ermanno Peciarolohttp://www.blogger.com/profile/09259709846465285466noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7130500664968721955.post-61679294740557310172020-03-17T17:08:00.002+01:002020-09-13T01:09:00.046+02:00Adriano Olivetti,Virgilio Floriani nonni e Federico Faggin papà del microprocessore<div class="page-header" style="background-color: white; border: none; color: #333333; margin: 0px 0px 10px; padding: 0px;">
<h2 style="color: #73a0cf; font-weight: normal; line-height: inherit; margin: 0px 0px 18px; padding: 0px; text-rendering: optimizelegibility;">
<span style="color: #333333; font-family: times; font-size: x-small;">Adriano Olivetti aveva per primo capito che per entrare nel mercato dei calcolatori elettronici era di strategica importanza la tecnologia e la capacità di produzione del suo componente fondamentale, il transistor. L'Elea 9003 utilizzava 300.000 transistor, la loro reperibilità ed il loro costo erano fattori fondamentali.</span></h2>
</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; margin: 0px; padding: 0px;">
<div style="padding: 5px 0px;">
<span style="font-family: times; font-size: x-small;">Olivetti è però un'azienda meccanica, e non possiede una struttura tecnica e le risorse umane per affrontare con efficacia la costruzione di semiconduttori.<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Esisteva però in Italia un'altra azienda che aveva interessi analoghi. La Telettra, fondata nel 1946 dall'ingegner Virgilio Floriani, era una affermata realtà nel campo delle apparecchiature di telecomunicazione, in particolare radio. Già nel 1955 aveva avviato un laboratorio per la produzione di semiconduttori al germanio. Floriani aveva ottenuto dall'americana Bell una licenza per poter costruire i transistor.<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Olivetti entra quindi in contatto con la Telettra. Floriani ricorda l'accaduto con queste parole:</span></div>
<div style="padding: 5px 0px;">
<span style="font-family: times; font-size: x-small;">“<em style="margin: 0px; padding: 0px;">Nel 1957, mentre riflettevo sui problemi che la nuova avventura riversava sulle mie già sovraccariche spalle ricevetti la visita del Dr. Roberto Olivetti e dell’ing. Mario Tchou della Società Olivetti che da poco avevano costituito a Pisa una divisione di calcolatrici elettroniche. A farla breve, dopo una mia visita ad Ivrea, dove conobbi il presidente, Ing Adriano Olivetti, ed i membri del consiglio di quella società, decidemmo di unire le forze per dare vita ad una nuova azienda con partecipazione paritaria Olivetti Telettra. Io proposi il nome Società Generale Semiconduttori SGS</em>.”</span></div>
<div style="padding: 5px 0px;">
<span style="font-family: times; font-size: x-small;">L'azienda viene fondata il 16 Ottobre 1957. Si costruisce un nuovo stabilimento in una piccola località lungo l'autostrada Milano-Bergamo, Agrate Brianza. Alla via che ospita lo stabilimento viene dato il nome di Camillo Olivetti.</span></div>
<div style="padding: 5px 0px; text-align: center;">
<span style="font-family: times; font-size: x-small;"><img alt="sgsates sede" class="joomslide-s" height="488" src="https://www.computerhistory.it/images/stories/storia/sgsates_sede.jpg" style="border: none; box-sizing: border-box; height: auto; margin: 0px; max-width: 100%; padding: 0px; vertical-align: middle;" width="640" /><br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Sede SGS da catalogo dell'epoca - scansione gentilmente fornita da <a href="http://canoro.altervista.org/cpu/produttori.php?p=sgsates" rel="noopener" style="color: #73a0cf; margin: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none;" target="_blank">Canoro</a></span></div>
<div style="padding: 5px 0px;">
<span style="font-family: times; font-size: x-small;"><span>La SGS strinse un accordo con la General Electric ottenendo la licenza di produzione dei loro transistor al germanio. </span><br />
</span><a name='more'></a></div>
<div style="padding: 5px 0px; text-align: center;">
<a class="joomslide-s thumbnail zoomin" href="https://www.computerhistory.it/images/stories/storia/ad_sgs_selezione_4-1960.jpg" rel="lightbox-com_content_article_525" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border-radius: 4px; border: 1px solid rgb(221, 221, 221); box-shadow: rgba(0, 0, 0, 0.055) 0px 1px 3px; clear: right; color: #73a0cf; display: inline-block; float: right; line-height: 20px; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; margin-top: 0px; padding: 4px; text-decoration-line: none; transition: all 0.2s ease-in-out 0s; zoom: 1;" title="ad sgs selezione 4 1960"><img alt="ad sgs selezione 4 1960" class="joomslide-s" height="400" src="https://www.computerhistory.it/images/thumbnails/images/stories/storia/ad_sgs_selezione_4-1960-fill-150x225.jpg" style="border: none; box-sizing: border-box; display: block; height: auto; margin: 0px auto; max-width: 100%; padding: 0px; vertical-align: middle;" width="266" /></a><span style="font-family: times; font-size: x-small;"><br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Publicità SGS da <em style="margin: 0px; padding: 0px;">Selezione di tecnica radio - TV</em> di Aprile 1960<em style="margin: 0px; padding: 0px;"></em></span></div>
<div style="padding: 5px 0px;">
<span style="font-family: times; font-size: x-small;">Sempre nel 1957 in america era stata fondata, per iniziativa di William Shockley, la Fairchild Semiconductor, con l'intento di realizzare transistor al silicio-germanio. L'azienda era riuscita a produrre, già nel 1958, il primo transistor al silicio con un nuovo ed innovativo processo di fabbricazione, detto planare, che presto diventò uno standard nella costruzione di semiconduttori.<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Alla SGS gli sviluppi non procedevano con gli stessi successi. La tecnologia dei transistor prodotti, fornita dalla General Electric, era divenuta velocemente obsoleta, e le perdite dei primi anni di esercizio erano considerevoli. Tra il 1957 ed il 1961 l'azienda perse 686 milioni di lire. </span></div>
<div style="padding: 5px 0px;">
<span style="font-family: times; font-size: x-small;">Tramite Dino Olivetti, che viveva negli Stati Uniti, l'azienda viene in contatto con Richard Hodgson della Fairchild Camera and Instrument, che aveva supervisionato la creazione della divisione Fairchild Semiconductor. Dopo una settimana di incontri tra Richard Hodgson e Robert Noyce (direttore generale di Fairchild Semiconductor) e Roberto Olivetti, Tchou e Floriani, viene definito un rapporto di collaborazione tra le due aziende. Fairchild avrebbe fornito alla SGS la sua tecnologia avanzata e l’esperienza di produzione. La SGS diventava la mano della Fairchild in Europa per la produzione e commercializzazione di semiconduttori. Nel 1960 la Fairchild entra nel capitale aziendale con quote paritaria ad Olivetti e Telettra, formando la nuova SGS-Fairchild S.p.A.<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />La collaborazione porta in SGS la produzione dei transistor con tecnologia planare, sviluppata da Fairchild, che sarà resa operativa nel 1962.</span></div>
<div style="padding: 5px 0px; text-align: center;">
<a class="joomslide-s thumbnail zoomin" href="https://www.computerhistory.it/images/stories/storia/ad_sgs_selezione_7-8-1962.jpg" rel="lightbox-com_content_article_525" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border-radius: 4px; border: 1px solid rgb(221, 221, 221); box-shadow: rgba(0, 0, 0, 0.055) 0px 1px 3px; clear: right; color: #73a0cf; display: inline-block; float: right; line-height: 20px; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; margin-top: 0px; padding: 4px; text-decoration-line: none; transition: all 0.2s ease-in-out 0s; zoom: 1;" title="ad sgs selezione 7 8 1962"><img alt="ad sgs selezione 7 8 1962" class="joomslide-s" height="400" src="https://www.computerhistory.it/images/thumbnails/images/stories/storia/ad_sgs_selezione_7-8-1962-fill-150x224.jpg" style="border: none; box-sizing: border-box; display: block; height: auto; margin: 0px auto; max-width: 100%; padding: 0px; vertical-align: middle;" width="267" /></a><span style="font-family: times; font-size: x-small;"><br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Publicità SGS transistor al silicio planare<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />da <em style="margin: 0px; padding: 0px;">Selezione di tecnica radio - TV</em> di Luglio/Agosto1962</span></div>
<div style="padding: 5px 0px;">
<span style="font-family: times; font-size: x-small;">SGS-Fairchild costruisce in pochi anni stabilimenti di produzione in Gran Bretagna (a Falkirk in Scozia, nel 1963), Francia (1966), Germania (1966) e Svezia (1966).</span></div>
<div style="padding: 5px 0px;">
<span style="font-family: times; font-size: x-small;">Gli scambi tecnologici tra le due aziente sono intensi. Tecnici della Fairchild vengono in Italia per assistere l'avvio della produzione. Ingegneri italiani seguono corsi alla Fairchild americana. Tra gli ingeneri che si spostarono in California ricordiamo <a href="https://www.computerhistory.it/index.php?option=com_content&view=article&id=288:federico-faggin&catid=89&Itemid=144" style="color: #73a0cf; margin: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none;">Federico Faggin</a>, che nel Febbraio 1968 fu inviato negli stabilimenti di Palo Alto a sviluppare la tecnologia MOS a Silicon Gate. Al termine dei 6 mesi previsti Faggin rimane però in Fairchild, dove viene assunto. Nell'aprile 1970 si sposta in Intel, dove realizza il famoso 4004, il primo microprocessore commerciale.</span></div>
<div style="padding: 5px 0px;">
<span style="font-family: times; font-size: x-small;">Nel 1967 il gruppo SGS-Fairchild fattura circa 17,5 miliardi di lire, per il 25% in Italia e per il restante 75% nel mercato Europeo. La quota di mercato di SGS è del 30% in Italia e del 9% nel resto d'Europa. Conta complessivamente 3250 dipendenti.<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Nel 1966 era stato insediato ad Agrate un laboratorio autonomo di ricerca e sviluppo. Questo doveva realizzare dispositivi mirati alle esigenze del mercato europeo, che erano sempre più differenziate da quelle del partner americano.</span></div>
<div style="padding: 5px 0px;">
<span style="font-family: times; font-size: x-small;">Così si esprime Floriani sui primi anni dell'azienda:<br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><em style="margin: 0px; padding: 0px;"><b>La storia della SGS negli anni dal '60 al 67 fu un rapido susseguirsi dapprima di brillanti successi, poi di errori, di delusioni, di valutazioni errate, di reciproca incomprensione da parte di tutti noi azionisti.</b></em>I contrasti con il socio americano erano anche legati ad impostazini aziendali contrapposte. Mentre i soci italiani volevano realizzare una fabbrica che potesse progettare e costruire semiconduttori in autonomia, in Fairchild c'era interesse a "tenere in casa" la tecnologia avanzata ed utilizzare lo stabilimento milanese per le operazioni di assemblaggio e quelle a basso contenuto tecnologico eseguite su semilavorati da loro acquistati.</span></div>
<div style="padding: 5px 0px;">
<span style="font-family: times; font-size: x-small;">Nel 1968 la Fairchild decise di uscire dalla partnership e cedette il proprio pacchetto azionario ad Olivetti. La stessa operazione fu fatta dalla Telettra, che ormai si trovava in disaccordo con Olivetti sulla gestione dell'azienda.</span></div>
<div style="padding: 5px 0px;">
<span style="font-family: times; font-size: x-small;">Nel 1968 la Fairchild decise di uscire dalla partnership e cedette il proprio pacchetto azionario ad Olivetti. La stessa operazione fu fatta dalla Telettra, che ormai si trovava in disaccordo con Olivetti sulla gestione dell'azienda.<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Lo stesso anno la SGS venne partecipata dall'IRI, l'azienda di stato per la "Ricostruzione Industriale", e dalla FIAT.</span></div>
<div style="padding: 5px 0px;">
<span style="font-weight: 700; margin: 0px; padding: 0px;"><span style="font-family: times; font-size: x-small;">Da SGS-Ates a Sgs Microelettronica</span></span></div>
<div style="padding: 5px 0px;">
<span style="font-family: times; font-size: x-small;">All'inizio degli anni 70 l'IRI era nel capitale azionario, oltre che della SGS, di un'altra azienda nel settore dei semiconduttori, la <span style="font-weight: 700; margin: 0px; padding: 0px;">ATES</span>.<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Era nata a L'Aquila nel 1959 come <em style="margin: 0px; padding: 0px;">ELIT-Elettronica Italiana S.p.A</em>, e produceva valvole termoioniche. L'azienda cambiò presto nome in <em style="margin: 0px; padding: 0px;">ATES</em>, <i style="margin: 0px; padding: 0px;">Aquila Tubi Elettronici e Semiconduttori</i>, e successivamente diventa <i style="margin: 0px; padding: 0px;">Azienda Tecnica ed Elettronica del Sud</i>.</span></div>
<div style="padding: 5px 0px;">
<span style="font-family: times; font-size: x-small;">Nel capitale aziendale era entrata nel 1961 l'americana RCA, che aveva concesso la licenza di produzione delle sue valvole all'azienda italiana.</span></div>
<div style="padding: 5px 0px;">
<span style="font-family: times; font-size: x-small;">Con RCA venne progettata una nuova avventura industriale per la produzione di semiconduttori e componenti passivi, verrà realizzato a questo scopo a Catania un nuovo stabilimento. Nel 1963 viene fondata a Catania la <i style="margin: 0px; padding: 0px;">Ates - Componenti elettronici S.p.A.</i><br style="margin: 0px; padding: 0px;" />RCA forniva la tecnologia produttiva, nello stabilimento di Catania venivono assemblati semilavorati provenienti dalla fabbrica RCA di Findlay in Ohio.<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />L'azienda visse un continuo sviluppo, dai 352 dipendenti del 1967 si giunse alle 2058 unità del 1970.</span></div>
<div style="padding: 5px 0px;">
<span style="font-family: times; font-size: x-small;">All'inizio degli anni 70 una forte crisi colpì il settore. Giuseppe Petrilli, presidente dell'IRI, si fece promotore dell'unificazione delle due aziende, per creare un unico polo che potesse meglio fronteggiare la crisi. Il 29 dicembre 1972 SGS si fonde con ATES, formando la <span style="font-weight: 700; margin: 0px; padding: 0px;">SGS-Ates Componenti elettronici S.p.A.</span>La quota di maggioranza del 60% è di IRI-Stet, ed Olivetti e Fiat detengono il 20% ciascuno.<span style="font-weight: 700; margin: 0px; padding: 0px;"><br style="margin: 0px; padding: 0px;" /></span></span></div>
<div style="padding: 5px 0px;">
<span style="font-family: times; font-size: x-small;">La nuova società non riesce però ad invertire la rotta. Le perdite continuano e le quote di mercato diminuiscono.<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Le difficoltà portano l'azienda a diversificare le attività produttive. Nello stabilimento di Catania, che conta 2000 addetti, saranno inserite attività di produzione di cavi e assemblaggi elettromeccanici, che occuperanno fino alla metà del personale.</span></div>
<div style="padding: 5px 0px;">
<span style="font-family: times; font-size: x-small;">Lo stabilimento produttivo di Catania (ex ATES) era di fatto una azienda di solo assemblaggio, non era dotato di un settore di Ricerca e Sviluppo, che era invece concentrato negli stabilimenti di Castelletto (ex ATES) ed Agrate (ex SGS). Tra il 1975 ed il 1980 si cerca di risolvere questa difficoltà dotando lo stabilimento di Catania di nuove linee di produzione ed aumentando il know-how tecnologico, ma l'azienda non riesce ad essere competitiva sul mercato.</span></div>
<div style="padding: 5px 0px;">
<span style="font-family: times; font-size: x-small;">La SGS-Ates si era disinteressata dei circuiti integrati digitali, preferendo i circuiti integrati analogici e per applicazioni industriali. Con l'avvento del microprocessore si trova però spiazzata e non può fare altro che acquisire licenze di produzione dai costruttori americani. Furono prodotti da SGS diverse CPU dietro licenza: LP8000 di General Instruments (rimarchiato M380) e l'F8 della Fairchild.<br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><b><i>Su licenza Zilog (l'azienda creata da Faggin dopo l'esperienza in Intel) produce anche microprocessori delle serie Z80 e Z8000, che verranno anche utilizzati da Olivetti sui propri personal computer.</i></b></span></div>
<div style="padding: 5px 0px; text-align: center;">
<span style="font-family: times; font-size: x-small;"><a class="joomslide-s thumbnail zoomin" href="https://www.computerhistory.it/images/stories/storia/SGS_Ates_Z80_1.jpg" rel="lightbox-com_content_article_525" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border-radius: 4px; border: 1px solid rgb(221, 221, 221); box-shadow: rgba(0, 0, 0, 0.055) 0px 1px 3px; color: #73a0cf; display: inline-block; line-height: 20px; margin: 0px; padding: 4px; text-decoration-line: none; transition: all 0.2s ease-in-out 0s; zoom: 1;" title="SGS Ates Z80 1"><img alt="SGS Ates Z80 1" class="joomslide-s" height="188" src="https://www.computerhistory.it/images/thumbnails/images/stories/storia/SGS_Ates_Z80_1-fill-300x188.jpg" style="border: none; box-sizing: border-box; display: block; height: auto; margin: 0px auto; max-width: 100%; padding: 0px; vertical-align: middle;" width="300" /></a><br style="margin: 0px; padding: 0px;" />CPU Z80 di produzione SGS - <em style="margin: 0px; padding: 0px;">Foto <a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:SGS_Ates_Z80_1.jpg?uselang=it" rel="noopener" style="color: #73a0cf; margin: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none;" target="_blank">Christian Bassow</a></em></span></div>
<div style="padding: 5px 0px;">
<span style="font-family: times; font-size: x-small;">Alla produzione dei chip si affianca anche, ad Agrate, una attività di produzione di schede a microprocessore, funzionali allo sviluppo commerciale delle vendite delle cpu. Viene tra gli altri prodotto il <span class="st" style="margin: 0px; padding: 0px;"><span style="font-weight: 700; margin: 0px; padding: 0px;">Nanocomputer</span>, un sistema su singola scheda con scopi didattici che incontrò un discreto successo.</span></span></div>
<div style="padding: 5px 0px; text-align: center;">
<span style="font-family: times; font-size: x-small;"><a class="joomslide-s thumbnail zoomin" href="https://www.computerhistory.it/images/stories/storia/sgs_nanocomputer_wda_association.jpg" rel="lightbox-com_content_article_525" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border-radius: 4px; border: 1px solid rgb(221, 221, 221); box-shadow: rgba(0, 0, 0, 0.055) 0px 1px 3px; color: #73a0cf; display: inline-block; line-height: 20px; margin: 0px; padding: 4px; text-decoration-line: none; transition: all 0.2s ease-in-out 0s; zoom: 1;" title="sgs nanocomputer wda association"><img alt="sgs nanocomputer wda association" class="joomslide-s" height="200" src="https://www.computerhistory.it/images/thumbnails/images/stories/storia/sgs_nanocomputer_wda_association-fill-300x200.jpg" style="border: none; box-sizing: border-box; display: block; height: auto; margin: 0px auto; max-width: 100%; padding: 0px; vertical-align: middle;" width="300" /></a><br style="margin: 0px; padding: 0px;" />SGS Nanocomputer -<em style="margin: 0px; padding: 0px;"> Foto <a href="https://www.flickr.com/photos/matevoun/8653321716/in/photolist-ebEx51-76vFxd-7vXc8p-7JUgjE-7JUfMm-7A4tHb-7pxfpo-7wbx3J-7A4iqw-7zZC56-7A4q97-7JUgSJ-7JUefd-7A4s7u-7vXbwV-7A4nqL-7A4uBh-7v6NmG-7v2VKF-7vXaPg-7A4kaj-7wbAB7-7v2RwR-5m5HgQ-7wbzH1-7vX9x4-7JUuDJ-7w7KKx-7wbBc9-7w8gsc-7A4oLy-7w8fbc-7w7QrV-7vXdyP-7v2UYa-7v6LtC-7A4t1Y-7JQzq4-7v2Sk8-7hezGG-7vXcF6-7JUcrG-7JUdtY-7A4qVS-7w7R62-7vXebv-7A4mDj-7mjA9H-7v6HPE-7v2T9T" rel="noopener" style="color: #73a0cf; margin: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none;" target="_blank">Association WDA</a></em></span></div>
<div style="padding: 5px 0px;">
<span style="font-family: times; font-size: x-small;">Nel 1980 arriva alla guida dell'azienda <span style="font-weight: 700; margin: 0px; padding: 0px;">Pasquale Pistorio</span>, che proveniva dalla direzione marketing di Motorola. Il nuovo manager intraprende un processo di ristrutturazione e rilancio che, anche attaverso nuove sinergie con università e centri di ricerca, riporta l'azienda in attivo nel 1984.</span></div>
<div style="padding: 5px 0px;">
<span style="font-family: times; font-size: x-small;">Nel 1981 viene dismessa la produzione del'optoelettronica (fotodiodi, led e laser). Il centro di ricerca di Castelletto, dove dal 1977 era stata sviluppata questa tecnologia in collaborazione con CSELT, viene ceduto all'Italtel.</span></div>
<div style="padding: 5px 0px;">
<span style="font-family: times; font-size: x-small;"><span class="st" style="margin: 0px; padding: 0px;"></span>Il 23 aprile 1985 SGS Ates cambia denominazione in <i style="margin: 0px; padding: 0px;">Sgs - Microelettronica S.p.A.</i></span></div>
<div style="padding: 5px 0px;">
<span style="font-weight: 700; margin: 0px; padding: 0px;"><span style="font-family: times; font-size: x-small;">Da SGS-Thomson Microelectronics a STMicroelectronics</span></span></div>
<div style="padding: 5px 0px;">
<span style="font-family: times; font-size: x-small;">Nel giugno del 1987 SGS Microelettronica si fonderà con la Thomson Semiconducteurs formando la SGS-Thomson Microelectronics. La sede dall'Italia si trasferisce in Francia.<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Parte del portafoglio azionario è detenuto dalla STET (società finanziaria del gruppo IRI che operava nel settore delle telecomunicazioni) che lo passerà nel 1998 a Finmeccanica.<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Nel 1998, a seguito dell'uscita dall'azienda del capitale Thomson, l'azienda diventò la STMicroelectronics, tutt'ora operante nella produzione di semiconduttori.</span></div>
<div style="padding: 5px 0px;">
<span style="font-family: times; font-size: x-small;">Negli ultimi 20 anni il mercato dei semiconduttori ha vissuto la concentrazione in poche grandi multinazionali. ST è stata protagonista di questo processo attraverso l'acquisizione di numerose aziende, o rami d'azienda, e la creazione di numerose joint venture con altri colossi internazionali.</span></div>
<div style="padding: 5px 0px;">
<span style="font-family: times; font-size: x-small;">In ambito informatico ST ha prodotto per un breve periodo, dal 1993 al 1996, CPU per computer di classe 486 e Pentium, in concorrenza con Intel.</span></div>
<div style="padding: 5px 0px; text-align: center;">
<span style="font-family: times; font-size: x-small;"><a class="joomslide-s thumbnail zoomin" href="https://www.computerhistory.it/images/stories/storia/1024px-ST_486_DX4_100MHz_CPU_2007_03_27.jpg" rel="lightbox-com_content_article_525" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border-radius: 4px; border: 1px solid rgb(221, 221, 221); box-shadow: rgba(0, 0, 0, 0.055) 0px 1px 3px; color: #73a0cf; display: inline-block; line-height: 20px; margin: 0px; padding: 4px; text-decoration-line: none; transition: all 0.2s ease-in-out 0s; zoom: 1;" title="1024px ST 486 DX4 100MHz CPU 2007 03 27"><img alt="1024px ST 486 DX4 100MHz CPU 2007 03 27" class="joomslide-s" height="200" src="https://www.computerhistory.it/images/thumbnails/images/stories/storia/1024px-ST_486_DX4_100MHz_CPU_2007_03_27-fill-300x200.jpg" style="border: none; box-sizing: border-box; display: block; height: auto; margin: 0px auto; max-width: 100%; padding: 0px; vertical-align: middle;" width="300" /></a><br style="margin: 0px; padding: 0px;" />CPU 486 di produzione ST <a href="https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.5/deed.it" style="color: #73a0cf; margin: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none;" target="_blank"><img alt="Licenza Creative Commons Attribuzione - Condividi allo stesso modo 2.5" border="0" src="https://www.computerhistory.it/images/stories/cc12.gif" style="border: none; box-sizing: border-box; height: auto; margin: 0px; max-width: 100%; padding: 0px; vertical-align: middle;" title="Licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 2.5" /></a><em style="margin: 0px; padding: 0px;"> Foto <a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:ST_486_DX4_100MHz_CPU_2007_03_27.jpg" rel="noopener" style="color: #73a0cf; margin: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none;" target="_blank">Henry Mühlpfordt</a></em></span></div>
<div style="padding: 5px 0px;">
<span style="font-family: times; font-size: x-small;">Queste CPU non erano in realtà di progettazione ST, che rimarchiava quelle che produceva per Cyrix.</span></div>
<div style="padding: 5px 0px;">
<span style="font-family: times; font-size: x-small;">La produzione di ST si è specializzata nei circuiti integrati per applicazioni automotive, nell'elettronica di potenza, nei sensori, anche di tipo MEMS, e nei microcontrollori.<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Proprio in questi ultimi, dopo un buon successo della linea ST6, l'azienda intraprende la costruzione di processori con architettura ARM, scelta di successo che costituisce oggi il 30% della produzione di ST.<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Curioso notare come in questa scelta di successo si reincontrano due storie originate dalle iniziative Olivettiane, quella della ST, che dalla iniziativa Olivetti ebbe origine con SGS, e quella di ARM. Il progetto ARM era iniziato nel 1983 alla Acorn Computers Ltd. Le gravi difficoltà economiche non avrebbero consentito la sopravvivenza dell'azienda se l'Olivetti non fosse intervenuta, nel 1985, acquisendo il 79% della società.</span></div>
<div style="padding: 5px 0px;">
<span style="font-family: times; font-size: x-small;">Oggi la ST è ancora un'azienda partecipata dallo stato Italiano (con il 13,75% del capitale). Nel 2018 ha realizzato un fatturato di 9,66 miliardi di dollari, conta circa 46.000 addetti a livello mondiale, di cui circa 10.300 in Italia.<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Nel nostro paese sono ancora attivi gli storici stabilimenti di Agrate (ex SGS) e Catania (ex ATES).</span></div>
<div style="padding: 5px 0px;">
<em style="margin: 0px; padding: 0px;"><span style="font-family: times; font-size: x-small;">Fonte:<br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><a href="https://www.computerhistory.it/index.php?option=com_content&view=article&id=525:sgs-history&catid=16&Itemid=102">Dal transistor al microprocessore...una storia che continua ancora oggi</a></span></em></div>
<div style="font-size: 17.6px; padding: 5px 0px;">
<br /></div>
</div>
Ermanno Peciarolohttp://www.blogger.com/profile/09259709846465285466noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7130500664968721955.post-57156357384868893782019-10-29T02:42:00.000+01:002019-10-30T00:11:44.091+01:00La storia delle "cose" di Annie Leonard<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Annie Leonard, è una attivista statunitense, autrice del film online <b>"La storia delle cose"</b>, un documentario che mostra i costi sociali ed ambientali del nostro sistema di produzione e consumo.</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Annie ci spiega qual'è il problema della continua corsa al consumismo che ha purtroppo un enorme impatto nella vita quotidiana di tantissime persone, ma la maggior parte di questo ciclo,volutamente, viene tenuto nascosto alla nostra vista.</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Questo piccolo film di animazione di 20 minuti sul modo in cui realizziamo, utilizziamo e buttiamo via tutta le cose che usiamo nella nostra vita, </span><span style="font-family: georgia, "times new roman", serif;">è diventato un fenomeno in Internet.</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Cinque anni e 40 milioni di visualizzazioni hanno permesso di far nascere una comunità di oltre un milione di attivisti in tutto il mondo, che lavora al fine di costruire un pianeta più sano e giusto.</span><br />
<br />
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="344" src="https://www.youtube.com/embed/WdpNg4Xi0TA" width="459"></iframe><br />
<br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Alcuni suoi documentari in rete sono: <b><i>La storia dell'elettronica, La storia dei cosmetici, La storia del Cap & Trade, La storia dell'Acqua in bottiglia. </i></b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Il sito del progetto: <a href="https://storyofstuff.org/">https://storyofstuff.org/</a> </span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Anna dal sito Wikipedia <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Annie_Leonard">https://it.wikipedia.org/wiki/Annie_Leonard</a></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">La storia del "Taglia e scambia" </span><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;"> </span><a href="https://www.youtube.com/watch?v=He962z3t28I" style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;"><span style="color: blue;">https://www.youtube.com/watch?v=He962z3t28I</span></a>Ermanno Peciarolohttp://www.blogger.com/profile/09259709846465285466noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7130500664968721955.post-64205375686035012882019-05-13T01:29:00.000+02:002019-05-13T01:31:55.592+02:00 12 maggio non solo "Festa delle donne"<h2>
Caroselli contro l'abrogazione del divorzio del 12 maggio 1974</h2>
<iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="360" src="https://www.youtube.com/embed/NFsKNjILQuo" width="450"></iframe><br />
<br />
<table style="border-collapse: collapse; border-spacing: 0px; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #404040; font-family: Montserrat, sans-serif; font-size: 14px;"><tbody style="box-sizing: border-box;">
<tr style="box-sizing: border-box;"><td class="panel-dx" style="border-bottom: 1px solid rgb(239, 239, 239); border-top: 0px; box-sizing: border-box; line-height: 20px; padding: 10px 20px 10px 0px; vertical-align: top;">Quattro caroselli elettorali contro l'abrogazione del divorzio, realizzati con il cantante Gianni Morandi, gli attori Pino Caruso, Luigi Proietti e Nino Manfredi che, ognuno a suo modo, invitano a votare no. Il quinto carosello elettorale sul referendum è stato girato in una classe di una scuola elementare romana durante una lezione di educazione civica; qui è la maestra che spiega la modalità del voto.<br />
<table style="border-collapse: collapse; border-spacing: 0px; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #404040; font-size: 14px;"><tbody style="box-sizing: border-box;">
<tr style="box-sizing: border-box;"><td class="panel-sx" style="border-bottom: 1px solid rgb(239, 239, 239); border-top: 0px; box-sizing: border-box; padding: 10px 20px 10px 0px; vertical-align: top; width: 140px;"><div class="panel-label" style="box-sizing: border-box; font-weight: 700; margin-top: 10px; padding: 0px; text-transform: uppercase;">
REGIA </div>
</td><td class="panel-dx" style="border-bottom: 1px solid rgb(239, 239, 239); border-top: 0px; box-sizing: border-box; line-height: 20px; padding: 10px 20px 10px 0px; vertical-align: top;"> <span style="font-size: small;">Ugo Gregoretti,<br /> Andrea Frezza,<br /> Ettore Scola,<br /> Luigi Comencini,</span><span style="font-size: large;"> </span></td></tr>
</tbody></table>
</td></tr>
</tbody></table>
<h2>
Giorgiana Masi assassinata il 12 maggio 1977</h2>
<div>
<span style="font-size: large;"><a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Omicidio_di_Giorgiana_Masi#Storia">https://it.wikipedia.org/wiki/Omicidio_di_Giorgiana_Masi#Storia</a></span></div>
<div>
<br /></div>
<div>
<div class="r" style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: small; margin: 0px;">
<a href="https://www.youtube.com/watch?v=d39eGrpyehg" ping="/url?sa=t&source=web&rct=j&url=https://www.youtube.com/watch%3Fv%3Dd39eGrpyehg&ved=0ahUKEwj4rsb2kJfiAhUpsaQKHUdrBdgQtwIIPjAF" style="color: #660099; cursor: pointer;" target="_blank"></a><br />
<h3 class="LC20lb" style="display: inline-block; font-size: 18px; font-weight: normal; margin: 0px; padding: 0px;">
<a href="https://www.youtube.com/watch?v=d39eGrpyehg" ping="/url?sa=t&source=web&rct=j&url=https://www.youtube.com/watch%3Fv%3Dd39eGrpyehg&ved=0ahUKEwj4rsb2kJfiAhUpsaQKHUdrBdgQtwIIPjAF" style="color: #660099; cursor: pointer;" target="_blank">
Pannella sull'omicidio di Giorgiana Masi - 13 maggio 1977 - YouTube</a></h3>
<a href="https://www.youtube.com/watch?v=d39eGrpyehg" ping="/url?sa=t&source=web&rct=j&url=https://www.youtube.com/watch%3Fv%3Dd39eGrpyehg&ved=0ahUKEwj4rsb2kJfiAhUpsaQKHUdrBdgQtwIIPjAF" style="color: #660099; cursor: pointer;" target="_blank">
<br /><div class="TbwUpd" style="display: inline-block; padding-bottom: 3px; padding-top: 2px;">
<cite class="iUh30" style="color: #006621; font-size: 14px; font-style: normal; padding-top: 1px;">https://www.youtube.com/watch?v=d39eGrpyehg</cite></div>
</a><br />
<div class="action-menu ab_ctl" style="display: inline; margin: 1px 3px 0px; position: relative; user-select: none; vertical-align: middle;">
<a aria-expanded="false" aria-haspopup="true" aria-label="Opzioni per i risultati" class="GHDvEf ab_button" data-ved="0ahUKEwj4rsb2kJfiAhUpsaQKHUdrBdgQ7B0IPzAF" href="https://www.google.com/search?newwindow=1&biw=1215&bih=524&tbm=vid&ei=jIXYXNecOOPjkgXsmLKIBg&q=giorgiana+masi&oq=giorgiana+masi&gs_l=psy-ab.3..0i131k1j0l2j38j0i5i30k1l2.9437663.9443509.0.9444256.14.13.0.1.1.0.133.1278.8j5.13.0....0...1c.1.64.psy-ab..0.14.1276...0i3k1j0i10k1.0.XEwOCXqPgyM#" id="am-b5" jsaction="m.tdd;keydown:m.hbke;keypress:m.mskpe" role="button" style="background-image: none; border-radius: 0px; border: 0px; box-shadow: 0px 0px 0px 0px; color: #444444; cursor: default; display: inline-block; filter: none; font-size: 11px; font-weight: bold; height: 12px; line-height: 27px; margin: 1px 0px 2px; min-width: 0px; padding: 0px; text-align: center; text-decoration-line: none; transition: none 0s ease 0s; user-select: none; width: 13px;"><span class="mn-dwn-arw" style="border-color: rgb(0, 102, 33) transparent; border-style: solid; border-width: 5px 4px 0px; height: 0px; left: 0px; margin-left: 3px; margin-top: -4px; position: absolute; top: 7.11111px; width: 0px;"></span></a><br />
<div class="action-menu-panel ab_dropdown" data-ved="0ahUKEwj4rsb2kJfiAhUpsaQKHUdrBdgQqR8IQDAF" jsaction="keydown:m.hdke;mouseover:m.hdhne;mouseout:m.hdhue" role="menu" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border: 1px solid rgba(0, 0, 0, 0.2); box-shadow: rgba(0, 0, 0, 0.2) 0px 2px 4px; font-size: 13px; left: 0px; padding: 0px; position: absolute; right: auto; top: 12px; transition: opacity 0.218s ease 0s; visibility: hidden; white-space: nowrap; z-index: 3;" tabindex="-1">
<ol style="border: 0px; margin: 0px; padding: 0px;">
<li class="action-menu-item ab_dropdownitem" role="menuitem" style="border: 0px; cursor: pointer; list-style: none; margin: 0px; padding: 0px; user-select: none;"><a class="fl" href="https://www.google.com/search?newwindow=1&biw=1215&bih=524&q=related:https://www.youtube.com/watch%3Fv%3Dd39eGrpyehg+giorgiana+masi&tbo=1&sa=X&ved=0ahUKEwj4rsb2kJfiAhUpsaQKHUdrBdgQHwhBMAU" style="color: #333333; cursor: pointer; display: block; font-size: 14px; outline: 0px; padding: 7px 18px; text-decoration-line: none;"></a></li>
</ol>
</div>
</div>
</div>
<div class="s" style="background-color: white; color: #545454; font-family: arial, sans-serif; font-size: small; line-height: 18px; max-width: 48em;">
<div>
<div class="th N3nEGc i0PvJb" style="background-color: black; border: 1px solid rgb(235, 235, 235); float: left; height: 65px; margin-top: 4px; overflow: hidden; position: relative; width: 116px;">
<a data-ved="0ahUKEwj4rsb2kJfiAhUpsaQKHUdrBdgQuAIIQjAF" href="https://www.youtube.com/watch?v=d39eGrpyehg" ping="/url?sa=t&source=web&rct=j&url=https://www.youtube.com/watch%3Fv%3Dd39eGrpyehg&ved=0ahUKEwj4rsb2kJfiAhUpsaQKHUdrBdgQuAIIQjAF" style="color: #660099; cursor: pointer; text-decoration-line: none;" target="_blank"><g-img class="PcHvNb BA0A6c" style="display: block; height: 65px; overflow: hidden; position: absolute; width: 116px;"><img alt="Video relativi a giorgiana masi" class="rISBZc M4dUYb" data-atf="3" height="87" id="vidthumb6" src="https://i.ytimg.com/vi/d39eGrpyehg/default.jpg" style="border: 0px; display: block; margin-top: -11px; position: relative;" width="116" /></g-img><span class="vdur mWTy7c" style="background-color: rgba(0 , 0 , 0 , 0.7); border-top-left-radius: 2px; bottom: 0px; color: white; font-size: 11px; font-weight: bold; padding: 1px 3px; position: absolute; right: 0px; text-align: right;">▶ 17:36</span></a></div>
</div>
<div style="margin-left: 125px;">
<div class="slp f" style="color: grey;">
12 mag 2011 - Caricato da ChiaraCaselliLove</div>
<span class="st" style="line-height: 1.4; overflow-wrap: break-word;">Marco Pannella parla dell'omicidio di <span style="font-weight: bold;">Giorgiana Masi</span> il giorno dopo in cui è accadu</span></div>
</div>
</div>
Ermanno Peciarolohttp://www.blogger.com/profile/09259709846465285466noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7130500664968721955.post-33322592840747255172019-04-24T23:31:00.001+02:002019-04-24T23:31:43.630+02:00LA DISTRUZIONE DELLE FORESTE SARDE di Francesco Casula<div style="background-color: white; color: #333333; font-size: 16px; margin-bottom: 20px;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">L’Isola del «grande verde», che fra il XIV e XII secolo avanti Cristo fonti egizie, accadiche e ittite dipingevano come patria dei Sardi shardana è sempre più solo un ricordo. La storia documenta che l’Isola verde, densa di vegetazione, foreste e boschi, nel giro di un paio di secoli fu drasticamente rasata, per fornire carbone alla industrie e traversine alle strade ferrate, specie del Nord d’Italia. Certo, il dissipamento era iniziato già con Fenici Cartaginesi e Romani, che abbatterono le foreste nelle pianure per rubare il legname e per dedicare il terreno alle piantagioni di grano e nei monti le bruciarono per stanare ribelli e fuggitivi, ma è con i Piemontesi che il ritmo distruttivo viene accelerato.</span></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-size: 16px; margin-bottom: 20px;">
<a href="https://laveritadininconaco.altervista.org/wp-content/uploads/2017/02/Screenshot_2017-02-02-12-50-41.png" style="background-color: transparent; color: #006090; text-decoration-line: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><img alt="" class="aligncenter size-full wp-image-9371" height="720" sizes="(max-width: 1280px) 100vw, 1280px" src="https://laveritadininconaco.altervista.org/wp-content/uploads/2017/02/Screenshot_2017-02-02-12-50-41.png" srcset="https://laveritadininconaco.altervista.org/wp-content/uploads/2017/02/Screenshot_2017-02-02-12-50-41.png 1280w, https://laveritadininconaco.altervista.org/wp-content/uploads/2017/02/Screenshot_2017-02-02-12-50-41-720x405.png 720w" style="border: 0px; clear: both; display: block; height: auto; margin: 20px auto; max-width: 100%; padding: 0px;" width="1280" /></span></a></div>
<div class="banner-wrapper" style="background-color: white; color: #333333; font-size: 16px;">
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<div class="banner_google_336X280" id="content_middle_banner" style="padding: 1em 0px; text-align: center;">
</div>
</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-size: 16px; margin-bottom: 20px;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Iniziarono presto: 20 anni dopo avere preso possesso dell’Isola, nel 1740 il re Carlo Emanuele III di Savoia aveva concesso al nobile svedese Carlo Gustavo Mandell il diritto di sfruttare tutte le miniere di Parte d’Ispi (Villacidro) in cambio di un’esigua percentuale sul minerale raffinato; e gli aveva permesso di prelevare nelle circostanti foreste il carbone e la legna per le fonderie, costringendo i comuni a vere e proprie corvè e distruggendo così il patrimonio forestale della regione.</span></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-size: 16px; margin-bottom: 20px;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Lo scempio era continuato anche quando miniere e fonderie, scaduto il contratto trentennale di Mandell, furono gestite direttamente dal regio governo. Anzi da allora la situazione si era aggravata, perché le richieste di combustibile si erano fatte più pressanti e perentorie. Furono bruciati persino i boschi della piana di Oristano per incenerire i covi dei banditi mentre i toscani li bruciarono per fare carbone e amici e parenti di Cavour, come quel tal conte Beltrami devastatore di boschi quale mai ebbe la Sardegna, mandò in fumo il patrimonio silvano di Fluminimaggiore e dell’Iglesiente.</span></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-size: 16px; margin-bottom: 20px;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Con l’Unità d’Italia infine si chiude la partita con una mostruosa accelerazione del ritmo delle distruzioni, specie con il regno di Umberto I a fine Ottocento. Scriverà Eliseo Spiga :” lo stato italiano promosse e autorizzò nel cinquantennio tra il 1863 e il 1910 la distruzione di splendide e primordiali foreste per l’estensione incredibile di ben 586.000 ettari, circa un quarto dell’intera superficie della Sardegna, città comprese” 6.</span></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-size: 16px; margin-bottom: 20px;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Mentre il poeta Peppino Mereu, a fine Ottocento, mette a nudo la “colonizzazione” operata dal regno piemontese e dai continentali, cui è sottoposta la Sardegna, proprio in merito alla deforestazione: Sos vandalos chi cun briga e cuntierra/benint dae lontanu a si partire/sos fruttos da chi si brujant sa terra, (I vandali con liti e contese/ vengono da lontano/a spartirsi i frutti/dopo aver bruciato la terra). E ancora: Vile su chi sas jannas hat apertu/a s’istranzu pro benner cun sa serra/a fagher de custu logu unu desertu (Vile chi ha aperto la porta al forestiero /perché venisse con la sega/e facesse di questo posto un deserto).</span></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-size: 16px; margin-bottom: 20px;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">E Giuseppe Dessì, nel suo romanzo Paese d’ombrescrive: La salvaguardia delle foreste sarde non interessava ai governi piemontesi, la Sardegna continuava ad essere tenuta nel conto di una colonia da sfruttare, specialmente dopo l’unificazione del regno. Mentre Carlo Corbetta, (scrittore lombardo della seconda metà del secolo XIX), in seguito a un viaggio in Sardegna, (e in Corsica) scrisse un’opera in due volumi Sardegna e Corsica. E a proposito della distruzione dei boschi e della deforestazione, scrive che la si deve in massima parte agli speculatori e trafficanti di scorza che col loro coltello scorticatore ne denudano i tronchi e grossi rami delle elci e quercie marine e delle quercie comuni e la spediscono in continente ad estrarne tannino per la conceria delle pelli e per le tinture.</span></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-size: 16px; margin-bottom: 20px;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Si tratta di un’analisi gravemente deficitaria. E’ vero che le sugherete erano preda subito dopo l’Unità d’Italia (a partire soprattutto dal 1865) di gruppi di commercianti che cercavano il tannino e la potassa. Ma i veri responsabili che Corbetta non individua, sono ben altri: i re sabaudi e i loro governi. Probabilmente Corbetta non voleva nè poteva individuarli, essendo essi amici e contigui ai suoi sostenitori, Quintino Sella in primis. Il suo viaggio in Sardegna era stato possibile proprio grazie all’appoggio proprio di Quintino Sella. Questi, più volte Ministro delle Finanze nel 1869 soggiornerà due volte in Sardegna in qualità di componente della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulle condizioni dell’isola.</span></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-size: 16px; margin-bottom: 20px;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Ma è soprattutto Gramsci, in un articolo sull’Avanti(Edizione piemontese) del 23 ottobre 1918, censurato e riscoperto 60 anni dopo, a denunciare la devastazione ambientale e climatica, frutto della spoliazione e distruzione dei boschi. Nell’articolo – intitolato significativamente “Gli spogliatoi di cadaveri”, individua fra questi gli industriali del carbone. Essi scendono dalla Toscana e stavolta, il lascito perla Sardegna è la degradazione catastrofica del suo territorio. L’Isola è ancora tutta boschi. Gli industriali toscani ne ottengono lo sfruttamento per pochi soldi.: a un popolo in ginocchio anche questi pochi soldi paiono la salvezza, scrive ancora Gramsci.</span></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-size: 16px; margin-bottom: 20px;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Così – continua l’intellettuale di Ales – L’Isola di Sardegna fu letteralmente rasa suolo come per un’invasione barbarica. Caddero le foreste. Che ne regolavano il clima e la media delle precipitazioni atmosferiche. La Sardegna d’oggi alternanza di lunghe stagioni aride e di rovesci alluvionanti, l’abbiamo ereditata allora, concluderà.</span></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-size: 16px; margin-bottom: 20px;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"> <em>da <a href="http://www.manifestosardo.org/quando-i-tiranni-sabaudi-rasero-al-suolo-la-sardegna/" style="background-color: transparent; color: #006090; text-decoration-line: none;">manifestosardo.org</a></em></span></div>
Ermanno Peciarolohttp://www.blogger.com/profile/09259709846465285466noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7130500664968721955.post-60760440248132233412019-04-09T14:13:00.001+02:002019-08-05T16:33:34.239+02:00Sonda privata pronta all'AllunaggioLa sonda Beersheet progettata da tre giovani ingegneri israeliani è entrata nell’orbita della Luna. Si tratta del primo veicolo privato a raggiungere questo traguardo dell’esplorazione spaziale. L’11 aprile accenderà i motori e tenterà un allunaggio nel Mare della Tranquillità, dove studierà il campo magnetico e il nucleo del satellite.<br />
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continua su: https://scienze.fanpage.it/beersheet-e-la-prima-sonda-privata-in-orbita-attorno-alla-luna-traguardo-storico/<br />
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http://scienze.fanpage.it/<br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="270" src="https://www.youtube.com/embed/_R4zk448oPs" width="480"></iframe>Ermanno Peciarolohttp://www.blogger.com/profile/09259709846465285466noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7130500664968721955.post-2174195660376194022019-04-09T02:16:00.003+02:002020-04-28T00:00:01.330+02:00I pericoli nascosti dietro la nostra alimentazione<div class="_2cuy _3dgx _2vxa" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1d2129; direction: ltr; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap; width: 700px;">
Andata in onda su Sky Tg24 la terza puntata di Sarah Varetto, sui pericoli che si nascondono dietro la nostra alimentazione lunedì 8 aprile ed ora disponibile su Sky On Demand. <a data-lynx-mode="asynclazy" data-lynx-uri="https://l.facebook.com/l.php?u=https%3A%2F%2Fwww.ilfattoquotidiano.it%2F2019%2F04%2F08%2Fun-piatto-di-salute-su-sky-tg24-la-terza-puntata-sui-pericoli-che-si-nascondono-dietro-la-nostra-alimentazione%2F5093236%2F%3Ffbclid%3DIwAR1-354ESA7e_vqEHglGpTC92DL6eR6-kFqzdLzMARivzYm_1LecWtSt1vE&h=AT22w6RMq7Paag52qPiK3sm7lpuYQiCFKhLMoabPcRa7ntfpEpA0cxaVmj7bq12Dj9vh8ZZ9_40G88o2tYUimj7yW_5jBZd5TRl1ma0_s0vZguWVZ6bkrA6HjC5bWHaxGBk" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/04/08/un-piatto-di-salute-su-sky-tg24-la-terza-puntata-sui-pericoli-che-si-nascondono-dietro-la-nostra-alimentazione/5093236/?fbclid=IwAR1-354ESA7e_vqEHglGpTC92DL6eR6-kFqzdLzMARivzYm_1LecWtSt1vE" rel="noopener nofollow" style="color: #365899; cursor: pointer; font-family: inherit; text-decoration-line: none;" target="_blank">https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/04/08/un-piatto-di-salute-su-sky-tg24-la-terza-puntata-sui-pericoli-che-si-nascondono-dietro-la-nostra-alimentazione/5093236/</a></div>
<div class="_2cuy _3dgx _2vxa" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1d2129; direction: ltr; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap; width: 700px;">
FONTE: Un documento PDF di GREENPEACE rivela la presenza in Europa di antibiotici pesticidi e nitrati nei corsi d'acqua che scorrono in aree a elevata presenza di maxi-allevamenti. Più di 20 farmaci e oltre 100 pesticidi differenti in un comune del Bresciano. I risultati delle nuove analisi sono stati pubblicati nel rapporto “Il costo nascosto della carne”. <a data-lynx-mode="asynclazy" data-lynx-uri="https://l.facebook.com/l.php?u=https%3A%2F%2Fwww.greenpeace.org%2Fitaly%2Fstoria%2F4433%2Fi-maxi-allevamenti-inquinano-i-fiumi-di-tutta-europa-anche-in-italia%2F%3Ffbclid%3DIwAR3c-dSEaBC2Nkn0J9AKkpYkD5jym48MImrjhPXlpxC4xe-0e07mjxY4-c4&h=AT0drpXcAcF3W0SRsT6lymopvFGe_dgTEQ7-fTZYWCxNhNq52AdOlhRG39IZ1dfWicwyF73MkRIS3e3SXsoy5BBhnvcJrXMOUZ0k9qrByGzEqtsuXNJe88t4YVGdpsM4sw4" href="https://www.greenpeace.org/italy/storia/4433/i-maxi-allevamenti-inquinano-i-fiumi-di-tutta-europa-anche-in-italia/?fbclid=IwAR3c-dSEaBC2Nkn0J9AKkpYkD5jym48MImrjhPXlpxC4xe-0e07mjxY4-c4" rel="noopener nofollow" style="color: #365899; cursor: pointer; font-family: inherit; text-decoration-line: none;" target="_blank">https://www.greenpeace.org/italy/storia/4433/i-maxi-allevamenti-inquinano-i-fiumi-di-tutta-europa-anche-in-italia/ </a>I campionamenti sono stati fatti in 29 fiumi e canali di irrigazione, in regioni con una forte presenza di allevamenti intensivi. </div>
<div class="_2cuy _3dgx _2vxa" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1d2129; direction: ltr; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap; width: 700px;">
SMOG: il 50% è prodotto dagli allevamenti intensivi e dal riscaldamenti secondo Ispra sono i principali responsabili di emissione di ammoniaca nell’aria (il 76,7% a livello nazionale nel 2015), principale fonte di particolato secondario.</div>
<div class="_2cuy _3dgx _2vxa" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #1d2129; direction: ltr; font-family: Georgia, serif; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap; width: 700px;">
FONTE: Dataroom di Milena Gabanelli <a data-lynx-mode="asynclazy" data-lynx-uri="https://l.facebook.com/l.php?u=https%3A%2F%2Fwww.corriere.it%2Fdataroom-milena-gabanelli%2Finquinamento-smog-riscaldamenti-allevamenti-intensivi-polveri-sottili-pm-particolato%2F4eb39bde-39f5-11e9-a27a-3688e449a463-va.shtml%3Ffbclid%3DIwAR0hR-C6KVijC2mtwzexB3tQri2yX4EliXwGH16NwxQk48Lto8PYCSbc-5Q&h=AT0Zp7gt1eqi6JhX3_D2165l0ZzBBkhqPQr2wUY3gxJZkEARnCE8RcwFq-2WIbGIs1LnAmnqmksVHMI1_PmevKZNKHUvVW5aWgQ5NYueH_SbBeKax8WIV8bE9TfLuFmL8C0" href="https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/inquinamento-smog-riscaldamenti-allevamenti-intensivi-polveri-sottili-pm-particolato/4eb39bde-39f5-11e9-a27a-3688e449a463-va.shtml?fbclid=IwAR0hR-C6KVijC2mtwzexB3tQri2yX4EliXwGH16NwxQk48Lto8PYCSbc-5Q" rel="noopener nofollow" style="color: #365899; cursor: pointer; font-family: inherit; text-decoration-line: none;" target="_blank">https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/inquinamento-smog-riscaldamenti-allevamenti-intensivi-polveri-sottili-pm-particolato/4eb39bde-39f5-11e9-a27a-3688e449a463-va.shtml</a></div>
Ermanno Peciarolohttp://www.blogger.com/profile/09259709846465285466noreply@blogger.com0