Terra dei fuochi a un anno dalla legge “Potenzieremo l’assistenza sanitaria” Il prefetto: esercito in altri 22 Comuni - CorrieredelMezzogiorno.it




Terra dei fuochi a un anno dalla legge “Potenzieremo l’assistenza sanitaria”
Il prefetto: esercito in altri 22 Comuni Così’ Ferdinando Romano, capodipartimento della Salute della Regione al forum delCorrMezz. Il medico Costanzo aveva denunciato la solitudine in cui precipitano i malati oncologici. Il comandante Costa (Forestale): ancora pochi i reati ambientali perseguibili
di Luca Marconi


NAPOLI - Terra dei Fuochi, ad un anno dalla legge di intervento straordinario del governo, cosa è successo? Quali sono i risultati delle analisi sanitarie o su terreni e prodotti agricoli? Perché ancora divisioni tra cosiddetti “negazionisti” e “allarmisti”, che non aiutano certo a fare chiarezza? Queste le domande poste dai giornalisti e dal direttore del Corriere del Mezzogiorno Antonio Polito al forum #terradeifuochi, oggi, a Massimo Fagnano, ordinario di Agronomia della Federico II che per il comitato interministeriale su Terra dei Fuochi ha lavorato su terreni e prodotti agricoli; a Luigi Costanzo, medico di base di Frattamaggiore e volontario dell’Isde-Medici per l’Ambiente, che con il Coordinamento comitati fuochi ha organizzato screening della tiroide nelle scuole medie; Antonio Marfella, oncologo Ircss Pascale e membro del direttivo Isde Campania; il parroco di Caivano don Maurizio Patriciello; Sergio Costa, comandante regionale del Corpo Forestale e per la Regione Campania il primo dirigente Ferdinando Romano, capo al Dipartimento della Salute e delle Risorse Naturali.




Cosa è emerso dal Forum? Costanzo ha denunciato la sostanziale solitudine in cui precipitano i malati oncologici, vittime anche dei tempi biblici della Sanità; Romano ne ha prospettato i prossimi passi riorganizzativi; Fagnano ha denunciato ancora una volta che i veleni sono, a suo giudizio, per lo più nell’acqua e nell’aria, e sono troppe le case abusive allacciate a falde insicure, ha detto; Marfella, ancora una volta, che il problema va spostato interamente sui rifiuti industriali; Patriciello ha ricordato le troppe vittime, anche giovanissime, di tumori, compreso suo fratello. Sergio Costa invece tutti i limiti normativi odierni: c’è un solo reato ambientale perseguibile penalmente che non si risolve in una mera sanzione amministrativa, quello di trasporto e traffico di rifiuti tossici. Ma ecco il forum nella sua interezza, che comincia dal medico di base della provincia di Napoli Luigi Costanzo.



Luigi Costanzo parla degli screening sanitari previsti per le comunità delle province dei veleni di Napoli e Caserta più decretati che eseguiti effettivamente, specificando che nessuno è contento delle malattie o dei problemi della filiera alimentare e concludendo che «le analisi alimentari potranno anche essere rassicuranti ma se anche una sola persona perisce per malattie riconducibili a veleni abbiamo perso tutti».

Don Patriciello comincia il suo intervento in “difesa”, ma è solo il principio: «Ci voleva un prete per attirare l’attenzione su Terra dei Fuochi? Finalmente il governo si sta svegliando: è la volta buona? Ma, a cosa serve arrestare il poveraccio o l’immigrato che brucia rifiuti in Campania? Il problema sono i mandanti, direi al caro ministro. Sui mandanti non sappiamo mai nulla. Ma questo materiale a chi brucia le immondizie chi glielo dà? Sono scarti di industrie del Nord, ma anche di aziende campane che lavorano in regime di evasione fiscale. L’azione dello Stato? Si va a multare chi regala panini ai disagiati. E l’Esercito, dai mille militari promessi ai 100 effettivi - 200 in futuro - divisi per tre turni erano 16 per turno: io non dico che non ci sono stati e sono ottime persone, ma non ne ho visto mai uno tra Acerra, Succivo e Pascarola. Allora: ma non ce li mandate, piuttosto raddoppiate la Forestale e i carabinieri a Caivano. La gente muore, intanto. Stamattina a Caserta se n’è andata Mariangela, nata nel ’76. Voleva incontrarmi in ospedale, l’ho vista nel suo letto di sofferenza, alle 8 se n’è andata. Ora, è stato anche detto che per me era più facile dire ai parrocchiani non bevete l’acqua o non mangiate i cavoli (si riferisce ad una critica di Fagnano raccolta dal CorrMezz, ndr) . Oggi è il mercoledì delle ceneri, dovrei essere in chiesa, sono un prete e qui non dovrei starci nemmeno. Ma sono sceso in campo, perché? Questi signori che vengono pagati profumatamente per fare il loro dovere non l’hanno fatto mai. Ed oggi ridurre il discorso Terra dei Fuochi ai pomodorini, al se “possiamo mangiarli” o meno, è un pessimo servizio che rendiamo a questa gente. Il problema riguarda sì l’acqua - guardiamo ai Regi Lagni - l’aria - guardiamo all’amianto - e i pomodorini potranno essere i migliori del mondo, ma su una discarica di rifiuti tossici (parla della Resit di Giugliano e campi agricoli limitrofi, ndr) non possono essere coltivati, punto e basta. Il cartello a Sanremo contro i prodotti agricoli campani lo abbiamo fatto mettere noi? Bisognava accorgersi del problema prima, intervenire prima. La gente si sta ammalando e sta morendo. E se al San Giovanni Bosco un uomo è morto sotto una finestra aperta, a Caserta leggiamo che gli ospedali erano di Zagaria, mi chiedo allora chi le curerà queste persone?».


Sergio Costa: «Il monitoraggio del territorio - oggi abbiamo i primi dati del lavoro interministeriale con la partecipazione della Regione - va a coprire un buco di trent’anni, individuando terreni a maggior rischio rispetto ad altri. Patriciello ha ragione dicendo: io il pomodoro su una discarica non lo voglio più vedere. Quei terreni non sono più coltivabili. La norma vieta in modo esplicito che si possa coltivare su una discarica. Il secondo step è l’investigazione sulla filiera criminale. E vale sempre quel principio europeo del “chi inquina paga”. Il terzo livello di intervento è quello dei roghi, le fiamme nascondono il produttore e la filiera criminale».
Antonio Polito: «C’è almeno una conoscenza maggiore della situazione epidemiologica ad un anno dalla legge per Terra dei Fuochi?»
Antonio Marfella: «La parte sanitaria è l’ultima parte di cui dovremmo parlare, cosa voglio dire: al Pascale siamo tutti vittime di quella legge che toglie competenze alla Sanità e le passa all’Ambiente, alle Arpa regionali, che continuano a non essere adeguatamente attrezzate sulla salute. Io, però, non posso andare a scoprire da dove discende il problema tumori. E trovo una grande omissione regionale. Il nostro riferimento resta allora l’Istituto superiore di Sanità, se attesta delle cose allarmanti mi devo attenere a cio’ che dice ed ha elaborato, in 6 mesi, studi che la Regione in trent’anni non ha fatto. Ed è l’industria non adeguatamente controllata che mette a rischio la mia terra. Si tratta di specificità di smaltimento industriale, di scarti speciali smaltiti illegalmente eppure si continua a discutere di rifiuti urbani, di inceneritori quando nemmeno questi possono risolvere il problema dell’amianto: soltanto qui di fronte (sulla via Marina, ndr) abbiamo cumuli di amianto abbandonati da trent’anni al parco della Marinella, abbiamo il porto, con i fumi h24 delle navi traghetto a causa delle banchine non elettrificate. Noi abbiamo paura, semplicemente, di quello che non c’è in Regione Campania ed è soprattutto la trasparenza, cosa che non manca in altre Arpa».
Fagnano: «La presenza dei rifiuti sporca l’immagine dei nostri prodotti, entro nel merito dei dati ma prima dico che mi preoccupo tanto per gli agricoltori, se rischio non c’è nel prodotto agricolo, lasciate che mi preoccupi per loro. La Fao ci dice che dobbiamo usare, per risparmiare, l’acqua dei depuratori: ma chi si farebbe la doccia con l’acqua dei depuratori in Campania? Abbiamo 175 mila case abusive nella regione che usano i pozzi di falda per lavarsi e cucinare e c’è grosso rischio in quell’acqua. Fatta eccezione per pozzi di Caivano (appena dissequestrati dal Riesame, ndr) dove per tetracloroetilene in quantità minime quell’acqua non poteva essere usata per l’irrigazione. Falso, non esiste questo automatismo di passaggio di un inquinante dall’acqua ai vegetali. A terra noi non abbiamo grossi problemi coi metalli pesanti, il problema serio sono i composti volatili».
Marfella: «Il tetracloroetilene, che non si trova nel suolo naturale, pone proprio il problema dello smaltimento illegale dei rifiuti industriali delle aziende tessili. L’eccesso di cancro alla vescica, attestato dall’Iss, ne è riconducibile. Possiamo berlo? Abbiamo un problema a Casale. Tutto cio’ che brucia finisce nelle acque. Andiamo a vedere alla foce dei Regi Lagni cosa troviamo».
Fagnano: «Il problema è legato non tanto all’inquinamento chimico dei suoli ma alla presenza di rifiuti, il sito di Caivano era chimicamente sano ma con sospetto di interramento di scarti tossici e per questo motivo qui non si può coltivare. A marzo 2014 concludendo la prima fase dello screening sui suoli destinati all’agricoltura su mandato del Governo, sul famoso 2 per cento classificato “a rischio” abbiamo fatto analisi di verifica e di questo 2 il 30 per cento conferma il rischio. Nessuno dei prodotti agricoli è risultato contaminato, anche su terreni contaminati, eppure su un terreno di Acerra con patate buone abbiamo posto l’interdizione ma per la salute degli agricoltori: particelle ricche di piombo sono pericolose per l’uomo ed anche il terreno è una sorgente di inquinamento dell’aria». Fagnano precisa poi: «Il 2 per cento dei 59 mila ettari dei 57 Comuni che hanno aderito al Patto Terra dei Fuochi (oggi quelli da monitorare sono aumentati ad 88, ndr)». Si chiede a Fagnano se sono stati testati diossina-attrattori, come le zucchine, cercando appunto diossine: «Ci è imposto di ricercare piombo e cadmio ma... sì, abbiamo messo anche i metalli, tutti gli idrocarburi policiclici aromatici e composti volatili (nelle analisi, ndr)».
Patriciello: «Io ricordo il camion con rifiuti della Montedison che spuntava da una discarica di Ercolano, interrato, ma dove sono stati nascosti ancora questi rifiuti?»
Romano: «Vorrei rispondere al dottor Costanzo, gli screening sulla salute sono partiti nel 2014 a Caserta col cancro del colon, incrementando le indagini mammografiche e cervice. A Napoli 2, con mammella e cervice. I medici di famiglia restano attori importanti su tutta la filiera. A Napoli 3 Sud abbiamo oltre centomila indagini su cancro colon, è molto attiva».
Luigi Costanzo: «C’è un aumento degli indici di mortalità, e la qualità di servizio? E’ stato preso in considerazione il potenziamento delle reti oncologiche per accompagnare per mano il paziente (invece abbandonato ai tempi della burocrazia e delle liste d’attesa, ndr), sono state prese in considerazione le fasce giovanili (sempre più consistenti, ndr) di ammalati? Una volta che si scopre sangue nel colon retto, ad esempio, ci sono tempi biblici per gli interventi sucessivi».
Romano: «Dobbiamo potenziare il secondo livello usando i fondi assegnati dal ministero della Salute per il personale delle aziende sanitarie in Terra dei Fuochi, endoscopisti e tecnici di radiologia sono quelli che ci servono. Con una delibera del 2014 abbiamo preso nuove Tac, nuovi mammografi e nuove risonanze messe a fattore comune per Terra dei Fuochi. Il terzo livello diagnostico poi: dobbiamo avere solo persone con alti volumi di attività. Queste strutture saranno rafforzate».
Comandante Costa: «Noi stiamo provando a recuperare un gap di trent’anni, quando fu denuciato il caso di Ercolano non c’era la legge per intervenire, le prime leggi sono del ‘97 e il traffico di rifiuti come reato-delitto è del 2001 quando lo scempio è stato sostanzialmente consumato: se io devo mandare il mio personale a fare la guerra con le matite che lo mando a fare? Il sistema rifiuti è la quarta economia criminale d’Europa, con capacità di punibilità bassissima, ad oggi noi abbiamo un solo delitto veramente punibile, il traffico organizzato di rifiuti, gli altri sono meri reati contravvenzionali, tant’è che in Parlamento si sta discutendo di ecoreati. La produzione in nero: noi abbiamo chiuso aziende in nero e le abbiamo ritrovate aperte di nuovo una settimana dopo a cento metri di distanza. Le risequestro, ma si ricomincia daccapo».
Polito: «I comitati?»
Patriciello: «Sono stanchi. Io? Non cerco niente, per eleggere un prete vescovo questa non è proprio la strada migliore. Ricordo la partaccia del prefetto di Napoli il 17 ottobre 2012, avevo una amarezza in cuore immensa. Mi ero appena operato al ginocchio e avevo fatto a piedi dalla stazione centrale alla Prefettura per dire che a Succivo c’è una montagna di amianto sbriciolato: il prefetto mi fece una strigliata che nemmeno mio padre da bambino e davanti ai sindaci che la sera prima erano in parrocchia da me. Uno di questi mi ha poi ringraziato a mezzanotte: don Maurizio grazie, siete riuscito a riunirci e sono anni che non lo facevamo. Ci siamo mossi nel silenzio delle massime istituzioni che non hanno detto mai niente». Patriciello cita Lucia De Cicco, pasionaria di Giugliano, instancabile, che anni fa si diede fuoco davanti a una discarica della cosiddetta area vasta. E poi: «Ci sono giornali coi loro padroni, c’è chi vuol fare l’inceneritore ed è palese. Mettere insieme i buoni della politica, quello è il mio obiettivo, raggiunto il quale ritorno a fare il parroco».
Romano: «Fare fronte comune ognuno per la sua parte, con azioni condivise, è la via. Se Costanzo dice che le lettere di invito agli screening sanitari della Regione non funzionano dobbiamo lavorarci insieme e chi sbaglia, paga. Costanzo medico di famiglia parla di presa in carico del paziente, ma siamo sicuri che sia possibile per lo sforzo che richiede? Stiamo riorganizzando il territorio per l’assistenza di cui c’è bisogno. Medicina integrale di gruppo, unità complesse di cure primarie... le rioganizziamo con personale infermieristico e servizi accessori. Mai più cittadini, dopo il contatto col medico di famiglia, abbandonati al loro destino. Sblocco turn over, investimenti in medicina generale, da qui parte l’assistenza».
Fagnano: «Qui però si fa troppa confusione tra problemi diversi e mescolati. Suoli urbani e discariche. E il bacino della Ruhr in Germania oggi è un parco per pic-nic, messo in sicurezza impedendo che quelle sostanze andassero nell’aria e nell’acqua, ricoprendole con terreno. Resit deve rimanere lì per non spargere veleni nell’aria, quella roba non va sollevata, immaginiamo quanti veleni dispersi e quanti camion ci vorrebbero. Esistono barriere idrauliche e tecniche per impedire il percolamento nelle acque».
Polito: «C’è chi dice: cosa vi fa pensare che vi sia nesso tra incremento tumori e Terra dei Fuochi?»
Marfella: «Usiamo la dizione Terra dei Fuochi per alzare il velo di tutta una serie di problemi ambientali che distruggono la nostra regione, ricordo i media francesi particolarmente feroci con la Campania ma senza andare al nocciolo del problema discariche ad esempio: alla Resit c’è stato un tombamento di rifiuti tossici profondo di decine e decine di metri, valla a mettere in sicurezza, ora. Cosa devo dire: siamo la regione più giovane d’Italia e per questo prendiamo meno soldi di altre - per l’ovvia considerazione che i giovani sono più sani - ebbene trent’anni fa eravamo in media nazionale per aspettativa di vita alla nascita, negli ultimi 30 anni questo parametro ha perso - unico caso regionale d’Italia e che mantiene ancora questa controtendenza - due anni secchi di vita a testa. E in Regione ci sono sempre le stesse persone, capitani Schettino che oggi ci urlano di salire a bordo. La Campania conserva un gap sanitario enorme».
Costanzo: «Per la norma misure precauzionali devono essere prese anche se le reazioni di causa- effetto (veleni-tumori, ndr) non sono accertate dalla scienza, non c’è stile di vita che tenga con gli effetti dei rifiuti interrati o dati alle fiamme. C’è il progetto Ecofood che sta cercando di studiare il nesso causale; il famoso Registro Tumori è già nei nostri database di medici di base, a costo zero possiamo mettere in rete tutti i dati, compresi gli stili di vita (tanto cari al governo, ndr), possiamo “georeferenziare” la malattia in base ai territori guardando ai picchi di patologie e andando a vedere “perchè” e se c’è una discarica. Qui nessuno gode se il pomodoro non si può mangiare (Costanzo alza la voce, ndr) ma si sta dando la colpa di tutto questo a chi ha sollevato il problema e non a chi lo ha provocato. Qui siamo tutti volontari, facciamo tutto in maniera gratuita e forse è questo che ci distingue dagli altri».
Patriciello: «Ricordo le belle villeggiature a Caivano o Castel Volturno. Nella nostra zona non ci sono industrie, lo smog è abbastanza limitato. Doveva essere lo Stato a fare attenzione ai veleni, non dovevamo essere noi a chiamarlo. Mio fratello Giovanni se n’è andato con la leucemia e posso citarvi una per una le vittime di tumori dai 28 anni in su e in giù. Ci hanno messo l’Ilva a casa nostra? E’ caduto un meteorite? No, c’è il problema dei rifiuti. Evidentemente qualche nesso ci sarà».
Polito: «Dal tema della salute al commercio forse c’è stato uno spostamento eccessivo del problema. Vorrei che torniate presto a parlarne. Questo forum ha trovato un’unità di intenti confortante, forse in questo anno questo è cambiato, nella consapevolezza che anche una sola vita è importante e del tenere alta l’attenzione senza mai allarmismi. Grazie».
Fonte: http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/cronaca/15_febbraio_18/terra-fuochi-un-anno-legge-potenzieremo-l-assistenza-sanitaria-f07e1708-b76f-11e4-96f2-0a8a3c7b0770.shtml

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