La terza onda
Lunedì 3 aprile 1967, California Cubberley High School di Palo Alto
Questa storia ha come protagonista un insegnante di storia, una scuola, degli alunni adolescenti, e uno strano esperimento sociale della durata di una settimana teso a dimostrare la nascita di un regime totalitario. Ron Jones, è questo il nome del protagonista, è un insegnante che potremmo definire “sopra le righe”. Siamo negli anni ’60, e Ron è uno di quegli insegnanti, anarchici, un po’ ribelle, di quelli che protestano per la guerra in Vietnam, un insegnante che ben rappresenta il movimento culturale molto in fermento, tipico in quegli anni. La sua classe è di circa una trentina di ragazzi. Questi si trovano bene con Ron, forse perché abituati a trattarlo alla pari, lo chiamano per nome, si siedono dove vogliono, fanno domande quando vogliono, insomma non è proprio una classe con un alto rendimento.
Quel giorno, durante la lezione di storia che ha come tema il nazismo, Ron non riesce però a far capire ai ragazzi quel dato contesto storico. In particolare gli studenti si chiedono come mai milioni di individui abbiano potuto seguire Hitler, il nazismo e tutte le atrocità che ne conseguirono. Quella storia secondo i ragazzi non regge, non è possibile che milioni di individui fossero addormentati. Così Ron ha un’idea e decide di spiegare il nazismo agli studenti a modo suo. Via libri di testo, si passa alla pratica.
Così, a quella classe solitamente “informale” e rumorosa, una classe dove gli studenti facevano ciò che volevano, Ron fa una proposta: per quella giornata, ognuno di loro avrebbe dovuto sedersi ad un posto ben preciso, seduti e immobili, a gambe unite e braccia conserte. I ragazzi dovranno entrare in classe in silenzio e prendere posto in 30 secondi di tempo. Per fare domande dovranno alzarsi in piedi e mettersi sull'attenti, e non potranno utilizzare più di tre parole per esporle. Cosa più importante: non potranno chiamarlo per nome. Per quel giorno, lui è mister Jones.
I ragazzi accettano.
Il primo giorno di esperimento tutto fila liscio. I ragazzi, si immedesimano perfettamente nel loro nuovo ruolo, tanto che persino mister Jones ne resta stupito, al punto che decide di portare ancora avanti l’esperimento. Il giorno successivo, gli studenti replicano alla perfezione il comportamento del giorno precedente. In trenta secondi entrano in classe, si siedono con la schiena dritta, le gambe unite e le braccia conserte.
A quel punto le cose iniziano a farsi interessanti, da un lato, l’accettazione degli studenti e l’immedesimarsi in quel nuovo ruolo, può fornire molte risposte sul come intere popolazioni o comunità arrivino a perdere totalmente la propria identità individuale a favore di un’unica “mente di gruppo”. E questo, lo stava capendo anche mister Jones, il quale, da una “semplice lezione di storia” iniziava a realizzare un fenomeno molto più complesso. Ron decide di andare avanti con l’esperimento, così decide di “lusingare” i ragazzi dicendo loro che non erano dei semplici studenti della Cab High School di Palo Alto, ma che facevano parte di un movimento il cui nome è l’emblema di tutto l’esperimento: The third wave, la terza onda. Il nome “la terza onda” infatti, non è casuale, e prende spunto proprio dal movimento delle onde dell’oceano, queste quando arrivano in serie, la terza è quella più grande e più forte. E’ la terza onda quella che aspettano i surfisti, poiché è quella che li porterà più in alto. Un movimento che si rispetti, deve avere un motto e questo sarà “Forza attraverso la disciplina, forza attraverso l’unione, forza attraverso l’azione, forza attraverso l’orgoglio”.
Così, i ragazzi della “terza onda” da quel momento in poi inizieranno ad entrare sempre più nel ruolo, adottando persino un’uniforme, niente di particolare, una semplice camicia bianca e dei jeans. Ma non basta, occorre anche un tesserino, una specie di pass che indichi il nome e il gruppo di appartenenza “la terza onda”. Dopo il tesserino, si passa al saluto. Così, tutti gli studenti interessati all’esperimento dovranno salutarsi con il braccio alzato, in un gesto che ricorda il saluto nazista. Pian piano, mister Jones stava ricreando le atmosfere di un regime. Le voci si diffondevano all’interno della scuola, gli studenti credevano davvero che esistesse un movimento dal nome “wave”, così altri di loro si presentavano in “uniforme” e salutavano con il braccio teso. Alla classe di Ron, si aggiunsero così altri studenti provenienti da altri corsi.
Chi non fa parte delle “camice bianche” viene allontanato, sembra quasi si stia creando un “corpo d’elite”, dove per essere accettati occorre superare una selezione e un rito di iniziazione. L’esperimento iniziato con un numero di trenta alunni, al terzo giorno è diventato un fenomeno che supera i 200 alunni.
A quel punto intervengono gli altri insegnanti, duecento studenti presi e convinti di far parte di un vero movimento, non sono pochi. La situazione potrebbe sfuggire di mano, anche perché i ragazzi sono così entrati nel ruolo, che si sentono superiori rispetto agli altri. Chiedono punizioni se qualcuno di loro sgarra o non esegue gli ordini, ci sono tensioni con gli altri studenti che, di quel passo potrebbero sfociare in violenza.
Così, mister Jones decide di intervenire, in pochi giorni, quei ragazzi si stavano davvero trasformando in “nazisti”. Le camice bianche vengono così convocate dal loro insegnante per una comunicazione molto importante. Jones si fa trovare davanti ad un televisore e dirà loro che il movimento Wave, esiste davvero e che da lì a poco il loro capo, avrebbe annunciato la sua candidatura come presidente degli Stati Uniti.
I ragazzi sono tesi, e forse pieni di aspettative, ma quando il televisore viene acceso, realizzeranno la “morte di un sogno” quando iniziano a vedere scorrere le immagini di un documentario sul nazismo.
Mister Jones spiegherà loro che la “lezione di storia” poteva dirsi conclusa. Gli studenti avevano replicato così bene la nascita di un regime totalitario, che non c’era da stupirsi di quanto avvenuto in passato.
La storia termina così, l’esperimento non verrà menzionato a livello accademico poiché non supportato da dati scientifici. Jones scriverà alcuni articoli in merito, mentre Holliwood farà dei film ispirati all’argomento.
Un esperimento, o una semplice lezione di storia? Chissà. Comunque la si voglia definire, di certo è una storia che merita di essere letta e raccontata.
Su questo fenomeno si sono basati lo special TV The Wave del 1981, il libro del 1988 The Wave e vari adattamenti teatrali. Anche il film tedesco L’onda del 2008 è stato tratto da questo esperimento. Nel 2010 Jones ha messo in piedi uno spettacolo teatrale musicale chiamato The Wave, scritto con alcuni degli studenti del corso (fonte Wikipedia)
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